Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, maggio 30, 2017

LA LEGA NORD ALTERNATIVA AL TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO DI RENZI E GENTILONI



di Giacomo Stucchi

La volontà della Lega Nord di andare al voto è nota da tempo; ed è sempre stata anche la più lineare rispetto a tutte le altre forze politiche che, chi più chi meno, hanno sempre fatto del dibattito sul sistema di voto una merce di scambio. La Lega Nord, invece, ha sempre agito alle luce del sole, parlando agli elettori e non nei conciliaboli di Palazzo. Abbiamo anche sostenuto l'opportunità di conciliare il nuovo sistema di voto con le esigenze di governabilità e rappresentatività, che sul piano della legge elettorale si possono meglio garantire con sistemi perlopiù maggioritari, ma prendiamo atto che non tutti dentro e fuori il Parlamento sono sulla nostra lunghezza d’onda. Le forze politiche che hanno i numeri per determinare le scelte in questo Parlamento facciano, quindi, come ritengono più opportuno, ma ci portino presto al voto. Finirà così la sceneggiata del governo fotocopia di Gentiloni, nato solo per tenere in caldo la poltrona a Matteo Renzi. Un governo che non ha fatto nulla, a parte far perdere tempo al Paese e ai cittadini, e che non sarà certo rimpianto.

A cominciare dal Pd che, infatti, non si pone il minimo problema nel buttarlo alle ortiche; e a differenza,invece, di chi pronostica disastri di ogni tipo in caso di voto anticipato, perché vorrebbe mantenere a galla il più possibile il governo Gentiloni al solo scopo di tenere la poltrona. Ma tant’è, attendiamo l’evolversi della situazione e confidiamo di poter andare a votare al più presto. Questo consentirà, tra l’altro, di fare chiarezza. Ogni voto dato alla Lega Nord, infatti, servirà ad impedire altri governi Renzi o Gentiloni, perchè noi siamo alternativi alla loro politica del tirare a campare e del tanto peggio tanto meglio. Ultimo “fulgido esempio” di questa pratica di governo è stata l’abolizione dei voucher. Uno strumento utile in alcuni casi, del quale però i soliti furbi hanno abusato. E allora il Pd, anziché trovare delle soluzioni per individuare e punire chi ha fatto abuso di questo strumento, ha pensato bene di eliminarlo del tutto, salvo poi essere costretto a pensare a una nuova disciplina anche per scongiurare che per i lavori occasionali, che rimarranno sempre, il lavoro nero la faccia da padrone.

lunedì, maggio 29, 2017

29/05/17 - CAMAIORE - Incontro pubblico su sicurezza


domenica, maggio 28, 2017

28/05/17 - MARTINENGO - FESTA LEGA NORD




28/05/17 - POGNANO - FESTA LEGA NORD




giovedì, maggio 25, 2017

CON LA LEGA NORD PER GUARDARE AVANTI


di Giacomo Stucchi

Le precisazioni di Silvio Berlusconi sulla natura tecnica del possibile accordo con Matteo Renzi sulla legge elettorale, la dicono lunga sulla preoccupazione concreta che l’ex premier ha di apparire agli occhi dell’opinione pubblica come controparte di un nuovo inciucio. Vedremo cosa accadrà. Per il momento ciò che conta davvero è fare in modo che il confronto elettorale si possa finalmente concretizzare. Dopo i fallimenti del governo Renzi, un referendum popolare che ha detto no alle sue riforme pasticciate e un esecutivo Gentiloni inconcludente, le urne sono un atto dovuto nei confronti dei cittadini. Per arrivarci, però, il Capo dello Stato ha chiesto l’approvazione di una nuova legge elettorale in grado di rendere omogenei i sistemi elettorali di Camera e Senato, al momento pasticciati e incoerenti anche grazie all’eredità politica lasciataci da Renzi. Pur di andare a votare al più presto la Lega Nord ha dato la massima disponibilità, accettando qualsiasi legge elettorale. Proporzionale o maggioritario, ma anche Italicum con le correzioni che si rendessero necessarie, ogni soluzione va bene purché si esca dal ginepraio nel quale ci troviamo e si raggiunga il nostro obiettivo: dare la parola al popolo. A quel punto saranno gli elettori a dire la loro.

Potranno liberamente decidere se premiare partiti che sulla legge elettorale, così come su molte altre cose, hanno cambiato idea mille volte in base alle loro convenienze, oppure se dare fiducia alla Lega Nord, che non ha mai cambiato direzione, e che già governa con successo in Lombardia, Veneto e Liguria. Le nostre idee da sottoporre agli elettori sono sempre state chiare e sono state esplicitate al congresso di Parma. Declinando in chiave locale temi come il federalismo, l’autonomia, e i referendum che verranno celebrati nelle regioni Lombardia e Veneto, si riuscirà a dare una risposta al territorio per il quale è nata la Lega ma anche a guardare avanti con le nuove prospettive che ci attendono.

