Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, gennaio 31, 2013

Sinistra senza vergogna!

di Giacomo Stucchi

E' proprio vero che il carattere viene fuori nei momenti di difficoltà. Bersani aveva dato per scontato, a proprio favore, il risultato delle prossime elezioni, sia quelle Politiche sia quelle regionali in Lombardia. Le aveva date per vinte con una messe di voti addirittura imbarazzante, stando almeno ai sondaggi di qualche mese fa, ma ha dimenticato una regola d'oro della politica e cioè che i sondaggi d'opinione fotografano la situazione in un dato momento e che, naturalmente, tale situazione può cambiare repentinamente. Ed è esattamente ciò che è accaduto con le dichiarazioni di voto delle ultime settimane, in base alle quali si è ridotta sempre più la forchetta tra centrodestra e centrosinistra, e addirittura si è capovolta la situazione al Senato dove invece esistono concrete possibilità che il Pd e Sel non abbiano l'autonomia necessaria, in termini di seggi, a governare. Ma non è tanto su questi temi che intendiamo soffermarci, la materia come è noto è già ampiamente dibattuta sui media da esperti sondaggisti. Ciò che interessa sottolineare ora è l'atteggiamento senza vergogna di un partito, il Pd, e di una coalizione, quella di centrosinistra, che a parole si dichiarano democratici ma che poi nei fatti emulano la peggiore tradizione di sinistra, comunista, settaria, antidemocratica e statalista. In che modo? In primo luogo mettendo la testa sotto la sabbia, negando cioè che la mancanza di una maggioranza assoluta dei seggi in Senato sia un ostacolo alla conquista di Palazzo Chigi per Bersani. Per settimane il segretario e i dirigenti del Pd hanno continuato a dire che comunque avrebbe governato chi prendeva più voti; poi qualcuno deve avergli fatto notare che senza la maggioranza dei seggi in entrambe le Camere Pd e Sel, da soli, non sarebbero andati da nessuna parte. La verità è che la situazione sta sfuggendo di mano a Bersani e compagni; quindi, pur di recuperare consensi, sono disposti a tutto. Si spiegano così i pietosi appelli a Ingroia e a Monti per desistenze in Lombardia e in Sicilia, ultima spiaggia del Pd prima di perdere per l'ennesima volta il suo appuntamento con la storia. E allora? E allora vai con la delegittimazione degli avversari politici che di colpo diventano "nemici"; vai con l'assurdo e ipocrita attacco di Bersani alla Lega Nord, accusata di "aver massacrato le autonomie". Ma di che parla Bersani? Ha una pallida idea di quel che dice o i sondaggi a lui sfavorevoli gli hanno fatto perdere completamente la ragione? Gli ricordo solo una data, 25 e 26 giugno 2006, e un'elezione, quella per il referendum confermativo sulla riforma costituzionale. Se fosse passato quel referendum costituzionale, e quindi quella riforma fortemente voluta dalla Lega Nord e altrettanto avversata dalla sinistra, oggi avremmo avuto una competenza esclusiva alle Regioni in materia di sanità, pubblica sicurezza e istruzione, con il definitivo superamento di quel falso e inconcludente federalismo voluto dalla sinistra che per prima nel 2001, allo scadere della legislatura, cambiò la Costituzione a colpi di maggioranza; se fosse passata quella riforma oggi avremmo già un sistema costituzionale più consono alle attuali esigenze di uno Stato moderno, con profonde modifiche per quanto riguarda, il governo, la formazione delle leggi, i poteri delle Regioni, il numero dei parlamentari. Ma purtroppo la sinistra, oggi come allora, vuole solo conservare il sistema attuale, occupare il più a lungo possibile le poltrone, tartassare i cittadini e il Nord con assurde tasse. Altro che riformisti!

