Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

domenica, novembre 30, 2014

30/11/014 - OSIO SOTTO - Inaugurazione nuova Sede LegaNordPadania ‪


sabato, novembre 29, 2014

29/11/14 - SAN PELLEGRINO TERME - Convegno su riapertura Casinó Municipale.



venerdì, novembre 28, 2014

27/11/14 - SPIRANO - FESTA OROBICA





IL LAVORO E' LA WATERLOO DEL GOVERNO RENZI

di Giacomo Stucchi

Il governo, è proprio il caso di dirlo, dà i numeri. Mentre  il Ministero del Lavoro comunica dati incoraggianti, attribuiti alla presunta bontà dei provvedimenti del governo, l’Istat gela immediatamente le aspettative comunicando, a sua volta, il dato tendenziale sul tasso di disoccupazione che, nel mese di ottobre, è stimato al 13,2%. Il dato fornito dall’Istat, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,0 punti nei dodici mesi (55mila occupati in meno rispetto a settembre e 286mila nei dodici mesi), segna il massimo storico e riporta il mercato del lavoro ai livelli, addirittura, del 1977. Numeri che sono, se possibile, ancora più preoccupanti se si pensa anche all’aggravarsi della disoccupazione giovanile, 708 mila tra i 15 e i 24 anni,  con  una percentuale che sale pericolosamente al 43,3 %. Insomma il fronte del lavoro è oggi per il governo Renzi una vera e propria Waterloo.  Per un esecutivo, infatti, che da mesi propaganda provvedimenti ritenuti  risolutivi, generando in coloro che vivono il  dramma della disoccupazione aspettative poi disattese, i numeri dell’Istat dovrebbero davvero consigliare di trovare una via d’uscita per mettersi da parte. Il dato dell’Istat, però,  non ci stupisce.  Al di là dei contenuti sui provvedimenti  del governo   è il metodo infatti che non funziona. Decine  di annunci, continui stop and go sul Jobs act, determinati anche dal clima da “guerra fredda” tra le diverse anime del Pd, che invece dovrebbero  corroborare l’azione del governo, ma anche  la battaglia personale che il premier ha ingaggiato coi sindacati, non aiutano di certo a creare nuovi posti  di lavoro.  Insomma, in un contesto di totale incertezza, è abbastanza ovvio che un'impresa, ancorché intenzionata ad assumere,  decida di aspettare  prima di prendere le sue decisioni.  Nel frattempo, però, trovare un lavoro rimane una fatica improba. 

martedì, novembre 25, 2014

UNA LEGA CHE SA ASCOLTARE

di Giacomo Stucchi

Le analisi sul voto fatte da osservatori vicini o contigui al premier mirano a ridimensionare lo storico successo della Lega Nord alle elezioni regionali in Emilia Romagna.  In realtà la considerazione più importante da fare  è che  la Lega Nord è l’unica forza politica che sa ascoltare la gente; e per questo può ancora crescere. Mentre tutti gli altri stanno lì ad almanaccare su riforma elettorale e altre cose, pur importanti ma non prioritarie in questo momento, noi badiamo al sodo: lavoro, più sicurezza  e meno tasse. Denunciare lo scandalo di un governo che paga vitto e alloggio agli immigrati che vengono ospitati in albergo, quando gli operai italiani perdono il lavoro e i pensionati devono vivere con cinquecento o seicento euro al mese, non significa soffiare sul fuoco del malessere sociale ma mettere, quello sì, il solito finto buonismo della sinistra dinanzi alle proprie responsabilità.  Altro che accuse di razzismo e di xenofobia, ormai  stantie e che rappresentano peraltro un boomerang che si ritorce contro chi le muove. La verità è che Renzi dopo  dieci mesi a Palazzo Chigi non ha risolto una sola questione delle tante sul tappeto e  la gente, che non si fa più incantare dalle belle parole,  comincia a pensare che non lo farà nemmeno in futuro. Ancora oggi il premier continua a parlare di una fantomatica battaglia che  starebbe combattendo in Europa per far cambiare verso alla politica del rigore economico condotta sino ad oggi, ma intanto le stringenti norme di Bruxelles sono ancora lì e il Carroccio è l’unico movimento a dire alla gente come stanno davvero le cose. Ovvero che non ci sono prospettive di crescita e di sviluppo in questa Europa; a maggior ragione, poi, se a guidarla è un esponente come Jean Claude Junker,  che ha già detto chiaro e tondo di non avere alcuna intenzione di invertire la rotta.

