Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, luglio 29, 2010

LA PRIORITA' DELLA LEGA E' PORTARE A CASA IL FEDERALISMO

di Giacomo Stucchi

Avevamo sperato che il dibattito alla Camera dei Deputati sulla fiducia al Governo, sulla manovra di correzione dei conti per il 2011 e il 2012, fosse l’occasione buona per ascoltare qualche proposta concreta da parte dell’opposizione. Invece, forse perché con la testa già alle vacanze oppure per mancanza di iniziativa da parte della sinistra, ci siamo trovati in Aula ad ascoltare la solita requistoria contro Berlusconi, con il supplemento però della stravagante offerta di collaborazione da parte del Pd per un Governo di transizione. Ma di quale transizione stiamo parlando? Bastava guardare le facce dei dirigenti del Pd, che in Aula alla Camera ascoltavano l’intervento del loro segretario Bersani, ancora più sintomatiche dei successivi lanci di agenzia, per capire che la proposta non era condivisa neppure nel Pd. Un partito perennemente dilaniato nella lotta per la conquista del potere al suo interno, al quale come unica attività politica è rimasta quella di celebrare le primarie. Sul piano parlamentare, e quindi dell’iniziativa legislativa, il principale partito di opposizione non ha uno straccio di proposta politica da fare, se non quella di un fantasioso, quanto irrealizzabile, “governo di trazione per fare una nuova legge elettorale”. Una roba che non sta né in cielo né in terra! Se provate a chiedere in giro alla gente quale siano le priorità delle cose da fare nell’agenda del Governo, la legge elettorale non è certo tra le principali cose di cui occuparsi. La verità è che per cimentarsi in politica con serietà, e ancora di più per governare con coscienza (sia che si tratti di un Comune o di una Provincia, piuttosto che del Governo del Paese) bisognerebbe avere almeno un po’ di coerenza. Se esistesse un codice della moralità in politica, all’articolo uno dovrebbe essere sancito il principio che le forze politiche, una volta eletti i loro rappresentanti nelle massime sedi di rappresentanza parlamentare, hanno l’obbligo civile e morale di provare a realizzare il programma sulla base del quale hanno ottenuto i voti. Noi della Lega Nord abbiamo ben chiaro sia il suddetto principio, sia la nostra missione da compiere: portare a casa la riforma federalista. Tanto più oggi che, avendo chiesto agli enti territoriali delle chiare assunzioni di responsabilità sul piano economico e amministrativo, abbiamo l’obbligo di fornire loro gli strumenti, che il federalismo fiscale offre, per far fronte ai suddetti impegni. Sino ad oggi, le tappe di questo difficile ed esaltante percorso legislativo, che proprio in questi giorni si stanno concretizzando con la messa a punto dei decreti attuativi sul federalismo fiscale, si sono compiute nei tempi previsti. Non c’è bisogno quindi di nessuna “transizione”, ma semmai di un’accelerazione sulla strada delle riforme.

