IL GOVERNO GENTILONI TRA CONTRADDIZIONI E VOLTAGABBANA
di Giacomo
Stucchi
Dopo i dati forniti dal Fondo monetario internazionale
sulla nostra economia il presidente del
Consiglio ha detto che “un Paese che cresce di più delle previsioni è un Paese che può avere una legge di bilancio e un abbassamento
del debito più significativo e importante". Parole impegnative che Gentiloni, per essere credibile,
dovrà però tradurre in fatti concreti. Per farlo il premier dovrà prima trovare una maggioranza in Parlamento
disposta a supportarlo, non solo per tenere il più a lungo possibile la
poltrona ma anche per fare delle scelte e assumere delle decisioni. Un compito
non facile considerando che presa di
distanza e defezioni dal governo sono già iniziate. E' probabile che la
sospensione dei lavori parlamentari per la pausa estiva metta al riparo
l’esecutivo da immediati scossoni, ma è alla ripresa di settembre che dalle
parti di Palazzo Chigi guardano con non poca apprensione. Le scadenze che da
quella data in poi impegneranno il governo Gentiloni, dalla Nota di
aggiornamento del Documento di economia e finanza, alla legge di bilancio che
deve essere varata dal Consiglio dei ministri
entro il 20 ottobre, con le
misure necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici individuati, e le
previsioni di entrata e di spesa del bilancio dello Stato, sono tutti passaggi che richiedono una maggioranza
compatta che guardi a un comune obiettivo e che
si ponga dei risultati da raggiungere. Una condizione, questa, che non
esiste allo stato attuale delle cose e che vede invece le forze politiche di
maggioranza ricompattarsi o sfaldarsi a
seconda delle proprie convenienze. Insomma, chi ha voluto che questa
legislatura andasse avanti dovrà ben presto fare i conti con le contraddizioni
evidenti della maggioranza che tiene in vita il governo in carica, a cominciare
da quelle di molti parlamentari centristi che da un lato dichiarano la loro solidarietà al premier e dall’altro
sono alla ricerca di una ricandidatura nello schieramento opposto.
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