venerdì, novembre 21, 2014

21/11/14 - Fine Campagna Elettorale a PARMA





21/11/14 - TERNO D'ISOLA - SERATA MUSICALE



giovedì, novembre 20, 2014

BLOCCATI IN MEZZO AL GUADO

di Giacomo Stucchi

Le perplessità sulla riforma elettorale emerse nelle audizioni in Commissione Affari costituzionali al Senato denotano che la decisione del governo Renzi di mettere in pista contemporaneamente la riforma del sistema di voto e quella di revisione costituzionale, per il superamento del bicameralismo perfetto, non è stata una grande idea. Qui non si tratta, lo ribadiamo ancora una volta, di negare l’importanza e la necessità del processo riformatore, sia del sistema di voto sia della bicameralismo perfetto (che peraltro poteva in parte essere superato con una semplice modifica dei regolamenti parlamentari in grado di velocizzare l’iter legislativo), ma le cose andavano fatte in modo diverso. Renzi invece ha voluto accelerare a modo suo per dare l’impressione di essere in grado di riuscire là dove altri prima di lui avevano fallito, ma adesso tutti i nodi stanno venendo al pettine. Dopo quasi dieci mesi siamo ancora bloccati in mezzo al guado e, al momento, non abbiamo né una nuova legge elettorale né un sistema legislativo più veloce. Nel frattempo, però, il governo si è del tutto disinteressato delle cose che invece avrebbero richiesto un immediato intervento. Mi riferisco, per esempio, alla tassazione immobiliare. Un girone dantesco per i proprietari di immobili, grandi e piccoli, dal quale non si riesce proprio a uscire a causa dell’indifferenza  del governo che è rimasto del tutto inerte dinanzi al crogiolo di scadenze e  astrusità (frutto anche della folle legislazione dai due precedenti governi, Monti e Letta) che hanno portato oggi i proprietari di una casa a vivere un incubo perenne. E poi a Palazzo Chigi si meravigliano del perchè i consumi non ripartono, loro che hanno continuato a spremere tutte le categorie sociali! La verità è che continuare a tartassare il cittadino è comodo e facile, mentre è molto più difficile, ma di certo  più opportuno, cominciare a tagliare, per esempio, nelle selva delle società partecipate, che da sole costano molti miliardi di euro.