martedì, luglio 27, 2010

SUL GOVERNO POLEMICHE PRETESTUOSE

di Giacomo Stucchi

Se c’è qualcosa da discutere all’interno del Pdl, lo facciano i dirigenti di quel partito con le modalità e nei luoghi che più ritengono opportuni. Per quanto ci riguarda condividiamo le parole del sottosegretario Alfredo Mantovano, quando dice che “le polemiche oscurano i risultati raggiunti” nell’azione governativa. A maggior ragione, aggiungiamo noi, se la discussione verte sulla lotta alla mafia e alla criminalità organizzata, rispetto alla quale l’Esecutivo in carica non ha nulla da imparare da nessuno. In realtà è possibile che quanti vorrebbero affossare Berlusconi e la maggioranza che lo sostiene, constatato il fallimento di tutti i tentativi sino ad oggi espletati, abbiano pensato di attaccare il governo proprio su un fronte, quello del contrasto alla mafia, che invece negli ultimi due anni ha registrato risultati mai ottenuti in passato. Un fatto che la dice lunga su quanto siano pretestuose le chiacchiere di questi giorni. Chi volesse screditare l’azione del Governo, o tentare di aprire una breccia nell’alleanza di governo Pdl-Lega Nord, sappia però che non solo non avrà nessuna speranza di vittoria ma sarà sonoramente sconfitto dai fatti. Saremmo tuttavia ingenui se non considerassimo nella giusta misura il concreto rischio che, agli occhi dell’opinione pubblica, le continue polemiche, sulle quali resoconti giornalistici della stampa che fiancheggia l’opposizione ricamano i più svariati retroscena, possano essere considerate un tutt’uno con l’azione di governo. Questa, invece, deve restare separata dalle discussioni e dal dibattito che, per quanto legittimo, in alcun modo può inficiare quanto di buono ha fatto sino ad oggi l’Esecutivo. Certi giornali poi, giusto per arroventare più di quanto già non lo sia il clima politico, continuano a fantasticare di ipotetiche divisioni interne alla Lega Nord. Invitiamo costoro, che del Carroccio non sanno un bel nulla, a venire alle feste del nostro movimento, per saperne di più della Lega e del nostro mondo, oppure a leggere con maggiore attenzione i resoconti parlamentari sui lavori in Aula e in Commissione, per scoprire quanto e quale sia il lavoro che i deputati e i senatori della Lega Nord fanno ogni settimana. Un’attività che non lascia il tempo né per le chiacchiere di Palazzo né per i “grandi” temi che in questi giorni campeggiano sulle pagine di certi giornali. Sulla “questione morale”, per esempio, mentre altri impiegano il loro tempo a farne una battaglia di principio, il ministro della Lega Nord Maroni, come ha giustamente ricordato il nostro Segretario Federale Umberto Bossi, ogni giorno fa piazza pulita mettendo in galera mafiosi e criminali di ogni sorta.

lunedì, luglio 26, 2010

CIVIDATE AL PIANO - 276/07/10 - FESTA LEGA NORD
















giovedì, luglio 22, 2010

ECCO PERCHE' LE "LARGHE INTESE" NON SONO CREDIBILI

di Giacomo Stucchi

Questo discettare sul governo delle larghe intese, che alcuni esponenti delle opposizioni (come Pd e Udc) vorrebbero accreditare come possibile alternativa all’Esecutivo in carica, democraticamente eletto dal popolo e nel pieno delle sue funzioni, fa riflettere. Ne dibattono, tra gli altri, l’ex premier Massimo D’Alema, che pubblicamente ne ha parlato in una lunga intervista pubblicata sul Corriere della Sera; ma anche l’ex presidente della Camera dei Deputati e leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, che però ha almeno riconosciuto che ogni ipotesi di governo alternativo a quello attuale non è credibile senza Berlusconi presidente del Consiglio. Tutto questo fa riflettere perchè, in primo luogo, aiuta a constatare come passano i lustri ma per alcuni dirigenti politici uno dei malvezzi della Prima Repubblica, ovvero quello di rovesciare con le manovre di palazzo il verdetto popolare, che nel caso in questione ha chiaramente indicato nel centrodestra lo schieramento vincitore e quindi pienamente legittimato a governare, non si affievolisce ma se possibile si acuisce. Forse perché le speranze dell’opposizione di tornare alla guida del Paese sono, almeno nel breve e medio periodo, verosimilmente precluse; o forse perché certe classi dirigenti non sanno rinunciare al loro retaggio di sovvertire il risultato democratico elettorale con alchimie politiche, l’impressione è che nei partiti fuori dalla maggioranza cresca sempre più l’allergia alla stabilità dei governi dei quali non fanno parte. Eppure la stabilità è una di quelle caratteristiche che abbiamo sempre sentito evocare a gran voce, come elemento essenziale e imprescindibile per qualsiasi governo che ambisca ad ottenere risultati concreti. Ed è proprio questo il punto. Adesso che la stabilità di governo c'è, grazie anche all’apporto determinante della Lega Nord, che per sua natura non potrebbe neppure esistere se non portasse risultati alla gente che la vota e che non starebbe mai in un esecutivo che non lavori, e nonostante le difficoltà economiche internazionali e la pesantissima eredità di un enorme debito pubblico, qualcuno fa di tutto per minacciarla. In un sistema legislativo lento e farraginoso, come quello nel quale ci troviamo ad operare, chiunque stia a Palazzo Chigi non potrebbe nemmeno seriamente parlare di riforme se non mettesse in conto un lungo periodo di stabilita politica, assolutamente indispensabile per poter realizzare cambiamenti migliorativi di largo respiro. Le larghe intese, o qualsiasi altra fantasticheria politica, ci farebbero tornare indietro di anni su molti fronti: da quello del federalismo fiscale, i cui decreti attuativi sono ormai in dirittura d’arrivo, alla lotta per contrastare la criminalità organizzata, che con il ministro della Lega Maroni ha raggiunto livelli mai registrati in passato e che, forse, qualcuno vorrebbe interrompere. Chi è disposto ad assumersemene la responsabilità dinanzi ai cittadini?