martedì, gennaio 29, 2013

CON MARONI PRESIDENTE DELLA LOMBARDIA FUORI DALLO STALLO ECONOMICO

di Giacomo Stucchi

Il programma di Roberto Maroni per la Lombardia, al pari di quello presentato dalla coalizione cui la Lega appartiene per le elezioni politiche, prevede due punti fondamentali: il trattenimento di almeno il 75% delle tasse sui singoli territori regionali e la creazione di una potentissima regione europea, il Grande Nord. La realizzazione di questi due obiettivi avrebbe quindi effetti benefici di straordinaria portata per tutti i cittadini, ma anche conseguenze dirompenti rispetto al sistema politico e istituzionale che sino ad oggi ha determinato le scelte e le decisioni sui destini del Nord. In particolare per quanto riguarda la proposta programmatica relativa al territorio lombardo, con scelta di puntare su tematiche specifiche, efficacemente intitolate "a tutta impresa", "start-uppiamo i giovani talenti", "Lombardia scuola del welfare", "disorganizziamo la criminalità organizzata", l'obiettivo è quello di andare oltre l'azione amministrativa, condotta negli ultimi anni al Pirellone, per valorizzare al meglio capacità e risorse presenti sul territorio. Maroni Presidente della Lombardia, infatti, con le sue scelte di governo dirette a ridurre la pressione fiscale per sostenere al contempo l'economia e l'occupazione locale, innescherebbe un effetto domino positivo su tutti i comparti economici regionali. Un simile sviluppo, con la creazione di nuovi posti di lavoro e la produzione di reddito da parte delle imprese, farebbe uscire la Lombardia dall'attuale situazione di stallo economico ma anche dalla morsa nella quale è stretta da una politica asfissiante e vessatoria dello Stato centrale, che deprime e sfrutta le potenzialità locali per fomentare spesso una spesa pubblica inefficiente. Maroni Presidente della Lombardia costituirebbe anche il tassello mancante per creare il Grande Nord, che è sempre stato l'obiettivo della Lega e che adesso potrebbe diventare realtà , in grado di dialogare alla pari sia con lo Stato centrale, sia (non dimentichiamolo!) con l'Europa. Una tale rivoluzione crea, come è logico, una reazione forte e contraria da chi invece ha interesse a lasciare tutto com'è¨: i partiti centralisti e statalisti, in primis, ma anche quella burocrazia di Bruxelles che sull'incapacità di certi governi a far valere le ragioni dei popoli ha costruito il suo potere. Tutti questi motivi, ne siamo certi, porteranno gli elettori ancora indecisi a dare il loro sostegno a Maroni Presidente della Lombardia.

giovedì, gennaio 24, 2013

CON BERSANI A PALAZZO CHIGI CAPITALISMO DI STATO

di Giacomo Stucchi

L'avevamo detto che il governo dei banchieri guidato dal professore Monti era solo un assaggio di cosa aspetterebbe ai cittadini qualora sciaguratamente la sinistra, con l'appoggio dei centristi, dovesse mettere piede a Palazzo Chigi. Monti e Bersani, con il soccorso di Vendola, Fini e Casini, hanno messo sù un cartello elettorale che non si sogna nemmeno di fare le riforme che servono al nostro sistema politico e istituzionale, ormai obsoleto e inefficiente, ma vogliono solo tenersi le poltrone dalle quali poter compiacere banche, burocrati (di casa nostra ed europei) e apparati istituzionali accentratori. La vicenda Mps del resto è indicativa di fino a che punto può arrivare il "soccorso" di Stato quando ad operare nella stanza dei bottoni si trovi un uomo come Mario Monti che ha ben rappresentato nei suoi mesi di governo la perfetta sintesi tra statalismo e centralismo. Se solo nel corso dell'anno passato hanno chiuso la bellezza di centinaia di migliaia di imprese e se i soldi dei cittadini, che si sono svenati per pagare l'IMU (la più impresentabile delle imposte, così come strutturata da Monti e compagni), sono stati utilizzati per girarli ad una banca il cui management ha operato sui mercati finanziari così come un ubriaco, o un insano di mente, guiderebbe l'auto a duecento all'ora in autostrada, pensiamo un po' cosa potrebbe accadere se questi dovessero restare al governo. Probabilmente ci ridurrebbero in braghe di tela più di quanto non abbiano già fatto e continuerebbero a spremere sino all'inverosimile il Nord che ha sempre rappresentato per Roma ladrona la gallina dalle uova d'oro. Bersani continua a dire che il Pd non c'entra nulla con il bubbone Montepaschi, ma è lapalissiano il contrario. La verità è che con la sinistra al governo avremmo un capitalismo di Stato, dove le imposte pagate dai cittadini servirebbero ad aiutare banche e poteri funzionali ai partiti di governo. Della nostra economia e società del Nord, per come l'abbiamo intesa sino ad oggi (ovvero libertà d'impresa e voglia di fare) non resterebbero che pallidi ricordi.

