Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, novembre 30, 2017

UN NUOVO TAX DAY PER PAGARE LE MARCHETTE ELETTORALI DEL PD




di Giacomo Stucchi

L’atteggiamento del governo Gentiloni, ancor più in questo scorcio di fine legislatura,  è sempre stato quello di assecondare le convenienze elettorali del Pd.  Mai una volta che al premier fosse venuto in mente di agire nell’interesse dei cittadini, che sono invece costretti ad assistere alle sterili discussioni tra il Pd e i suoi alleati su come fare per sopravvivere politicamente al ciclone elettorale che verosimilmente li spazzerà via nel 2018. Mentre lor signori litigano gli italiani, però, pagano  una montagna di denaro nel tax day del 30 novembre, che vede  costretti i contribuenti a versare 32 miliardi di euro per circa 80 adempimenti; e  poi, invece, nella manovra si  dimezza il bonus bebe', non si riduce il carico fiscale e anzi si stanziano altri  miliardi di euro per l'immigrazione. Insomma, una vera e propria follia che solo la sinistra al governo può porre in essere. Che fa il paio, del resto, con l’altra anomalia, aggravata dalla maggioranza parlamentare che tiene in vita il governo in carica, di un confuso e caotico welfare costruito negli ultimi anni dal centrosinistra, fatto di bonus e sconti estemporanei elargiti senza alcun criterio. Nessuna visione generale di come costruire un’efficace assistenza sociale ma solo marchette elettorali per conquistare il consenso elettorale di questa o quell’altra categoria. È questo il fatturato politico dei governi targati Pd che continuano a portare avanti i soliti provvedimenti acchiappavoti, vera e propria ultima spiaggia del centrosinistra. Dinanzi a tanta inconcludenza politica non si può restare che basiti per la faccia tosta dell’ex premier quando afferma che loro “non fanno flat tax o il reddito di cittadinanza ma danno una mano a fine mese a chi lavora”. Un governo che si rispetti , infatti, non dà una mano a fine mese ma crea le condizioni affinché tutti i cittadini,  lavoratori, bisognosi di aiuto, giovani, studenti, operai, professionisti, casalinghe, dipendenti, anziani, possano vivere dignitosamente e in sicurezza.

martedì, novembre 28, 2017

LE CONTRADDIZIONI DEL PD E QUEL NO CHE RITORNA

di Giacomo Stucchi

Davvero non si capisce come Renzi possa pensare di continuare a prendere in giro gli elettori. Anche i più ingenui, infatti, hanno capito che al segretario del Pd non interessa un bel nulla delle priorità dei cittadini ma solo tentare di trovare un minimo comune denominatore, dal biotestamento allo ius soli, per una nuova armata Brancaleone di centrosinistra da presentare agli elettori alle elezioni della prossima primavera. Ma si tratta solo di un vano tentativo che la dice lunga, peraltro, sulle gravi difficoltà che l’ex premier e i suoi alleati incontrano ogni giorno di più nel cercare di essere credibili agli occhi dell’opinione pubblica. La verità è che dicono di voler attuare politiche di sinistra ma non riescono a mettere in campo serie misure di contrasto alla povertà, si dichiarano a favore dello sviluppo ma gli investimenti languono, si vantano tanto per aver approvato il Jobs act ma poi sono gli artefici dello smantellamento dei diritti dei lavoratori, sproloquiano sui temi della sicurezza ma lesinano risorse al comparto preposto a garantirla, promettono pensioni anticipate ma litigano sulle categorie sociali che ne dovranno beneficiare. Insomma, queste e molte altre sono le contraddizioni del Pd. Di un partito e della sua classe dirigente che, dopo più di un lustro nella stanza dei bottoni e una diuturna lotta per la conquista di un posto al sole, vorrebbe fare credere di poter continuare a guidare il Paese. Una circostanza che, ne siamo certi, non si ripeterà alle prossime elezioni. Per la semplice ragione che non esiste un progetto di governo della coalizione di centrosinistra serio e credibile. Un fatto corroborato da un sondaggio secondo il quale, ad un anno dal referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, il cui esito ha determinato le dimissioni del governo Renzi, lo scenario rimarrebbe immutato, con i contrari che prevarrebbero nettamente attestandosi a 61% (contro il 59,1% di 12 mesi fa). Segno evidente di quanta poca fiducia hanno i cittadini nel Pd e nel suo segretario.

