Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, ottobre 30, 2013

SACCOMANNI RECORDMAN DI CRITICHE

di Giacomo Stucchi

La stabilità politica invocata dal ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, è di certo condivisibile ma non può in alcun modo tradursi in un imperativo categorico  a prescindere dall’azione di governo. In altre parole, che l’assenza di fibrillazioni politiche sia auspicabile per “assicurare continuità all'azione di governo e sostenere la fiducia dei mercati nella capacità di ripresa dell'economia", come ha ricordato il titolare di Via XX Settembre in occasione della Giornata mondiale del risparmio,  non è un fatto in discussione. Ma se il  governo utilizza la stabilità politica per tergiversare, o peggio per tartassare i cittadini, allora tutto cambia,  e la stessa  permanenza in carica di un siffatto esecutivo può avere l’effetto di un boomerang. Sulla legge di Stabilità varata dal governo, per esempio, non si può certo rimanere indifferenti rispetto alle perplessità espresse dalla Banca d’Italia, dalla Corte dei Conti  e persino dall’Istat, relative soprattutto alle coperture economiche. E non lasciano certo presagire nulla di  buono le proposte di revisione della manovra, come  la soglia dei contanti a meno di mille euro,  o le altre misure allo studio  come  l‘aumento del bollo e il ritorno dell‘Irpef per gli immobili sfitti. Idee strampalate, neppure originali, che non servono al rilancio dell’economia, che non a caso raccolgono un’unanimità di critiche, tanto da poter attribuire a Saccomanni il  record di essere riuscito nella straordinaria impresa di mettere tutti d’accordo nel decretare una solenne bocciatura della manovra economica. Sindacati, imprenditori, dipendenti pubblici e privati, pensionati, da settimane sono tutti concordi nel  chiedere al governo una sostanziale modifica delle norme varate; anche perché  in alcuni casi stanno nuocendo ancora prima di essere definitivamente introdotte. Basti pensare ai tanti, troppi,  annunci sulla riforma della tassazione immobiliare: un cantiere  che non chiude mai e che lascia nel limbo dell’incertezza i proprietari che, a due mesi dalla fine dell’anno, non sanno ancora quanto costerà loro possedere uno o più immobili. Alla faccia della stabilità!

30/10/13 - Visite a luoghi di produzione di eccellenze alimentari della bergamasca









sabato, ottobre 26, 2013

26/10/13 - SAN PELLEGRINO TERME - Visita Casinò

Nella mattinata di sabato 26 ottobre 2013 ha visitato il Casinò, il cantiere del Teatro del Casinò e delle Terme una delegazione di esponenti della Lega Nord composta da:
  • sen. Giacomo Stucchi
  • on. Cristian Invernizzi
  • Consigliere Regionale Lara Magoni
  • Presidente della Provincia on. Ettore Pirovano
  • segretario provinciale Daniele Belotti
  • segretario zonale Alex Galizzi

Alla visita hanno partecipato il dott. Gianluca Spinelli e l’arch. Mauro Piantelli del Gruppo Percassi e il Sindaco e Vicesindaco di San Pellegrino Terme Vittorio Milesi e Gianluigi Scanzi. L’incontro è stato l’occasione per illustrare gli interventi realizzati e quelli in corso di esecuzione, ribadire l’importanza che rivestirebbe per l’attuazione di tutte le opere previste nell’Accordo di Programma la riapertura del Casinò.

