Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

venerdì, luglio 28, 2017

28/07/17 - CARAVAGGIO - FESTA LEGA NORD




giovedì, luglio 27, 2017

LE INDECISIONI DEL GOVERNO SULLA LIBIA POTREBBERO COSTARCI CARE




di Giacomo Stucchi

L’inerzia di Palazzo Chigi nel fronteggiare con efficacia i flussi migratori dalla Libia hanno fatto assumere a questo problema i connotati di un fenomeno del tutto fuori controllo. A fronte di una situazione che richiederebbe la massima attenzione da parte dell’esecutivo la sinistra al governo continua invece a tergiversare. A chi osservi questo scenario dall’esterno tutto deve sembrare surreale. Mentre il presidente francese Emmanuel Macron ci ha scavalcato sul piano dell’iniziativa diplomatica, organizzando a Parigi un incontro con il presidente del Consiglio presidenziale libico Fayez al-Sarraj e il comandante dell'esercito nazionale libico, il generale Khalifa Haftar, e ha anche annunciato che realizzerà in Libia degli 'hot spot', dei centri di accoglienza per identificare gli immigrati e valutare chi ha i requisiti per essere considerato rifugiato e per partire e chi invece e' irregolare e non puo' venire in Europa, ovvero ciò che la Lega chiede invano da molto tempo, il governo Gentiloni, così come quelli Letta e Renzi che lo hanno preceduto, continuano a menar il can per l’aia.

Come se non bastasse, mentre la Corte di Giustizia dell’Ue ha “blindato” il principio che sta alla base del regolamento di Dublino sull’asilo, chiudendo di fatto gli spiragli che potrebbero aiutare l’Italia nella gestione della crisi migratoria, il nostro governo rimane a guardare; e anzi ringrazia l’Ue per aver annunciato “un canale di comunicazione costante tra Italia e la Commissione durante l'estate, tramite un team di contatto permanente nella Commissione Ue" che assicurerà un "flusso permanente di informazioni con le autorità italiane e una rapida risposta operativa". Insomma, le solite parole da parte dell'Ue che non risolvono un bel nulla. Intanto a pagare per l’accoglienza sono sempre le regioni e i comuni, costretti dal governo ad occuparsi degli immigrati clandestini anziché dei loro cittadini. Dinanzi a tutto questo, lascia basiti l’eccesso di prudenza del premier Gentiloni alla richiesta fatta all’Italia, dal presidente al-Sarraj, di un intervento navale sulle coste libiche per fermare gli scafisti. Si tratta di un indecisione che potrebbe costarci molto cara.

27/07/17 - CALCINATE - FESTA LEGA NORD



martedì, luglio 25, 2017

IL GOVERNO GENTILONI TRA CONTRADDIZIONI E VOLTAGABBANA



di Giacomo Stucchi

Dopo i dati forniti dal Fondo monetario internazionale sulla nostra economia  il presidente del Consiglio ha detto che  “un Paese  che cresce di più delle previsioni è  un Paese che può  avere una legge di bilancio e un abbassamento del debito più significativo e importante". Parole impegnative  che Gentiloni, per essere credibile, dovrà però tradurre in fatti concreti. Per farlo il premier dovrà prima  trovare una maggioranza in Parlamento disposta a supportarlo, non solo per tenere il più a lungo possibile la poltrona ma anche per fare delle scelte e assumere delle decisioni. Un compito non facile considerando che  presa di distanza e defezioni dal governo sono già iniziate. E' probabile che la sospensione dei lavori parlamentari per la pausa estiva metta al riparo l’esecutivo da immediati scossoni, ma è alla ripresa di settembre che dalle parti di Palazzo Chigi guardano con non poca apprensione. Le scadenze che da quella data in poi impegneranno il governo Gentiloni, dalla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, alla legge di bilancio che deve essere varata dal Consiglio dei ministri  entro il 20 ottobre, con  le misure necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici individuati, e le previsioni di entrata e di spesa del bilancio dello Stato, sono  tutti passaggi che richiedono una maggioranza compatta che guardi a un comune obiettivo e che  si ponga dei risultati da raggiungere. Una condizione, questa, che non esiste allo stato attuale delle cose e che vede invece le forze politiche di maggioranza ricompattarsi o sfaldarsi  a seconda delle proprie convenienze. Insomma, chi ha voluto che questa legislatura andasse avanti dovrà ben presto fare i conti con le contraddizioni evidenti della maggioranza che tiene in vita il governo in carica, a cominciare da quelle di molti parlamentari centristi che da un lato dichiarano  la loro solidarietà al premier e dall’altro sono alla ricerca di una ricandidatura nello schieramento opposto. 

