Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

venerdì, giugno 30, 2017

LO PSICODRAMMA DEL PD AFFONDA IL PAESE


di Giacomo Stucchi
 
Solipsismo: individualismo esasperato, per cui ogni interesse è accentrato su di sé e tutto il resto, ogni realtà oggettiva che non rientri nella propria sfera d'interessi, viene ignorata. E’ questa l’accusa rivolta a Matteo Renzi dall’ex segretario del Pd e leader Mdp, Pier Luigi Bersani, che in un'intervista al Corsera ha tra l’altro detto: "Il Pd "sta sulle scatole a un numero crescente di italiani e ha tranciato i rapporti con una sensibilità di sinistra e di civismo. Renzi ha continuato a negare i problemi con un solipsismo sempre più arrogante". Ma vi pare normale che in un Paese alle prese con un mare di problemi si disquisisca su cose del genere? Nella sinistra continua lo psicodramma del post voto amministrativo, ma a fare le spese di questa isteria, che pervade soprattutto il partito di maggioranza relativa, sono i cittadini. Il Pd, occupando il potere con l’ennesimo presidente del Consiglio che non è espressione della volontà popolare ma solo frutto delle alchimie di palazzo, da più di quattro anni tiene in ostaggio il Paese con politiche che non sono condivise dalla maggioranza dei cittadini perchè non danno nessun risultato degno di nota.
 
Nel governo esultano per le previsioni del Pil date in crescita di qualche decimale, ma fanno finta di dimenticare che la nostra economia rimane sempre fanalino di coda tra quelle dell’Ue. Come del resto ha evidenziato anche la Corte dei Conti nella sua relazione, secondo la quale "il recupero della crescita del prodotto interno lordo, dopo una lunga crisi, appare ancora troppo modesto e, soprattutto, in ritardo rispetto alla ripresa in atto negli altri principali Paesi europei". Insomma, è ormai assodato che l’esperienza di governo del Pd è un fallimento e non solo in economia ma anche su altri fronti, come quello dell’immigrazione. Mentre “lor signori” si dilettano con le “tende da smontare e rimontare” e altre amenità varie, decine di navi cariche di immigrati clandestini fanno rotta verso le nostre coste; e solo adesso il governo si rende conto che “forse” sarebbe il caso di cominciare a chiudere i porti a qualcuna di esse. Meglio tardi che mai! Anche perché ci sono pochi dubbi sul fatto che per trafficanti e clandestini, sapere che a Roma c’è un governo che apre loro le porte incondizionatamente, e che vorrebbe anche approvare un provvedimento per regalare la promessa di cittadinanza, può costituire un’attrattiva formidabile.

giovedì, giugno 29, 2017

29/06/17 - STEZZANO - FESTA LEGA NORD




martedì, giugno 27, 2017

LA SCONFITTA DEL PD E DI RENZI E' SENZA ATTENUANTI

di Giacomo Stucchi

Non può bastare un grafico a torta, come quello postato dal segretario del Pd Matteo Renzi sui sindaci eletti nei Comuni sopra i 15mila abitanti, per negare una sconfitta che definire devastante non è certo un’esagerazione. L’ex premier ha anche detto che “se si perdono le elezioni è perchè non si parla con la gente”, ma così dimostra solo di predicare bene e razzolare male. Perché è proprio Renzi che dà prova ogni giorno di non conoscere le priorità dei cittadini, altrimenti non insisterebbe su un provvedimento come lo ius soli. La verità è che la sberla elettorale per il Pd renziano è stata grossa, come del resto lo fu già quella del 4 dicembre sul referendum, e così al Nazareno non sanno ancora se continuare a dissimulare o prendere atto sino in fondo del disastro. Un presa di coscienza che però, per essere credibile, dovrebbe avere delle conseguenze immediate. In primis le dimissioni del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Invece il premier, nonostante il messaggio di sfiducia degli elettori sia stato forte e chiaro, rimane al suo posto e continua a far finta di vivere su Marte. Renzi intanto si arrampica sugli specchi e cerca di rivendicare le “vittorie”, poche, che il centrosinistra si è aggiudicato nei comuni, fra primo e secondo turno, ma fa finta di dimenticare che il centrodestra ha tolto alla sinistra i capoluoghi maggiori e alcune delle sue roccaforti storiche, a cominciare da Genova ma anche La Spezia, Piacenza e Pistoia. Il centrodestra peraltro si è imposto anche in comuni più piccoli ma significativi, come Sesto San Giovanni. Insomma il segretario, se vuole, potrà pure consolarsi con qualche numeretto a sua favore ma il significato politico della sconfitta del suo partito alle amministrative rimane immutato. 