24/01/13 - Trasmissione tv "Politiche 2013" su Class Tv

http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=txXQM_3Ncpw#t=45s

mercoledì, gennaio 23, 2013

21-25/1/13 - STRASBURGO - PRIMA PARTE SESSIONE ORDINARIA ASSEMBLEA PARLAMENTARE CDE





martedì, gennaio 22, 2013

MONTI CAVALLO DI TROIA DEL CENTRALISMO ROMANO E DEI BANCHIERI

di Giacomo Stucchi

E' quanto mai indicativo che le verità nascoste del premier uscente stiano venendo a galla proprio da parte di coloro che all'estero lo avevano più incensato all'atto del suo insediamento a Palazzo Chigi. Che Monti non fosse l'uomo giusto per essere messo a capo del Governo non occorreva certo che fosse il Financial Times a svelarlo, la Lega Nord lo ha sempre detto e i dati hanno confermato a pieno le nostre tesi. Il fatto è che il Professore è diventato Presidente del Consiglio sull'onda di tutta una serie di mezze verità urlate che i cittadini in buona fede sono stati indotti a credere "verità vere", e che certi esponenti politici, specializzati nel camaleontismo di professione, hanno utilizzato per assecondare le loro residue speranze di rimanere nel Palazzo. Quando i montiani vanno in televisione continuano a ripetere come un disco rotto che si deve a Monti l'avere salvato i conti dello Stato e gli stipendi dei dipendenti pubblici, ma è una falsità talmente grossa da non essere più credibile. Numeri alla mano è ormai notorio che quattro miliardi di euro, in tanto è stata quantificata il costo della crisi cosiddetta dello spread, ancorché fosse andata avanti con tassi d'interesse sui titoli di Stato sino al sette per cento, mai avrebbe potuto mandare in bancarotta un sistema che costa quasi ottocento miliardi di spesa pubblica all'anno. Un sistema peraltro che la Lega Nord negli anni di governo ha provato a cambiare democraticamente, trovando però sulla sua strada ostacoli incredibili. Per questo adesso, con la vittoria di Roberto Maroni in Lombardia, si presenta l'occasione storica di costituire il "Grande Nord", una realtà in grado di arginare le pretese assurde di uno Stato centralista e assistenzialista che Bersani e Vendola, con la complicità del trio Monti-Fini-Casini, vorrebbero perpetrare. Prestiamo quindi attenzione a quelle che sono le veritá celate di questa campagna elettorale, perché Monti è il cavallo di Troia di Roma e dei banchieri che vogliono continuare ad arraffare le risorse prodotte dalla nostra gente. Per impedire alla Lega di governare il Grande Nord, e tenere così il 75 per cento delle imposte sul territorio, le stanno provando veramente tutte e fino alle elezioni ne leggeremo ogni giorno di nuove. Ma noi teniamo duro e andiamo avanti per la nostra strada, per Maroni Presidente della Lombardia e con le nostre rinnovate liste al Senato e alla Camera, il cui sostegno e ruolo é indispensabile per ricordare in modo adeguato ai Palazzi romani le vere istanze delle nostre comunità.

domenica, gennaio 20, 2013

20/01/13 - URAGO D'OGLIO - INAUGURAZIONE SEDE LEGA NORD



venerdì, gennaio 18, 2013


18/01/13 - SKY - UN CAFFE' CON..