giovedì, luglio 20, 2017

NELLA MAGGIORANZA GIA' PRONTI ALL'ASSALTO DELLA DILIGENZA IN VISTA DELLA LEGGE DI STABILITA'

di Giacomo Stucchi

A dispetto delle belle parole del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per il quale "abbiamo davanti un passaggio cruciale per cogliere delle opportunità che ha bisogno della stabilità del quadro istituzionale ed economico", la sensazione è che la “stabilità” del governo Gentiloni serva più alla maggioranza che tiene in vita l’esecutivo che non al Paese. A fronte di una situazione difficile per la gran parte dei cittadini (con i giovani che vanno via in cerca di occasioni di lavoro e un numero in crescita dei pensionati che si trasferiscono all’estero per avere una vita più dignitosa), il governo continua a non fare nulla per invertire queste tendenze sociali. Palazzo Chigi promette miglioramenti nella “vita reale” delle persone, ma si tratta solo di parole al vento che mirano al mantenimento dello status quo per il governo. Scongiurate, almeno per ora, le Forche Caudine di un pericoloso voto di fiducia al Senato sullo ius soli, e metabolizzate in tutta fretta le dimissioni del ministro per gli Affari regionali Enrico Costa, che forse in altri tempi avrebbero avuto ben altre conseguenze politiche, potrebbe essere il generale agosto a dare una tregua al governo in vista del varo della legge di Stabilità nel prossimo mese di settembre. In tal senso le grandi manovre per l’assalto alla diligenza sono già cominciate e fanno immaginare una grande fibrillazione tra le forze politiche che appoggiano il governo. Purtroppo però, nella maggioranza, anziché varare una legge di Stabilità che ponga le basi per una ripartenza vera dell’economia (in primis abbassando le tasse e poi eliminando davvero gli sprechi), si cercherà di mettere in conto risorse a favore di questa o quell’altra categoria sociale al solo scopo di intercettare voti. Una politica che di certo non ha nulla a che vedere né con il rilancio dell’economia né con lo sviluppo, e ancora meno con una seria gestione dei conti pubblici, ma che costituisce l’ultima spiaggia per una sinistra di governo alla disperata ricerca di consensi per i prossimi appuntamenti elettorali.

martedì, luglio 18, 2017

AMMAINATA LA BANDIERA DELLO IUS SOLI PUR DI RESTARE INCOLLATI ALLA POLTRONA



di Giacomo Stucchi

Vorrebbero farci credere che il Pd vuole lo ius soli come "atto di civiltà" ma la verità è che hanno provato a portare a casa un provvedimento che lisciasse il pelo all’elettorato di sinistra e progressista, per far risalire la china a un partito che tutti i sondaggi danno in caduta libera, ma non ci sono riusciti. In primis perché hanno trovato, dentro e fuori il Parlamento, il baluardo della Lega Nord ad opporsi e poi perché ci mancava poco che i cittadini scendessero per le strade per manifestare tutto il loro dissenso. La pressione esercitata in questi giorni di luglio dai massicci sbarchi di immigrati clandestini, che mettono a dura prova la capacità di accoglienza delle nostre comunità, è fortissima. Da Civitavecchia alla Sicilia, si susseguono le proteste di amministratori e cittadini, giustamente stanchi di dover subire le conseguenze di questa vera e propria invasione. In questo clima gli stessi parlamentari di maggioranza sono giunti alla conclusione che forzare su un tema così dirimente non era proprio il caso. Il premier Paolo Gentiloni ha preso atto di tutto questo e ha fatto marcia indietro, consapevole che al Senato rischiava di andare sotto con la conseguenza di dover rimettere il suo mandato nelle mani del Presidente della Repubblica. Un gesto che, sicuramente, gli farebbe onore anche in nome di una coerenza politica che, evidentemente, in questa legislatura non è di casa a Palazzo Chigi, ma la scelta è stata diversa. Il premier, infatti, ha preferito ammainare la bandiera di uno dei capisaldi della sinistra, pur di rimanere incollato alla poltrona il più a lungo possibile, ma ha anche promesso di riprendere il discorso in autunno. Un impegno che però sarà molto difficile mantenere quando, in quel periodo, verosimilmente molti altri nodi verranno al pettine (a cominciare dai provvedimenti economici). Quindi farebbe meglio il governo a ritirare definitivamente il provvedimento sullo ius soli. Ma il vero protagonista di questa sconfitta (direi l’ennesima!) è certamente Matteo Renzi, che ormai non ne azzecca una. L’ex premier, dopo i fallimenti su referendum costituzionale e riforma delle legge elettorale, ha cercato di forzare sulla cittadinanza agli stranieri ma ha scelto il momento, storico e politico, più sbagliato; dando prova di non avere il polso né del Paese né della maggioranza parlamentare che il Pd dovrebbe guidare.