TREVIOLO - 22/07/10 - FESTA LEGA NORD











PEDRENGO - 22/07/10 - FESTA LEGA NORD











martedì, luglio 20, 2010

GOVERNO E RIFORME ANDRANNO AVANTI, LA SINISTRA SE NE FACCIA UNA RAGIONE

di Giacomo Stucchi

Per fortuna che c’è il nostro mondo, quello fatto dalla gente che partecipa con gioia alle feste della Lega Nord, che sa coniugare l’occasione conviviale con la passione politica, che crede fermamente nel progetto federalista indicato e portato avanti dal nostro Segretario Federale Umberto Bossi, e che soprattutto non si fa incantare dalle sparate mediatiche di certa informazione. Per fortuna che c’è la nostra gente a ravvivare quest’estate anzichè le solite inchieste giudiziarie, sempre più ad orologeria e sempre meno alla ricerca della verità, e dei soliti falsi scoop, che vorrebbero oggi Tizio e domani Caio al posto del presidente del Consiglio. L’ultima, in ordine di tempo, è l’auto candidatura a premier del governatore della Puglia Nichi Vendola. Al quale, all’epoca della sua rielezione, riconoscemmo il coraggio di aver lottato contro la nomenclatura della sinistra che avrebbe voluto farlo fuori, senza dargli la possibilità di candidarsi. Il governatore pugliese, però, l’ha davvero sparata grossa, proponendosi lui come candidato premier del centrosinistra. Una proposta di mezza estate che la dice lunga sullo stato confusionale nel quale si trova l’opposizione nel nostro Paese. Mentre l’opinione pubblica si aspetta che dalla sinistra arrivi un barlume di proposta sulla manovra correttiva, sulle riforme, sulla giustizia, che costituiscono solo alcuni dei fronti sui quali la maggioranza è impegnata in Parlamento e al Governo, i suoi dirigenti invece pensano a come rimettersi sulle poltrone. Accusano il Governo di non saper affrontare le questioni sul tappeto, cosa palesemente falsa, ma poi non propongono alcunché di positivo. Certi giornali che fiancheggiano la sinistra, dal canto loro, descrivono la situazione politica come se ogni giorno tutto dovesse andare a fuoco. Ma non è vero niente! Non brucia nulla, se non le vane aspettative di chi, non avendo nessuna iniziativa politica, spera soltanto che il Governo in carica imploda. Si mettano l’anima in pace però perché, sino a quando ci sarà l’asse di ferro tra Bossi e Berlusconi, non imploderà un bel nulla. Questo Governo è l’unico, tra quelli delle democrazie occidentali, ad aver saputo prendere le misure necessarie per affrontare la sfavorevole congiuntura, ed aggredire il deficit pubblico, riuscendo a mantenere un elevato indice di popolarità. Mentre tutti gli altri leader, nelle democrazie di mezzo mondo annaspano, da noi l’esecutivo va avanti. Questo consentirà di portare a termine le grandi riforme, delle quali certa stampa apertamente schierata a sinistra non ne parla, o lo fa soltanto per demonizzarle. Per il resto, mai un dibattito serio sui contenuti, e non sulle ideologie, o peggio, sui pregiudizi. La verità è che con la Lega Nord al governo del Paese, e con essa la serietà, l’impegno e l’abnegazione dei suoi dirigenti e dei tantissimi militanti, riusciremo a cambiare davvero questo Paese, con buona pace per chi auspica inesistenti disastri.