giovedì, novembre 23, 2017

AL VOTO IL PRIMA POSSIBILE


di Giacomo Stucchi
 
I moniti dell’Unione europea al governo Gentiloni e al Ministro dell’economia Padoan, sulla necessità di raddrizzare i nostri conti pubblici, sono ormai all’ordine del giorno. Un fatto che la dice lunga sull’incapacità dei governi di centro sinistra non solo a tenere i conti in ordine, peraltro con una congiuntura economica favorevole, grazie alla politica dei bassissimi tassi di interesse fin qui portata avanti dalla Banca centrale europea, ma anche a farsi rispettare dai burocrati di Bruxelles. I quali da un lato chiedono il rigore sui conti, anche a costo di enormi sacrifici per i cittadini, e dall’altro lato, però, assegnano la sede dell’Ema (e il suo indotto da circa due miliardi di euro l’anno) senza tenere conto di dati oggettivi, in base ai quali Milano non avrebbe avuto rivali. Ma che futuro può mai avere un’Unione siffatta? E che futuro può mai avere un Paese guidato da un governo incapace di far valere le proprie ragioni? Ormai da mesi ascoltiamo la favoletta di un economia in costante crescita e di un governo che dovrebbe accompagnarla, ma poi scopriamo che l’Ue avverte sulla necessità di una manovra correttiva nella prossima primavera che potrebbe valere alcuni miliardi di euro; e non servono a consolare granché le dichiarazioni di Padoan che smentisce questa ipotesi. Purtroppo tutti hanno ormai capito che questo inconcludente governo lascerà solo macerie, con l’aggravante che più resta al suo posto e più fa danni su pensioni, sicurezza, lavoro, tasse, e molto altro ancora. Inoltre preoccupano i temi oggetto di trattative messi sul piatto nel centrosinistra per cercare di trovare la quadra. Si tratta, infatti, di misure ispirate dalla convenienza del Pd e dei suoi alleati, costretti ad inventarsi di tutto pur di risalire la china di un consenso elettorale, ma che non servono al Paese. Ecco perché occorre andare a votare al più presto e mettere i cittadini nelle condizioni di scegliere a chi affidare il futuro del nostro Paese, visto che sul presente è meglio stendere un velo pietoso.

martedì, novembre 21, 2017

IL GOVERNO ANZICHE' BATTERSI PER L'EMA PENSA ALLO IUS SOLI



di Giacomo Stucchi
Se dopo mille giorni di Renzi e quasi un anno di Gentiloni a Palazzo Chigi la compagine di governo guarda a vecchie e fallimentari formule politiche per ripresentarsi alle elezioni, significa davvero che il Pd e i suoi alleati sono davvero alla frutta. Una circostanza della quale sembrano essere consapevoli gli stessi elettori di quella parte politica, che infatti la stanno abbandonando. E’ ormai chiaro a tutti che eventuali ammucchiate nel centrosinistra servirebbero solo a non soccombere alle prossime elezioni Politiche, ma non farebbero certo l’interesse del Paese. Anche alla luce dell’esperienza passata, infatti, non c’è nessuna possibilità che le varie anime della galassia vicina al Pd possano trovare uno straccio di intesa e di un programma condiviso. Si tratta di un film già visto. Del resto basta guardare ai fatti delle ultime ore per rendersi conto di quanto sia deleteria la permanenza della sinistra nella stanza dei bottoni, con la sua incapacità a far assegnare a Milano, la città europea con le migliori credenziali, l’Agenzia Europea del Farmaco. Un obiettivo che il governo Gentiloni avrebbe dovuto perseguire con tutta la determinazione possibile e che invece, forse perché troppo impegnato nel dirimere la litigiosità delle forze politiche che lo appoggiano, si è fatto sfuggire da sotto il naso. Un altro segno evidente dello scarso prestigio che il governo ha a livello europeo. Tuttavia, data per scontata l’incapacità atavica del centrosinistra di condividere qualcosa (ad eccezione dell’occupazione delle poltrone), ciò che al momento preoccupa di più è il fatto che sul tavolo delle trattative ci siano proposte scellerate, come lo ius soli, che vengono utilizzate come merce di scambio. Nel centrosinistra, infatti, pur di fare un accordo che permetta di sopravvivere politicamente alle prossime elezioni, sarebbero disposti persino a votare una legge che riconosca la cittadinanza a quasi un milione di persone. Un provvedimento del quale francamente nessuna persona di buon senso, che non guardi a un mero interesse elettorale di parte ma all’interesse generale, sente la necessità.