giovedì, ottobre 24, 2013

LE LARGHE INTESE NON ISPIRANO FIDUCIA

di Giacomo Stucchi

I dati dell’Istat dicono che a ottobre l'indice del clima di fiducia dei consumatori è diminuito rispetto al mese di settembre, un fatto che la dice lunga sul credito di cui gode nei cittadini il governo delle larghe intese. Ancora più significativo il fatto che, sempre secondo l’istituto di statistica, il peggioramento è diffuso a tutte le componenti ed è particolarmente marcato per quella economica. Peggiorano poi sia i giudizi, sia le attese sulla situazione economica del Paese e risultano in calo anche le aspettative sulla disoccupazione. Insomma, un quadro decisamente nero rispetto al quale il governo Letta è inadeguato. Non si può certo dire peraltro che la presentazione della legge di Stabilità stia contribuendo a creare fiducia. Nonostante le dichiarazioni ufficiali del premier e dei suoi ministri siano tutte all’insegna dell’ottimismo, l’opinione pubblica ha capito perfettamente che l’unica certezza sarà quella di maggiori sacrifici. A fronte di questa situazione la maggioranza che sostiene il governo appare prigioniera delle stesse forze politiche che la compongono. Il segretario del Pdl Alfano è sempre più combattuto tra il mantenimento dell’alleanza di governo , cosa che però richiederebbe uno smarcamento risoluto dai ‘falchi’ del suo partito e una netta presa di distanza da Berlusconi, e la rottura della larghe intese, che ricompatterebbe (almeno sulla carta) il Pdl ma aprirebbe scenari del tutto imprevedibili. Nel Pd, invece, non si riesce a guardare oltre il prossimo 8 dicembre, data di celebrazione del congresso che potrebbe consegnare le chiavi del partito nelle mani del sindaco di Firenze Matteo Renzi. Il quale, peraltro, confida che sino ad allora la situazione non precipiti, magari a seguito della decadenza di Berlusconi da senatore, ma intanto, anche con l’accelerazione impressa al dibattito sulla legge elettorale, lascia intendere che lui al voto anticipato nella prossima primavera non ha certo rinunciato.

martedì, ottobre 22, 2013

BASTA STANGATE, SUBITO I COSTI STANDARD

di Giacomo Stucchi

Se  il vice premier Alfano dice che la manovra “non è un  Vangelo”  probabilmente   è perché anche nel governo si è capito  che non si può continuare a difendere a spada tratta un disegno di legge varato solo qualche giorno fa ma già tanto impopolare.  Dalla nuova tassazione sulla casa, che annichilisce un settore già duramente provato dalla crisi economica,  al blocco di  stipendi e pensioni, dalla riduzione delle detrazioni fiscali all’aumento dell’imposta di bollo, non c’è una sola misura  contenuta nella  legge di Stabilità che non si traduca, nel breve o nel medio periodo,  in un aumento della  pressione fiscale. Il governo, quindi,  non solo mette le mani nelle tasche dei cittadini ma impedisce anche ogni timido segnale di ripresa dei consumi e quindi delle attività produttive.  Una consapevolezza, quest’ultima, che mette insieme sindacati e imprenditori, uniti nel valutare negativamente la manovra adottata dal governo, ma che preoccupa un po’ tutti i cittadini, come dimostra del resto il gradimento  del premier in caduta libera nei sondaggi degli ultimi giorni. Per rimediare a questo stato di cose le larghe intese farebbero bene ad accantonare le beghe quotidiane, lasciando in secondo piano le fibrillazioni interne,  per pensare concretamente agli interessi dei cittadini. Senza assalti alla diligenza,  ma con segnali forti sul fronte della razionalizzazione della spesa pubblica ma anche della riduzione della pressione fiscale, la maggioranza ha il dovere di trovare in Parlamento quelle soluzioni che in sede governativa non si sono potute o volute adottare. In tal senso la Lega Nord continuerà le sue battaglie. Nessun aumento delle tasse sulla casa e immediata adozione dei costi standard potrebbero essere un buon punto di partenza. Solo rendendo omogenei i costi dei servizi pubblici è possibile cominciare ad eliminare gli sprechi, quelli veri, e garantire i servizi, quelli necessari, senza farli pagare al contribuente più del  dovuto.

sabato, ottobre 19, 2013

SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII - 19/10/13 - Festa Lega Nord