domenica, luglio 18, 2010

TORRE BOLDONE - 18/07/10 - FESTA LEGA NORD






















DOSSENA - 18/07/10 - FESTA LEGA NORD
















PEGHERA DI TALEGGIO - 18/07/10 - INAUGURAZIONE ECOMUSEO
















giovedì, luglio 15, 2010

LE BARZELLETTE DELLA SINISTRA

di Giacomo Stucchi

E’ davvero stupefacente constatare con quanta superficialità di giudizio ci si eserciti a fare su alcuni organi di informazione delle analisi politiche strampalate e prive di qualsiasi fondamento, che hanno l’unico intento di mettere in cattiva luce l’operato dell’Esecutivo ma anche di seminare un po’ di zizzania nella maggioranza. Il fatto è che certi intellettuali di sinistra, così come certi dirigenti ormai prossimi alla pensione, le inventano davvero tutte pur di ritagliarsi un posto al sole. Dalla gogna mediatica giudiziaria alle campagne moralizzatrici, si può dire che nessun tentativo sia stato tralasciato da certa informazione, in perenne soccorso di un opposizione priva di idee, per dare addosso al Governo e tentare di sovvertire il risultato delle urne, che ha tributato al centro destra il gradimento di gran parte dei cittadini. Questi signori, però, non hanno ancora capito che l’opinione pubblica non è ingenua, ed è per questo che tutte le strategie per screditare l’operato del Governo si rivelano sempre vane e, anzi, si ritorcono contro chi le porta avanti. Trarre la conclusione, come ha fatto per esempio in un’intervista al Corriere della Sera, l’ex presidente del Consiglio e dirigente del Pd Massimo D’Alema, che “la lunga fase della parabola berlusconiana è finita”, oppure che “siamo di fronte a un bilancio fallimentare”, può forse essere un auspicio per la sinistra, ma non è certo l’analisi seria della situazione politica. I fatti dicono che il Governo in carica sta lavorando, e bene, su molti fronti. Basti pensare, per esempio, alle riforme. Il previsto varo entro il mese di luglio dei decreti attuativi sul federalismo fiscale, per l’approvazione del quale si è speso in prima persona il nostro Segretario Federale e ministro delle Riforme Umberto Bossi, costituisce una vera e propria rivoluzione politica e amministrativa, che con la sinistra a Palazzo Chigi di certo non ci sarebbe mai stata. Ritenere che l’approvazione di una riforma epocale, come quella sul federalismo fiscale, possa coincidere con la “fine della parabola berlusconiana”, più che un’analisi politica a noi pare una barzelletta di mezza estate. L’intervista al Corsera di D’Alema, arriva inoltre all’indomani della conclusione di una colossale operazione incrociata nel Nord, tra polizia ed arma dei Carabinieri, che ha portato all’arresto di ben 300 esponenti di primo piano della mafia calabrese, della ‘ndragheta, e al sequestro di un’enorme somma che l’organizzazione aveva accumulato in Lombardia. Ma c’è di più. I fondi sequestrati alla criminalità organizzata verranno utilizzati per bilanciare alcuni risparmi previsti nella manovra economica in discussone in Parlamento. Insomma, uno straordinario successo, che si aggiunge ai tantissimi risultati già ottenuti dal Governo, e in particolare dal ministro dell’Interno Maroni, nella lotta alla criminalità. Come si fa a definire tutto questo “un fallimento”?

ROMA - 15/07/10 - RIUNIONE PER CRISI INDESIT
















martedì, luglio 13, 2010

FEDERALISMO, LA CHIAVE DI VOLTA PER USCIRE DALLA CRISI

di Giacomo Stucchi

C’è una tendenza, da parte di alcuni esponenti politici, ma anche di certa informazione, ad occuparsi più del divenire che del presente. Mentre si impiegano tempo e risorse, cercando di immaginare scenari politici che hanno il solo limite della fantasia, si finisce col perdere di vista l’attualità, ovvero il fatto che la grande riforma del federalismo fiscale sta per diventare operativa nel nostro Paese, e servirà a cambiarlo in meglio, dal momento che si tratta dell’unica proposta politica credibile e concreta sul tappeto. Al contrario, invece, delle cosiddette “larghe intese”, che alcuni organi di informazione vorrebbero fare assurgere come primo argomento all’ordine del giorno dell’agenda politica e che, invece, a noi sembrano un tentativo, neppure tanto velato, per sfuggire alla priorità assoluta: assumersi le proprie responsabilità dinanzi ai cittadini, sia da parte della maggioranza che deve portare a termine il programma elettorale a suo tempo presentato agli elettori, sia da parte dell’opposizione che deve essere, se ci riesce, alternativa e propositiva. Il popolo, già nel 2008 e poi ancora poco più di tre mesi fa, ha chiaramente manifestato la propria volontà, condividendo, in primo luogo, il piano di riforme varato dal centro destra. Per la Lega Nord la priorità assoluta consiste nell'approvazione, prima della pausa estiva, dei decreti legislativi attuativi del federalismo fiscale, ovvero la chiave di volta per venire fuori da una situazione di crisi, economica e sociale, che altrimenti potrebbe degenerare con chissà quali risvolti. Una crisi, quella in atto, che ha radici profonde, con un debito pubblico ereditato dai precedenti governi, che non può essere più sopportato dai contribuenti e che quindi deve essere controllato riducendo la spesa; ma anche con la crisi del welfare europeo che, così come è stato strutturato in Paesi come l’Italia e la Francia, con una forte presenza dello Stato nel sistema socio assistenziale, non può più funzionare. Se si condivide questa analisi, tanto nella parte che riguarda la diagnosi (cioè la crisi del sistema che così non può andare avanti), quanto in quella che concerne la cura (dare subito, attraverso il federalismo fiscale, un po’ di risorse alle Regioni in modo tale da renderle più libere dal centralismo), allora anche le forze politiche di opposizione presenti in Parlamento possono dare il loro contributo per accelerare il processo riformatore. Siamo a un passo dal traguardo del grande cambiamento e tutta la classe dirigente del Carroccio ne avverte la responsabilità, il peso, e l'onore, per esserne stati in gran parte gli artefici.