martedì, novembre 18, 2014

I FALLIMENTI DEL GOVERNO RENZI

di Giacomo Stucchi

Il dibattito sulla riforma del lavoro, con la relativa appendice  sull’articolo 18, è diventato surreale. Al punto che è davvero  difficile per chiunque, anche per gli addetti ai lavori, capirci qualcosa nella diatriba in corso tra le forze politiche di maggioranza ma anche all’interno dello stesso Pd, partito specializzato in divisioni interne, e persino nella minoranza. Vogliono far credere  che da questo articolo, e più in generale dal Jobs Act, dipendono i destini del Paese, ma non è così. Si tratta solo di una melina parlamentare per prendere tempo e restare il più a lungo possibile nella stanza dei bottoni. Un governo che avesse avuto davvero a cuore le sorti del Paese, coi risultati disastrosi che ormai a ritmo quotidiano tutti gli indicatori economici certificano (l’ultimo è quello dell’Istat sul crollo della produzione nel settore costruzioni), si sarebbe già dimesso da un pezzo. Ma al premier fa gioco spostare sempre un pò più avanti le scadenze. Renzi infatti aveva annunciato una svolta in economia con l’insediamento della nuova Commissione europea che avrebbe fatto “cambiare verso” a Bruxelles,  abbandonando il rigore e favorendo la crescita; ma non sta andando proprio così perché la nuova leadership dell’Ue non ha nessuna intenzione di mettere in discussione  la consueta politica di austerità. Poi il premier, sostenendo di confidare in una ipotetica sponda da parte del presidente degli Stati Uniti Barack Obama e del primo ministro inglese David Cameron, ha detto che si sarebbe fatto valere al tavolo del G20 in Australia per ottenere una maggiore flessibilità della Merkel sui conti pubblici; ma anche questo summit non sarà certo ricordato per aver cambiato i nostri destini. Adesso il presidente del Consiglio guarda ai prossimi mesi e continua a promettere mari e monti ma l’opinione pubblica, che nel frattempo si è fatta un’idea ben precisa del personaggio, non abbocca più. Al netto della sua capacità di sintesi (da 140 caratteri) e di comunicazione televisiva, la verità è che l’ex sindaco di Firenze da quando è a Palazzo Chigi  ha inanellato una serie di fallimenti, sia in politica estera sia in quella economica, che davvero non hanno precedenti nella storia recente e che non porteranno a nulla di buono per il nostro Paese.

domenica, novembre 16, 2014

16/11/14 - Presidio Lega Nord Bergamo al Gleno. ‪‎BastaClandestini‬





sabato, novembre 15, 2014

15/11/14 - ZOGNO - Manifestazione Manifattura MVB



giovedì, novembre 13, 2014

LE PAROLE NON BASTANO PIU'

di Giacomo Stucchi

E’ davvero singolare che il premier, che si dice attento alle esigenze della gente, passi in realtà gran parte del suo tempo in vertici e incontri per discutere di riforma del sistema elettorale. Un tema sul quale i cittadini non si appassionano per niente, avendo di certo ben altri problemi in cima ai loro pensieri. A cominciare dalle morti e dalle distruzioni provocate dal maltempo, che ha fatto letteralmente cedere il terreno sotto le case, le aziende, le attività commerciali. Dinanzi a questi disastri, ormai sempre più frequenti, non ci si può limitare a manifestare solidarietà agli alluvionati solo a parole ma bisogna dimostrare coi fatti di non volerli abbandonare al loro destino. Anche perché si tratta di una situazione drammatica che si somma a quella già esistente di centinaia di aziende che, a causa della crisi, continuano a chiudere lasciando a casa migliaia di lavoratori. Le cose poi non vanno di certo meglio sul fronte della sicurezza dove, come prevedibile, la coabitazione tra gli immigrati nelle strutture di accoglienza e la gente per bene, che paga le tasse e vorrebbe solo vivere tranquilla, diventa sempre più insostenibile. Il lassismo del governo ha infatti trasformato interi quartieri di grandi città, ma anche tranquille comunità dei centri più piccoli, in terreno di conquista per migliaia di immigrati che ogni giorno campano di espedienti, mettendo a repentaglio la sicurezza delle famiglie. Che potrebbe peraltro aggravarsi ancora di più se fossero confermate le voci di ulteriori tagli nel comparto sicurezza, con la chiusura di altri presidi di legalità come i commissariati di polizia o le stazioni dei carabinieri. Dinanzi a tutto questo non si capisce come possa il presidente del Consiglio avere come primo pensiero quello della legge elettorale! La verità è che dopo quasi nove mesi di governo Renzi, con una legge di stabilità deludente e per niente in grado di tirare fuori il Paese dalle secche delle recessione, lavoratori autonomi, famiglie, imprese, pensionati, disoccupati, possono solo constatare di essere stati dimenticati da un esecutivo bravo solo a parole.
 