venerdì, ottobre 18, 2013

CALCINATE - 18/10/13 - Cena Sezione



giovedì, ottobre 17, 2013

UNA MANOVRA SENZA PADRI

di Giacomo Stucchi
 
Alla fine tutti la disdegnano,  così com’è non la votano  e promettono di fare sfracelli in Parlamento per cambiarla, ma allora chi l’avrà mai scritta questa legge di Stabilità? Che la manovra economica varata dal governo lasci scontenti tutti, dai pensionati ai lavoratori dipendenti, dai proprietari di immobili alle imprese, è assodato. Non si tratta, peraltro, di un fatto ideologico ma sono proprio i provvedimenti contenuti nel testo di legge che non vanno e che, in alcuni casi, sanno di presa in giro. Come si può parlare di  riduzione del costo del lavoro con i pochi spiccioli al mese in più in busta paga, o di diminuzione della pressione fiscale con una tassazione sulla casa che reintroduce con altro nome quelle imposte che il Pdl aveva solennemente promesso ai cittadini di non far pagare più?  Addirittura poi, nel caso delle seconde case, la stangata diventa persecuzione. Perché mentre Monti aveva promesso che l’Imu avrebbe compreso tutte le tasse sulla casa, adesso Letta e company bastonano i proprietari di seconde case sfitte con Imu, Trise e, come se non bastasse, Irpef fondiaria. Altro che inversione di tendenza,  annunciata dal premier  con squilli di tromba, siamo alla follia totale!  Per arrestare la recessione e far ripartire i consumi bisogna lasciare più soldi ai cittadini, non toglierglieli.  Bisogna quindi avere più coraggio e agire sul fronte della razionalizzazione della spesa pubblica, unica strada percorribile per abbassare la pressione fiscale e mettere i cittadini nelle condizioni di tornare a spendere. Basti pensare alla sanità, sulla quale è giusto non operare tagli lineari ma è da criminali continuare ad ignorare i costi standard. Dinanzi a tutte queste assurdità è ovvio che i lavori parlamentari per l’approvazione della legge di Stabilità si annuncino come un vero Vietnam. Un fatto che di per sé non è certo una novità, tutte le ‘vecchie’ finanziarie sono sempre state oggetto di vivaci  confronti, ma in questo caso è diverso. Perché sui contenuti della manovra il Pd celebrerà il suo congresso mentre  il Pdl sta già regolando i conti interni,  ancora in sospeso dopo la rinnovata fiducia al governo.

martedì, ottobre 15, 2013

CON LA "STABILITA'" DI LETTA NESSUN VANTAGGIO PER I CITTADINI

di Giacomo Stucchi

Nonostante le comprovate doti di equilibrismo politico del premier Letta il crinale sul quale egli si trova appare sempre più stretto e complicato. I suoi problemi hanno un nome e un cognome. In primis quelli del suo compagno di partito Matteo Renzi, che sta per scalare il Pd  ma a modo suo. Sempre più avulso dalla nomenclatura del suo partito e molto più incline, invece, alle telecamere dinanzi alle quali non lesina battute al vetriolo nei confronti della grande coalizione e non perde occasione per sparare bordate al governo. Impossibile ritenere che questa strategia comunicativa sia lasciata al caso o agli umori di giornata e viene anche da pensare che se è mai esistito, come raccontano le cronache politiche,  un patto di non belligeranza  tra il presidente del Consiglio e il sindaco di Firenze  è improbabile immaginare che porti lontano. Altra spina nel fianco di Letta  rimane però il Pdl, o meglio le convulsioni che lo affliggono. La resa dei conti all’interno di quel partito è appena all’inizio e più passano i giorni, e gli adempimenti legislativi ai quali obtorto collo tutto il Pdl deve dare il suo sostegno parlamentare, e più aumentano la confusione e le contraddizioni. Non è un caso se Letta si è premurato di sottolineare che la legge di stabilità necessita di un orizzonte temporale abbastanza lungo, almeno tre anni, per dispiegare i suoi “benefici effetti”. Un messaggio ai naviganti, politicamente a lui vicini o lontani,   per dire che lui a mollare non ci pensa nemmeno e che anzi proietta già molto avanti nel tempo l’azione del suo governo. La qual cosa non è certo una buona notizia per famiglie e imprese  che, stremate dalla crisi, sperano sempre che qualcosa di buono possa arrivare ma, onestamente, con le politiche vessatorie e centraliste di questo governo non c’è da aspettarsi nessun aiuto concreto. Vedremo nel dettaglio ogni singolo provvedimento contenuto nella legge di stabilità  ma sino ad oggi a parlare sono i fatti e questi dicono che l’esecutivo in carica è deficitario su più fronti.

sabato, ottobre 12, 2013

12/10/13 - DALMINE - Iniziativa BergamoScienza - Tenaris - Concerto di M. Nyman


12/10/13 - TORINO - Manifestazione Lega Nord






venerdì, ottobre 11, 2013

11/10/13 - SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII - inaugurazione del Giardino della Pace. Celebrazioni in memoria del Beato Papa Giovanni