http://video.sky.it/news/politica/un_caffe_con_giacomo_stucchi/v147551.vid

18/01/13 - TRASMISSIONE TV "L'ARIA CHE TIRA"

http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50307611

mercoledì, gennaio 16, 2013

CON MARONI AL PIRELLONE PER BLOCCARE NEOCENTRALISMO DELLA SINISTRA

di Giacomo Stucchi

La due giorni di lavori di Como dedicati all'ascolto della società civile sui problemi e sulle possibili soluzioni da attuare in regione, con Roberto Maroni Presidente della Lombardia, rappresentano di certo un esempio di politica del fare che da sempre caratterizza la Lega Nord, e della quale mai come oggi se ne avverte una grande necessità. La campagna elettorale per le elezioni in Lombardia sta del resto evidenziando che il Carroccio è l'unico Movimento con idee chiare, condivisibili peraltro da tutti gli elettori, per il futuro della nostra regione. La libertà per il Nord, che passa per la conquista del Pirellone, non è mai stato un tema di parte, sul quale fare dell'ideologia, ma un principio trasversale che tocca la sensibilità di tutti i cittadini padani. Ecco perché le beghe per la conquista delle poltrone romane ci lasciano del tutto indifferenti e la stessa alleanza con il Pdl è funzionale alla vittoria lombarda e alla successiva costituzione della Macroregione del Nord. Quella che si potrebbe concretizzare alla fine del prossimo mese di febbraio, con le tre grandi regioni del Nord a guida leghista, è una condizione storica che non ha precedenti e che potrebbe a sua volta segnare una svolta nel futuro dell'autonomia del Nord. Si tratta di una prospettiva tanto importante quanto semplice, che è stata già ampiamente condivisa dalla base perché rappresenta il nostro sogno. Adesso però bisogna lavorare per la conquista della posta in palio e per vincere la partita della vita che non prevede tempi supplementari. Ci conforta moltissimo avere visto a Como, così come a tutti gli altri Stati Generali del Nord, tanti giovani, perché sono loro che probabilmente usufruiranno dei frutti della nostra lotta. Trattenere il 75% delle tasse in regione è un obiettivo possibile che darà ai cittadini e alle imprese, esistenti o di nuova costituzione, la concreta possibilità di vedere investiti i propri soldi sul nostro territorio, senza intermediazioni romane. Si tratta dell'obiettivo che ci eravamo prefissati di raggiungere in questa legislatura con la piena attuazione del federalismo fiscale ma che, purtroppo, la sinistra prima, e il governo dei tecnici poi, non hanno consentito che si realizzasse. Vincere in Lombardia significa quindi creare una Macroregione al Nord ma anche bloccare ogni rigurgito centralista, statalista e vessatorio, del quale il governo Monti è stato solo un assaggio ma che potrebbe materializzarsi in forma virulenta qualora le sinistre di Bersani e Vendola, con il supporto della stampella centrista, dovessero mettere piede a Palazzo Chigi.

martedì, gennaio 15, 2013

IL NOSTRO FUTURO CON MARONI PRESIDENTE

di Giacomo Stucchi

La presentazione al Viminale del nostro simbolo per le elezioni politiche del prossimo 24 e 25 febbraio non è stato per il sottoscritto un semplice adempimento burocratico ma una missione carica di significati. Il simbolo rappresenta la nostra identità ma anche la nostra storia. Per chi interpreta la politica coi sentimenti, e non solo con i sondaggi, il simbolo ha un valore importantissimo e la Lega Nord poi vi ha sempre attribuito un valore speciale, indispensable a contraddistinguerci dalle altre forze politiche. Così come del resto ci sta contraddistinguendo questo inizio di campagna elettorale, che per il Carroccio è determinante soprattutto in Lombardia. Al di là delle cose che accadranno a Roma, delle possibili rimonte elettorali, dei pareggi in una o in entrambe le Camere, noi miriamo a vincere per la corsa al Pirellone. Noi miriamo a portare a casa la guida della Lombardia per farne, insieme alle altre regioni del Nord, la nostra Macroregione. Noi miriamo a trattenere sul territorio il 75 % delle tasse e salvaguardare gli interessi dei cittadini e delle imprese di casa nostra. Di certo, però, non si può restare indifferenti a certe giravolte politiche romane che fanno veramente a pugni con le intelligenze degli elettori. Come quelle del premier uscente, e siamo certi mai più rientrante, Mario Monti che dopo aver tartassato per più di un anno i cittadini, con inutili balzelli di ogni tipo che peraltro si stanno rivelando ad uno ad uno in queste prime settimane del nuovo anno, adesso si scopre essere contro quelle tasse che lui stesso ha introdotto. Negare di aver voluto una poltica di inasprimento della pressione fiscale, come sta tentando di fare il presidente del Consiglio in tutte le sue apparizioni in tv, attribuendo anche la colpa di queste imposte al governo che lo ha preceduto, è un palese tentativo di imbrogliare le carte che siamo certi tutto il Nord capirà benissimo. Anzi, per essere più chiari, siamo certi che il Nord lo abbia già capito! E la Lega, in particolare, ha sempre capito chi fosse davvero Mario Monti, anche quando altri, non certo noi, gli consegnarono le chiavi di Palazzo Chigi. Il governo tecnico vi si insediò senza nemmeno chiedere il permesso a chi governava per volontà popolare, e cominciò così una stagione di governo tra le più deprimenti e inconcludenti di sempre. Inconcludente perché improntata all'improvvisazione, come dimostrano gli effetti sociali di importanti (almeno sulla carta!) riforme, come quella sul lavoro o sulle pensioni; deprimenti perché dopo i provvedimenti recessivi approvati da Monti chiunque vincerà le elezioni, prima ancora di varare le riforme indispensabili ad andare avanti, dovrà dare ai cittadini una nuova speranza per il futuro. Noi cittadini del Nord abbiamo la certezza che il nostro futuro migliore sia con Maroni Presidente della Lombardia.