giovedì, luglio 13, 2017

TRA RENZI E GENTILONI UN SODALIZIO PER LA GESTIONE DEL POTERE


di Giacomo Stucchi

Dopo il diluvio di informazione sui contenuti del suo libro, forse Matteo Renzi potrà ritenersi soddisfatto per essere uscito dal cono d’ombra nel quale è stato relegato negli ultimi tempi. Del libro però, così come del destino editoriale del suo autore, francamente ci importa poco. Soprattutto perché si tratta di argomenti da campagna elettorale che il segretario del Pd, sia che vada all’opposizione sia che torni a Palazzo Chigi, dovrà poi dimostrare di portare avanti davvero. Mettere in discussione il fiscal compact, ovvero quel trattato votato nel 2012 da tutto il Parlamento ad eccezione della Lega Nord, o fare marcia indietro sull’immigrazione, dopo aver sottoscritto l’operazione Triton con la quale il governo del “rottamatore” ha acconsentito a spalancare i nostri porti agli immigrati, lascia il tempo che trova se rimane solo una pagina di un libro. Piuttosto Renzi dovrebbe spiegare ai cittadini come intende conciliare un’accoglienza agli immigrati “degna ma a numero chiuso”, come ha detto di volere fare, con le aspettative che l’approvazione dello ius soli inevitabilmente creerebbe dall’altra parte del Mediterraneo; dove tutte le stime più accreditate pronosticano come pronti a partire una moltitudine di persone. Ma anche come mai con la sinistra al governo da più di un lustro, ancora oggi le persone in povertà assoluta nel nostro Paese sono, secondo l’Istat, circa quattro milioni e ottocentomila. La verità è che né a Palazzo Chigi né a Largo del Nazareno hanno la più pallida idea di dove andare a parare, sull’immigrazione, in economia, nei rapporti con l’Ue. Nel Governo esiste solo un sodalizio per la gestione e il mantenimento del potere ma navigano a vista su tutto. Ecco perché i cittadini non hanno alcun vantaggio dal fatto che l’attuale premier continui a rimanere al suo posto o, addirittura, come sperano alcuni epigoni della prima Repubblica, che possa ambire a governare anche nella prossima legislatura; e non esiste un solo motivo che possa giustificare anche la minima aspettativa in questo governo o in un futuro esecutivo guidato dallo stesso Presidente del Consiglio. Anche perché, come dimostra l’esperienza degli ultimi anni, qualsiasi governo guidato o appoggiato dal Pd, prima di risolvere i problemi del Paese dovrebbe prima districare quelli al suo interno.

lunedì, luglio 10, 2017

IN PENSIONE A 70 ANNI MA GARANTIAMO VITTO E ALLOGGIO AGLI IMMIGRATI



di Giacomo Stucchi

Sarà l’effetto del caldo degli ultimi giorni, o forse la rabbia per la sberla elettorale rimediata alle amministrative, che di certo ha lasciato il segno, fatto sta che nel Pd danno l’impressione di avere perso completamente la bussola; sempre ammesso che ne abbiano mai avuta una. L’accelerazione parlamentare sullo ius soli, il provvedimento che riconosce la concessione della cittadinanza italiana, oltre ai nati da almeno un genitore straniero provvisto di permesso di soggiorno, anche a un minorenne che frequenta un ciclo di studi di almeno 5 anni, appare infatti del tutto fuori luogo e incomprensibile. Una simile concessione sarebbe stata contrastata da noi in ogni momento ma a maggior ragione adesso, con il boom degli sbarchi di migranti e il disastroso andamento delle trattative in sede Ue per impedirli o limitarli, anche a seguito di una politica troppo remissiva da parte del governo Gentiloni-Renzi, l’ultima cosa che faremmo è quella di regalare la cittadinanza italiana. Su questa posizione oltre alla Lega Nord ci sta la gran parte delle persone di buon senso. Non ci vuole molto a capire, infatti, che nell'attuale fase storica il combinato disposto tra gli sbarchi da record e la promessa della cittadinanza potrebbe costituire una miscela sociale esplosiva.