martedì, maggio 23, 2017

LA PAROLA AL POPOLO

di Giacomo Stucchi

Fra tutte le questioni sul tappeto quella che appassiona meno i cittadini è di certo il dibattito sulla legge elettorale. Argomento fumoso e stucchevole, ostico ai più e che appare meno prioritario rispetto a molti altri problemi. Come lo sono il tasso di disoccupazione da record, l’economia in stallo, e molto distante dalle performance degli altri Paesi europei, come certificato anche dall’Istat nelle 'Prospettive per l'economia italiana nel 2017', la sicurezza pubblica, messa a dura prova dal terrorismo internazionale. In una democrazia compiuta, tuttavia, il sistema di voto fa parte di quelle regole del gioco che servono a tenere in piedi un sistema. Per questo la Lega Nord, che celebrato il suo congresso procede unita, ha sempre dato la propria disponibilità ad approvare qualsiasi legge elettorale per mettere, finalmente, il Paese nelle condizioni di andare a votare. Le elezioni, infatti, sono l’unico modo per avere un governo legittimato dal popolo. Sembra un’affermazione scontata ma non lo è se si pensa alla storia recente che ha visto governi tecnici, come quello Monti, assurgere al ruolo di “salvatori della patria” e con questa scusa approvare imposte e riforme che hanno poi depresso l’economia.

Giova ricordare, però, che il caos di oggi è stato determinato dall’imperizia di Matteo Renzi che ha messo il carro davanti ai buoi facendo approvare al Parlamento con i voti di fiducia una legge elettorale prima ancora che la riforma del sistema costituzionale, per il quale l’Italicum era stato concepito, venisse confermata dal voto referendario. Come al solito, poi, l’ex premier gioca sull’equivoco sostenendo che l’attuale situazione di stallo è da attribuire al risultato del referendum del 4 dicembre, ma in realtà non è così perché la “legge elettorale più bella del mondo “, come la definì il segretario del Pd a suo tempo, è stata in parte bocciata dalla Consulta. Se adesso c’è una palude, quindi, è Renzi che ha contribuito a determinarla. Dopo il referendum, poi, il Paese ha dovuto aspettare per altri cinque mesi i comodi del Pd, impegnato nella lunga procedura congressuale. Ecco perché sentire adesso i renziani sollecitare le altre forze politiche a fare presto sulla legge elettorale suona davvero come una beffa; e tuttavia non ci tiriamo certo indietro rispetto al confronto politico, alla luce del sole, senza alcuna contropartita ma solo nell'interesse dei cittadini. I pretesti per riedizioni di vecchie forme di inciuci, che non hanno portato alcun beneficio al Paese, li lasciamo agli altri.

23/05/17 - BAGNI DI LUCCA - INCONTRO PUBBLICO LEGA NORD




domenica, maggio 21, 2017

21/05/17 - PARMA - CONGRESSO FEDERALE LEGA NORD




venerdì, maggio 19, 2017

19/05/17 - CALUSCO D'ADDA - Incontro pubblico su sicurezza e terrorismo.



19/05/17 - BREMBATE - FESTA LEGA NORD




giovedì, maggio 18, 2017

RIDUZIONE DELLE TASSE? PADOAN LO DICA ALLE IMPRESE



di Giacomo Stucchi

"Il taglio delle tasse deve essere fatto e subito: si tratta di un progetto improrogabile ed è pertanto inaccettabile constatare che il governo è incerto. Non è vero che la pressione è stata ridotta e nei prossimi anni imprese e famiglie saranno chiamate a versare sempre più denaro nelle casse dello Stato". Queste parole non sono di un esponente dell’opposizione al governo Gentiloni ma del vice presidente di Unimpresa, Claudio Pucci, che ha commentato le dichiarazioni del ministro per l'Economia, Pier Carlo Padoan, secondo il quale "lo sforzo per abbattere la pressione fiscale è avvenuto e dovrebbe continuare ad avvenire". Quella del ministro è un’affermazione che non ha riscontro nella realtà. Quella stessa realtà che Padoan tenta di mistificare in ogni occasione. Le parole di Pucci, invece, rappresentano il grido di dolore di decine di migliaia di aziende che danno lavoro a moltissimi dipendenti.

Se le piccole e medie imprese, da sempre ossatura principale della nostra economia, continuano a soffrire e a rischiare addirittura la chiusura, contrariamente a quanto avviene in altri Paesi dell'Ue dove invece l'impresa viene incentivata, è anche perché chi ha governato negli ultimi anni non ha fatto nulla per invertire la tendenza. Basta, quindi, con questa bufala sulle tasse che scendono. E’ fin troppo evidente infatti, dati alla mano, come la pressione fiscale non potrà scendere nell’immediato periodo se a Palazzo Chigi rimarrà ancora un governo sotto tutela che non prende nessun tipo di decisione, se non quelle dettate dal segretario del Pd. Il quale, peraltro, quando ha governato, più che abbassare le tasse, ha fatto il gioco delle tre carte; confondendo abilmente le cose ma lasciando inalterata una pressione fiscale insopportabile. La verità è che senza una seria politica di tagli alla spesa pubblica, che prenda il toro per le corna eliminando gli sprechi e le sacche di privilegi, nei prossimi anni siamo destinati a una stangata fiscale continua. Ma anche su questo fronte, con Renzi al governo, le iniziative in atto sono state stroncate sul nascere. Altro che riduzione delle tasse annunciata da Padoan!