Adesso nella sinistra è già partito l’ennesimo regolamento di conti, dentro e fuori il partito democratico, ma nel frattempo continuano a sbarcare sulle coste del nostro Paese altre migliaia di immigrati clandestini che aggraveranno ancor più i disagi e le preoccupazioni di molti comuni che non sono più nelle condizioni di accogliere nessuno. Una situazione che il governo dimostra, ogni giorno di più, di non avere più sotto controllo. Un dato significativo del malessere generale che può anche contribuire a spiegare perché gli elettori di molti comuni hanno deciso di togliere la fiducia alla sinistra per darla ai candidati sindaci del centrodestra. Altro che dato locale, al quale i renziani vorrebbero circoscrivere la sconfitta elettorale, i cittadini sono stanchi di una forza politica che nonostante le sconfitte elettorali continua a rimanere alla guida del Paese ma guardando solo a se stessa e infischiandosene dei problemi della gente.

lunedì, giugno 26, 2017

26/06/17 - TREVIGLIO - CONVEGNO/GIORNATA MONDIALE ANTIDROGA AGA


venerdì, giugno 23, 2017

UN VOTO CHE VALE DOPPIO


di Giacomo Stucchi

L'astensione non paga, né per il destino delle città che andranno a votare domenica prossima per i ballottaggi delle elezioni amministrative né per quello del Paese, che speriamo possa andare al voto il prima possibile. Mai come in questa occasione le elezioni nei comuni, dagli effetti tradizionalmente limitati ai territori di riferimento, potrebbero invece avere delle conseguenze nei palazzi romani. Scegliendo i candidati del centrodestra, che già al primo turno hanno fatto molto bene, gli elettori cambieranno in meglio il futuro di importanti città capoluogo, come Genova, Verona, Asti e Lecce, ma potranno anche mandare un chiaro messaggio di sfiducia a Renzi e al governo Gentiloni. La perdita di alcune storiche roccaforti rappresenterebbe, infatti, per il Pd e per la sua leadership una sberla elettorale che nessuno, dal Quirinale a Palazzo Chigi, potrebbe ignorare.

Ecco perché non bisogna avere alcuna remora nell’andare a votare in questo turno di ballottaggi. I modelli da scegliere sono chiari: da un lato ci sono le disastrose esperienze amministrative della sinistra che in nome di un ipocrita buonismo, tipico di quella parte politica, e di un'accoglienza agli immigrati fuori controllo, hanno perso di vista le priorità di importanti città, in primis a Genova; dall'altro lato, invece, c’è il pragmatismo del buon governo del centrodestra, che guarda ai problemi dei comuni e del Paese senza le lenti deformanti dell'ideologia o delle posizioni preconcette. Un lusso che, considerati i tempi di oggi, nessuna forza politica si può più permettere. Chi spera inoltre che il turno dei ballottaggi possa portare un minimo di unità nella sinistra rimarrà deluso; e d’altra parte, come ha scritto in un post su Facebook il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, esponente del Pd molto vicino a Renzi, quella degli ultimi vent'anni di centrosinistra è “una storia triste, di piccoli gruppi che hanno mandato all'aria i governi, la fiducia e le speranze di milioni di elettori e di centinaia di migliaia di iscritti e militanti". E se lo dice lui...

giovedì, giugno 22, 2017

22/06/17 - TRESCORE - FESTA LEGA NORD





22/06/17 - SPIRANO - FESTA LEGA NORD




martedì, giugno 20, 2017

CONTRO LO IUS SOLI SOLO BUONE RAGIONI


di Giacomo Stucchi

Da tempo sosteniamo che la permanenza del governo Gentiloni non può che nuocere al Paese e che sarebbe stato meglio, quindi, andare al voto con qualsiasi sistema elettorale. Da Palazzo Chigi, infatti, pur di assecondare i desiderata del segretario del Pd Matteo Renzi, il presidente del Consiglio si cimenta in proditori tentativi per cercare di dare un senso alla continuazione della legislatura ma così facendo fa solo del male al Paese. Basta pensare all’accelerazione sullo ius soli: un provvedimento sbagliato nei tempi e nei modi. L'automatismo sulla cittadinanza non farebbe altro che attrarre nel nostro Paese sempre più clandestini, allettati dalla promessa di diventare cittadini italiani. Diventeremmo così, nell’immediato, il centro d'accoglienza per eccellenza per immigrati di ogni tipo e di ogni Paese; ma avremmo anche una situazione che non tarderebbe ad esplodere, sia sotto il profilo sociale sia sotto quello della sicurezza.

Qui non c'entra né il razzismo né la xenofobia, e tanto meno le ragioni di civiltà o l’innocenza dei bambini, ma solo il buon senso. Che dovrebbe suggerire a tutti, compresa la sinistra italiana, che quello attuale è il momento storico meno adatto per un provvedimento di questo tipo. E’ un dato di fatto che nel nostro Paese abbiamo potuto usare misure di contrasto al terrorismo jihadista, molto più efficaci che altrove, perché è stato possibile espellere verso i loro Paesi soggetti stanziali nel nostro territorio. Queste persone, sospettate di avere un profilo socialmente pericoloso, non avevano infatti la cittadinanza italiana. Quest’attività, svolta in sinergia con il lavoro fatto a monte da tutto il comparto sicurezza, ha sino ad oggi verosimilmente contribuito a risparmiare all’Italia le stragi terroristiche perpetrate in altre parti d’Europa e del mondo. Ma con la cittadinanza automatica, che la sinistra vorrebbe introdurre nel nostro ordinamento, cambierebbe di certo anche questo aspetto. Basterebbe quindi pur solo questa buona ragione per dire no allo ius soli.