Una realtà che a Palazzo Chigi, evidentemente, fanno finta di non conoscere o di non comprendere; o, più semplicemente, di subordinare a meri calcoli elettorali che nulla, però, hanno a che vedere con l'interesse dei cittadini. Ai quale, invece, si continuano a chiedere sacrifici, che peraltro sanno tanto di provocazione. Non riusciamo infatti a definire diversamente l'annuncio di un nuovo aumento dell'età pensionabile, con la prospettiva di mandare la gente in pensione a settant’anni, quando poi il governo non fa nulla per impedire che sulle nostre coste continuino a sbarcare decine di migliaia di immigrati clandestini. Costoro, nella maggior parte dei casi, non avranno mai riconosciuto alcun tipo di status particolare ma saranno accolti e mantenuti per molto tempo sul nostro territorio a spese soprattutto del contribuente italiano; e quando gli sarà negato il diritto a stare nel nostro Paese continueranno a risiedervi vivendo, nel migliore dei casi, di espedienti e bivaccando nelle nostre città. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, forse per suffragare la sciagurata politica dell’accoglienza a tutti i costi perpetrata dalla sinistra, ha detto che con la chiusura delle frontiere agli immigrati fino al 2040 avremmo 73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni sociali destinate agli immigrati “con un saldo netto negativo di 38 miliardi”. Un argomento che però non sta in piedi perché non tiene conto di quanto costerà allo Stato, per lo stesso periodo, l’accoglienza agli immigrati; il cui numero, almeno sino a quando resteranno al loro posto i vari Gentiloni, Renzi e Boeri, non potrà che salire.

martedì, luglio 04, 2017

IL PD AL GOVERNO UN FALLIMENTO SU TUTTI I FRONTI


di Giacomo Stucchi

Può il segretario del Pd, che non convince nemmeno la sua parte politica, riuscire a ottenere il consenso della maggioranza dei cittadini? La verità è che ogni qual volta il governo e i suoi sostenitori magnificano i presunti risultati raggiunti in economia arrivano puntali le smentite. Così mentre la sinistra è impegnata nei suoi confronti a distanza, lo scorso fine settimana tra il comizio in piazza di Pisapia a Roma e l’assemblea di Renzi a Milano i due non se le sono certo mandate a dire, ancora una volta è l’Istat a riportare Gentiloni e i suoi ministri coi piedi per terra e a segnalare, purtroppo, il calo degli occupati a maggio con la disoccupazione in risalita all'11,3%. L'Istat registra 51mila persone al lavoro in meno su aprile, e un quadro decisamente sconfortante per i giovani per i quali la quota di senza lavoro risale al 37 per cento. Un quadro molto negativo dinanzi al quale la prospettiva di una legislatura che va avanti ancora per mesi fa davvero venire i brividi. Dai fallimenti in economia a quello sull’immigrazione il passo è breve.

Su questo fronte parlare di emergenza, dopo che la Lega Nord da molto tempo ha messo sul chi va là governo e istituzioni per le inevitabili conseguenze di un fenomeno fuori controllo, ci sembra proprio una presa in giro. Così come sa di beffa l’aiuto che Renzi ha chiesto alle opposizioni per fare fronte comune, dopo quattro anni di governi a guida Pd che ci stanno consegnando una situazione sul fronte dell'immigrazione disastrosa: dalle modalità del soccorso in mare all'accoglienza sul nostro territorio, il sistema fa acqua da tutte le parti. È non è un caso del resto se molti sindaci, paladini dell'accoglienza diffusa, da Sesto a Lampedusa, sono stati puniti dagli elettori che non condividono più questo tipo di gestione del problema. Troppo comodo adesso chiedere aiuto alle opposizioni dopo aver portato al collasso i comuni che non sono più in grado di accogliere nessuno, ma anche dopo aver preso l’ennesima sberla dai partener europei, in primis Francia e Spagna, che hanno chiuso i loro porti agli immigrati e lasciato il nostro Paese a sbrigarsela da solo.

lunedì, luglio 03, 2017

03/07/17 - TORRE BOLDONE - FESTA LEGA NORD