 

giovedì, novembre 06, 2014

I CANTIERI APERTI DAL GOVERNO NON PORTANO A NULLA

di Giacomo Stucchi

La doppia sberla che il nuovo presidente della Commissione europea  Juncker ha dato al premier Renzi, in una sola settimana, è di quelle che lasciano il segno. Ammesso che il  presidente del Consiglio avesse mai avuto la reale intenzione di fare la voce grossa in Europa per ottenere una maggiore flessibilità sui conti pubblici, Juncker ha tolto di mezzo ogni velleità ribadendo con forza ruolo, obiettivi e regole dell’Ue. Una strada che noi da sempre giudichiamo sbagliata, che porterà le economie europee al disastro e che persino l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha  stigmatizzato, osservando come "la zona euro sta rallentando fino a fermarsi e rappresenta un rischio rilevante per la crescita mondiale, con la disoccupazione che resta alta e l'inflazione persistentemente lontana dall'obiettivo”. Sarebbe ora perciò che Renzi la smettesse di raccontare questa storiella  dell’Ue che cambia verso; la verità è che le politiche tristemente note di Bruxelles sono state ribadite con forza e, purtroppo, non sarà certo il nostro premier a farle cambiare; e nemmeno l’ex ministro Federica Mogherini, assurta  al ruolo di Alto rappresentate dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza ma non per questo nelle condizioni di poter determinare chissà quali  cambiamenti. Sul fronte interno le cose non vanno meglio. Dopo avere messo in campo tanti provvedimenti importanti, dalle  riforme istituzionali a quella del lavoro, l’ ingorgo parlamentare che ne è derivato era assolutamente inevitabile. Ma, al di là del metodo,  sono i contenuti dei provvedimenti che non convincono. Basti pensare, per esempio, al decreto  “sblocca Italia”, appena approvato con l’ennesimo voto di fiducia, che produrrà di certo più problemi di quanto non intenda, sulla carta, risolverne; ma anche all’eterno cantiere aperto sul Jobs Act, che al momento, in attesa del suo varo definitivo, l’unico risultato che sta ottenendo è quello di bloccare eventuali assunzioni che mai nessun imprenditore si sognerebbe di fare senza prima avere certezze sui contenuti dell’annunciata riforma.

martedì, novembre 04, 2014

LE PROMESSE DI RENZI GIUNGANO AL CAPOLINEA

di Giacomo Stucchi

E’  davvero inutile che il premier gridi al complotto di chi, a suo dire, vorrebbe spaccare il Paese. La verità è che le tante, troppe, promesse non mantenute del presidente del Consiglio adesso stanno arrivando al capolinea e nel Pd quella parte che è stata accondiscendente a Renzi, magari per mancanza di alternative, non vede l’ora di regolare i conti in sospeso con il “rottamatore”. Anche a costo di mandare in malora il Paese? Non è da escludere e in quel caso, l’attuale minoranza del Pd avrebbe anche la possibilità di addossare tutte le responsabilità al premier. A chi scrive, però, francamente dei fatti di casa Pd non interessa più di tanto, il punto è che queste vicende, purtroppo, considerati gli attuali rapporti di forza in Parlamento,  influiscono pesantemente sulle scelte politiche del governo e quindi  sulla vita dei cittadini. Per cambiare davvero,  invece, servirebbero scelte drastiche; come, per esempio, quella di non obbedire più ai diktat europei o tedeschi.  Renzi, invece, quando è a Roma continua a fingere  di fare la guerra all’Ue, mentre quando si trova a Bruxelles  diviene un esecutore delle sue politiche strangolatrici. Sulla politica economica europea non c’è da farsi illusioni perchè  la nuova Commissione proseguirà nel solco già tracciato da quella uscente. Continuare a parlare di una maggiore flessibilità Ue sui conti, a favore della crescita, quando la stessa Commissione europea ha consistentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica di tutta l'area euro, significa soltanto prendere in giro i cittadini. I quali, peraltro, attendono ancora di sapere in che cosa consista il fantomatico piano  di investimenti da trecento miliardi di euro, per creare lavoro e sviluppo, promesso da Juncker entro fine anno. Nel frattempo, però, le nostre aziende continuano a chiudere i battenti e altre centinaia di operai andranno a casa.