martedì, maggio 16, 2017

UN PAESE ALLA DERIVA




di Giacomo Stucchi

Mentre il premier Paolo Gentiloni in conferenza stampa a Pechino, al termine della missione in Cina, chiarisce che sulla vicenda della sottosegretaria Boschi “non ci sono novità e non ci sono certamente implicazioni per il governo”, ci sono eccome, invece, degli effetti negativi dell'azione dei governi a guida Pd sui nostri conti pubblici. I dati di Bankitalia, infatti, che non possono essere smentiti dalla propaganda, certificano a marzo un nuovo record del debito pubblico: 2.260 miliardi di euro. Una cifra stratosferica che supera i 2.217 miliardi di euro di febbraio, che erano già stati indicati come soglia mai raggiunta. Come se non bastasse calano gli investimenti degli stranieri nei titoli di Stato e aumentano, però, le entrate tributarie. Insomma, per gli investitori il nostro rimane un Paese dal quale tenersi alla larga.

Per scongiurare il poco invidiabile record sul debito pubblico i governi fotocopia Renzi-Gentiloni, e in primi luogo il loro ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, non hanno fatto nulla; con buona pace dei tanti propositi sulla riduzione del debito e le tante promesse fatte in tal senso ai partner europei. Logico, quindi, che a Bruxelles guardino con sospetto ai nostri conti pubblici. Soprattutto alla luce della cosiddetta flessibilità concessa nel 2016 e legata principalmente all’impegno, puntualmente disatteso, dell’allora governo Renzi di aumentare gli investimenti rispetto al 2015.

La sensazione è che tutti i nodi stanno venendo al pettine e fanno anche capire perché l'ex premier ha tanta fretta di andare a votare. A differenza della Lega Nord, infatti, che vuole le urne per rispetto ai cittadini e alle loro sacrosante aspettative di un governo legittimato dal voto popolare, Renzi potrebbe volere il voto presto solo per scansare i suoi fallimenti, soprattutto in economia, prima che gli stessi siano conclamati. Magari a seguito di una significativa manovra economica nel prossimo autunno che, per forza di cose, non potrà contenere quegli “effetti speciali” coi quali in campagna elettorale l’ex premier ha sempre cercato di lisciare il pelo agli elettori. Anche i dati sul Pil dei primi tre mesi del 2017, del resto, non sono di certo entusiasmanti, soprattutto se paragonati a quelli degli altri Paesi europei. Mentre la crescita del Pil, per lo stesso periodo, è dello 0,5% nella media dell'Eurozona, la stessa si ferma allo 0,2 % nel nostro Paese. Solo la Grecia va peggio dell’Italia.

domenica, maggio 14, 2017

14/05/17 - BONATE SOPRA - FESTA LEGA NORD



sabato, maggio 13, 2017

13/05/17 - BERGAMO - Bergamofestival FARE La PACE - Centro Congressi Giovanni XXIII.



venerdì, maggio 12, 2017

12/05/17 - DALMINE - FESTA LEGA NORD




12/05/17 - BONATE SOPRA - FESTA LEGA NORD



LEGGE ELETTORALE ANCORA IN ALTO MARE

di Giacomo Stucchi


Anche grazie a Matteo Renzi e al Pd avere una nuova legge elettorale sembra essere diventato un vero problema. Non solo  a causa delle distanze tra le diverse posizioni in campo, ma anche per i continui tira e molla che il segretario del Pd continua a fare, probabilmente anche  per nascondere le divisioni interne al suo stesso partito. Una situazione di stallo dovuta sopratuttuo alle mosse del partito di maggioranza relativa, che ha tentato di dare un colpo al cerchio, il M5S, e uno alla botte, Forza Italia. Vedremo poi cosa accadrà in commissione Affari costituzionali e in Aula a partire dal 29 maggio.

La sensazione, però,  è che mesi di discussioni e tattica non siano bastati ai partiti, che in Parlamento hanno i numeri per determinare qualsiasi risultato,  per venire fuori da questa situazione e mettere il Paese nelle condizioni di avere una buona legge elettorale.  Avremmo sperato che Renzi si fosse davvero convinto della necessità di risolvere a breve il problema di un nuovo sistema di voto, cosa peraltro difficile da realizzare senza un accordo in Parlamento quanto più condiviso possibile, ma per il momento i fatti sembrano dire il contrario.  Per cui, dopo cinque mesi di chiacchiere,  il rischio concreto è quello di tornare al punto di partenza e  non arrivare a nulla. Sarebbe stato più logico allora, come chiedeva la Lega Nord, andare a votare subito e almeno avremmo evitato il governo fotocopia Gentiloni.
 
Se il nuovo corso del segretario del Pd è quello che si registra in queste ore siamo messi davvero molto male. Altro che sondaggi favorevoli per il Pd, Matteo Renzi ben presto scoprirà che vincere le elezioni Politiche, cosa che non ha mai fatto, non è la stessa cosa che sbaragliare gli avversari nelle primarie del suo partito.