giovedì, ottobre 10, 2013

LETTA E ALFANO GIOCANO COL FUOCO

di Giacomo Stucchi

E’ davvero stupefacente come Pd e Pdl in nome della cosiddetta stabilità politica, che è un valore solo se serve a venire incontro alle esigenze dei cittadini, riescano a tornare indietro sulle loro storiche posizioni pur di rimanere nella stanza dei bottoni. La sequenza dei fatti fornisce, se non una prova,  quanto meno un’indicazione di come le larghe intese intendano andare avanti. Per non venire meno alla promessa fatta al Pdl i democratici ritirano l’emendamento che avrebbe dovuto reintrodurre la prima rata dell’Imu sulla prima casa, loro ‘cavallo di battaglia’,  per alcune specifiche rendite catastali. Per non essere da meno il Pdl, a sua volta,  non alza le barricate contro l’emendamento che cancella il reato di clandestinità, approvato in Commissione Giustizia del Senato da una maggioranza Pd-Sel-M5s. Non stupisce l’accelerazione impressa dalla sinistra, che da sempre vuole aprire le porte di casa a immigrati da ogni dove e che vede nell’immane tragedia di Lampedusa il momento adatto per farlo, ma per il Pdl significa   sconfessare  anni di positiva esperienza governativa per la salvaguardia del diritto alla sicurezza dei cittadini. Oltretutto in un momento in cui proprio dalla Libia, principale punto di partenza dei barconi, arrivano notizie molto preoccupanti.  Cancellare il reato di immigrazione clandestina è un errore del quale si sono subito accorti anche Grillo e Casaleggio, che difatti hanno smentito i loro senatori riconoscendo peraltro  come il suddetto reato sia  previsto in molti Paesi occidentali.  Vedremo se in Aula l’atteggiamento del Pdl cambierà. Ma temiamo  che il “do ut des”, ovvero continue concessioni reciproche, sia il sistema con il quale i due principali partiti di maggioranza intendono tenere in vita il governo. Un' opposizione parlamentare seria e preparata, qual è quella della Lega Nord, non può però fare a meno di denunciare come Letta e Alfano stiano giocando col fuoco: sia sul fronte economico, sia su quello della sicurezza.

martedì, ottobre 08, 2013

IL GOVERNO RIMANE SU PIEDI D'ARGILLA

 di Giacomo Stucchi

 A fotografare la gravità della situazione sono, ancora una volta, i numeri che hanno certificato  il crollo del 5,2 % del gettito Iva nei primi otto mesi del 2013 (-3,7  miliardi di euro). Un dato che la dice lunga sull’incapacità degli ultimi due governi, il primo tecnico e il secondo delle larghe intese, di varare provvedimenti in grado di far uscire il sistema produttivo dalla stagnazione economica, e che mette a rischio anche la  stabilità dei conti pubblici che a questo punto potrebbero essere completamente sballati. A fronte di questa crisi senza fine i cittadini però non vedono un governo in grado di venire incontro alle loro esigenze e, anzi, sono costretti ad assistere ai soliti giochetti di potere in corso nei palazzi romani.  L’impressione, infatti,  è che la fiducia rinnovata dal Parlamento a Letta abbia lasciato sul campo più dubbi e perplessità di prima, con la  conseguenza di far rimanere l’esecutivo poggiato su piedi di argilla. Innanzi tutto perché Pd e Pdl continuano ad avere programmi fiscali ed economici molto diversi tra loro. Basta vedere la questione dell’Imu sulla prima casa per capire che sul fronte del fisco, come del resto su molto altro ancora,  le grandi intese vacillano non poco. In secondo luogo perché, sul piano squisitamente politico, i due grandi partiti della maggioranza continuano a rimanere al loro interno dei cantieri in pieno fermento. Nel Pd solo i prossimi passaggi parlamentari, a cominciare da quello sulla legge di stabilità, diranno se tra Letta e Renzi la pax sia sostanziale. Se  davvero Renzi  “tifa per il governo” dovrà infatti  garantirgli  la stabilità necessaria ad andare avanti, rinunciando alle ambizioni di premiership  per “accontentarsi” del premio di consolazione rappresentato dalla segreteria del suo partito.  Sul fronte opposto le cose non stanno certo meglio. Tramontata, almeno per ora, l’ipotesi scissione del Pdl-Forza Italia, probabilmente più per forza maggiore che non per convinzione delle parti in causa, Alfano è senza dubbio uno o due passi avanti rispetto a tutti i suoi competitors ma deve fare i conti con le tante trappole che, sia i suoi avversari del Pd sia  gli oppositori all’interno del suo partito, verosimilmente  continueranno a  disseminare lungo la sua strada.

lunedì, ottobre 07, 2013

07/10/13 - TREVIGLIO - Assemblea Provinciale Confindustria Bergamo - PalaFacchetti


05/10/13 - BERGAMO - Teatro Sociale - BergamoScienza


sabato, ottobre 05, 2013

05/10/13 - BRIGNANO GERA D'ADDA - Inaugurazione 4a edizione Sapori a Palazzo - Palazzo Visconti