DILLO A MARONI









domenica, gennaio 13, 2013

13/01/13 - PRESENTAZIONE SIMBOLO ELETTORALE


giovedì, gennaio 10, 2013

CON BERSANI E MONTI TIRANNIA FISCALE

di Giacomo Stucchi

A molti cittadini sarà di certo capitato in questi primi giorni dell'anno di guardare il saldo del proprio conto corrente e scoprire un addebito di 34,20! Si tratta di uno dei tanti balzelli, targati Mario Monti, con cui i cittadini dovranno fare i conti in questo 2013 appena iniziato. A partire da gennaio di quest'anno infatti l’imposta di bollo sui conti deposito, che l’anno scorso era dello 0,10% dell’importo depositato, è salita allo 0,15%. Come se non bastasse, è stato stabilito il pagamento minimo di 34,2 euro annui, ed eliminato il vecchio tetto massimo di 1.200 euro. La nuova imposta però è solo una delle tante che, dai pedaggi autostradali al canone Rai, i cittadini dovranno mettere in conto nei prossimi mesi. Una situazione che peraltro si aggiunge a dati economici davvero drammatici. Basti pensare a quelli più eclatanti e significativi che indicano, per esempio, un livello di disoccupazione tra i giovani al 37%, roba da paese in via di sviluppo, e un calo delle vendite immobiliari che secondo l'ultimo dato Istat (nel secondo trimestre 2012) registra un crollo di circa il 24% per gli immobili residenziali e di circa il 25% di quelli ad uso economico rispetto allo stesso periodo del 2011. Ora, considerando che il settore immobiliare è fondamentale per l'economia, e che l'indotto riguarda l'edilizia, ma anche l'arredamento, le attività professionali, e molto altro ancora, si capisce benissimo che futuro aspetti non solo ai costruttori ma anche ai proprietari di immobili. Per questa categoria il duo Bersani- Monti ha in serbo anche una revisione del catasto che farà innalzare a livelli stratosferici la pressione fiscale sugli immobili e porterà sul lastrico milioni di famiglie che saranno impossibilitate a pagare le assurde pretese di un governo che, se guidato dal centrosinistra, attuerebbe una vera e propria tirannia fiscale. Qui non si tratta di seminare panico sociale o fare della propaganda, a quella ci stanno già pensando Monti e i suoi seguaci alla ricerca di un posto in Parlamento, ma si chiede a tutti i cittadini di aprire bene gli occhi e di riflettere altrettanto bene prima di votare alla fine di febbraio, sia per le Politiche sia per le regionali in Lombardia. Il progetto di Roberto Maroni Presidente interessa tutti i lombardi, di destra e di sinistra, e consiste nel tenere a casa nostra il 75 per cento delle imposte. Si tratta di un riequilibrio economico e fiscale a favore della Lombardia, necessario affinché il Nord abbia giustizia e possa guardare al futuro con quell'ottimismo e quella capacità di fare che ci appartiene e che invece Roma ladrona vorrebbe toglierci. Prima il Nord, con Maroni Presidente della Lombardia!