lunedì, luglio 12, 2010

TORRE BOLDONE - 12/07/10 - FESTA LEGA NORD
















giovedì, luglio 08, 2010

MANOVRA, LA SINISTRA SI PRENDA LE SUE RESPONSABILITA'

di Giacomo Stucchi

Sulla manovra varata dal Governo, attualmente in discussione in Commissione Bilancio al Senato, che dovrebbe esitarla la prossima settimana, l’opposizione vorrebbe giocarsi le sue ultime chance per risalire la china. Purtroppo, però, lo fa utilizzando l’arma della menzogna e della controinformazione. I saldi della manovra restano infatti intangibili, come è stato peraltro precisato in una nota congiunta del premier Silvio Berlusconi e del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, non perché la maggioranza sia sorda o ostinata, o non abbia voglia di trovare strade alternative, ma semplicemente perché riflettono ciò che, tanto dalla Commissione Europea quanto dai mercati finanziari, è considerato assolutamente necessario per ridurre il nostro debito pubblico. Che non è stato creato di certo dal Governo in carica! Rispetto alla necessità condivisa, da parte di tutta la maggioranza, di adottare politiche di rigore economico, e scongiurare così il ripetersi di altri disastri come quello della Grecia, il Carroccio ha sempre detto però che i tagli non possono colpire indiscriminatamente tutte le Regioni, omologando quelle virtuose e quelle spendaccione, ma anzi devono essere utilizzati per mettere in moto meccanismi di spesa virtuosi. A questo si sta lavorando, senza intento persecutorio nei confronti di alcuno. Tutto ciò premesso, ci rendiamo conto che il Pd, sul quale gravano gran parte delle responsabilità del deficit delle Regioni “rosse”, sul fronte della riduzione degli sprechi faccia orecchie da mercante. Così come comprendiamo pure che parlare di risparmi e razionalizzazione della spesa agli eredi del Pci, Pds, Ds, che, soprattutto con la cattiva gestione della sanità, hanno aperto vere e proprie voragini nei conti pubblici, sia quasi un'eresia; ma è giunto il momento di gettare le carte in tavola. Amministrare come hanno fatto i vecchi partiti nella prima Repubblica, sprecando enormi risorse, non è più possibile, e almeno per due ragioni: in primo luogo, perché non lo consente più la congiuntura economica internazionale, che porterà peraltro sempre più ad una società organizzata secondo modelli sociali ed economici fortemente concorrenziali; in secondo luogo, perché le grandi novità della riforma sul federalismo fiscale, prima fra tutte l’adozione dei costi standard, obbligheranno tutti ad una netta inversione di rotta. Ecco perché alimentare la polemica sui temi oggetto del confronto politico, non serve a niente e a nessuno. Se è comprensibile, ma non condivisibile, che questa strategia la porti avanti un movimento come quello di Di Pietro, che del giustizialismo a buon mercato ha fatto una ragione di esistenza, non lo è altrettanto per un partito come il Pd, la cui classe dirigente, in un momento cruciale (da molti punti di vista) come quello attuale, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità anziché continuare a fare la solita sterile opposizione, senza novità e senza proposte.

TREVIGLIO - 08/07/10 - FESTA LEGA NORD
















GRUMELLO DEL MONTE - 08/07/10 - FESTA LEGA NORD