lunedì, gennaio 07, 2013

ZOGNO - 05/01/13 - CENA DI SEZIONE





ECO DI BERGAMO - 07/01/13 - LA SODDISFAZIONE DI GIACOMO STUCCHI "ACCORDO IMPRESCINDIBILE PER LA LEGA"

Sull'accordo tra Pdl e Lega si esprime l'onorevole Giacomo Stucchi, vicesegretario federale della Lega Nord: «Esprimo la mia soddisfazione per l'accordo siglato con il Pdl, un accordo che contiene tutto ciò che la Lega Nord riteneva imprescindibile. Con la candidatura di Roberto Maroni abbiamo il miglior candidato, quello giusto per la Lombardia e per tutti i lombardi, e grazie a questo accordo abbiamo messo le basi per realizzare l'EuroRegione, concretizzare il progetto di mantenere nei nostri territori il 75% delle tasse pagate dai nostri cittadini e poter utilizzare queste risorse per far crescere le nostre regioni». «Ed è fondamentale, per noi, che l'accordo preveda esplicitamente che Silvio Berlusconi non sarà il candidato premier: in questo modo tutte le nostre condizioni sono state accettate, abbiamo portato a casa il miglior accordo possibile. E ora avanti: vinciamo la Lombardia e realizziamo l'EuroRegione del Nord!».



giovedì, gennaio 03, 2013

IL "TECNICO" MONTI NON MOLLA LA STANZA DEI BOTTONI


di Giacomo Stucchi

Ciò che più colpisce in questo inizio di campagna elettorale per le Politiche è il tentativo di mistificare la realtà da parte di chi ha governato negli ultimi mesi. Un lavoro 'tecnico' che mira a cambiare le carte in tavola, sia riguardo a presunti meriti che invece il governo Monti non ha, avendo anzi contribuito con forza a causare la grave recessione economica che stiamo tuttora vivendo, sia in merito alle responsabilità storiche di chi nel corso di decenni ha contribuito a creare il mostruoso debito pubblico che ancora oggi ci portiamo dietro. Il debito pubblico infatti non è una calamità naturale, imprevedibile e come tale non imputabile a specifiche responsabilità individuali, ma la conseguenza di scelerate politiche economiche che affondano le loro radici nella prima Repubblica. Non di certo imputabili quindi a chi ha governato negli ultimi anni, ma per le quali sono invece responsabili i partiti che hanno stazionato a Palazzo Chigi per decenni nel corso della prima Repubblica: dalla DC al PSI, dal al PRI al PSDI. Con la complicità, forse ancora più grave, di un Partito Comunista che faceva finta di rimanerne fuori e invece prendeva parte ai giochi di potere. Qui non si tratta di fare un revival storico ma di chiarire, magari a chi andrà a votare per la prima volta o semplicemente agli elettori più sbadati, che in quel terreno politico di alcuni anni fa affondano le radici i partiti che oggi vorrebbero spacciarsi per riformatori e risanatori: dall'Udc di Casini al Pd di Bersani. Democrazia Cristiana e Partito Comunista, le cui origini politiche i nostri novelli riformatori non possono certo rinnegare, sono stati, insieme al Partito Socialista, causando il debito pubblico che oggi tutti i cittadini, soprattutto quelli del nord che producono e pagano le tasse, sono costretti a portare sul groppone. In quest'ottica quindi può apparire ancor più convincente la proposta della Lega Nord di far rimanere sul territorio il il 75% delle imposte. Il nord infatti ha già dato e non intende più continuare a farlo! Casini e Bersani, segretari di partiti le cui origini affondano in una tradizione di governo che ha fatto dello sperpero del denaro pubblico un cavallo di battaglia, non possono quindi venire ad indicare oggi quale sia la strada migliore per uscire dalla crisi. Tanto più, poi, dopo essere stati convinti sostenitori di un governo cha ha procurato solo danni e che nonostante la sua natura 'tecnica' è ancora saldamente nella stanza dei bottoni, da dove manovra per condurre una campagna elettorale mistificatoria.