giovedì, giugno 15, 2017

LA "FIDUCIA E' UNA COSA SERIA" MA SOPRATTUTTO ALLUNGA LA LEGISLATURA


di Giacomo Stucchi

Lascia davvero senza parole l'enfasi con la quale il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha commentato le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale relative al prodotto interno del nostro Paese, definite dal premier da “lancio spaziale”. Previsioni, occorre dirlo, che immaginano una crescita della nostra economia ancora modesta, ma che bastano a mandare in visibilio i sostenitori del governo in carica e del tirare a campare. In realtà, non si tratta di numeri entusiasmanti che possono far gridare qualcuno al miracolo; ad eccezione, forse, di coloro che prendono a pretesto tali effimeri risultati economici per restare bullonati alla poltrona il più a lungo possibile.

Del resto che il governo Gentiloni, paradossalmente, si sia ormai rafforzato, soprattutto per la paura di molti parlamentari della maggioranza di andare a casa con il voto anticipato, è sotto gli occhi di tutti. Si potrebbe portare in Parlamento qualsiasi provvedimento, anche il più insulso degli ultimi decenni, porre la fiducia e questa sarebbe senz'altro approvata. Ciò che conta per la gamba centrista che sostiene il governo, ma anche per i tanti parlamentari del Pd, o ex Pd, che temono di dover lasciare il Palazzo al prossimo giro, non sono più i contenuti ma protrarre la legislatura.

Basta pensare alla fiducia sulla manovra, chiesta e ottenuta dal governo a palazzo Madama, con il voto contrario della Lega Nord, nonostante il provvedimento non contenga alcuna misura concreta in favore dei cittadini ma solo ulteriori sacrifici. Si tratta di una correzione ai conti pubblici, messi a dura prova anche dalle dispendiose politiche renziane dei bonus, chiesta dall’Ue e che il governo ha puntualmente eseguito. “La fiducia è una cosa seria e si dà alle cose serie”, recitava un vecchio slogan pubblicitario che, declinato nei tempi e nelle cronache parlamentari di questi giorni, potrebbe benissimo diventare la fiducia ti allunga la legislatura.

15/06/17 - ZOGNO - FESTA LEGA NORD




martedì, giugno 13, 2017

DOPO LA BATOSTA DELLE AMMINISTRATIVE NEL PD CECANO DI SALVARE LA CADREGA


di Giacomo Stucchi

In attesa dei tanti ballottaggi che caratterizzano questa tornata di elezioni amministrative, si può dire che al primo turno è andata molto bene per la Lega Nord. Con la propria identità e con amministratori credibili, il Carroccio si conferma forza trainante di tutto il centrodestra. Ma la partita si chiude tra quindici giorni con i ballottaggi. L’obiettivo è vincere le molte sfide che ci vedono protagonisti sul territorio, anche per dare un chiaro messaggio politico a Renzi e un avviso di sfratto da Palazzo Chigi per il governo Gentiloni. Considerati i rapporti di forza in Parlamento al momento a dare le carte, sia sulla legge elettorale sia sull’azione di governo, è sempre il Pd. Ma se i ballottaggi dovessero confermare la vittoria dei candidati del centrodestra, il segretario dem, già uscito con le ossa rotte dal primo turno del voto amministrativo, non potrà far finta di niente.

Nel frattempo, però, non si può consentire a Renzi di continuare a spararle grosse. Come, per esempio, sui nuovi posti di lavoro che l’ex premier sostiene di avere creato nei suoi anni di governo. Al di là dei numeri serve fare un po’ di chiarezza una volta per tutte. I dati sull’occupazione che l’Istat snocciola periodicamente, infatti, si riferiscono alla globalità dei posti di lavoro esistenti, quindi anche a quelli occasionali e di pochi mesi. Si spiega così la singolare circostanza per cui all’aumento “statistico” degli occupati, che i renziani sbandierano ai quattro venti, non corrisponde poi una significativa ripresa della nostra economia.

Che invece, purtroppo, rimane ferma, soprattutto rispetto a quella di altri Paesi europei. Ma di questo il governo, e la maggioranza che lo sostiene, non sembrano preoccuparsi più di tanto. Dopo il fallimento dell’intesa sulla legge elettorale, ad opera di quei partiti che nonostante i numeri parlamentari alla Camera dei Deputati non sono riusciti ad assumersi le loro responsabilità, ma soprattutto dopo la batosta elettorale del voto amministrativo, il Pd e i suoi alleati di governo potrebbero mirare ad allungare il più possibile la vita al governo Gentiloni. Magari per approvare provvedimenti come lo ius soli, che potrebbero servire solo al Pd per offrire su un piatto d’argento la cittadinanza ai migranti e poi riconoscergli il diritto di voto. L’impressione, quindi, è che in molti nel Pd siano già all’opera per salvare la cadrega in attesa di tempi migliori.

giovedì, giugno 08, 2017

08/06/17 - ROMA - Cerimonia inaugurale del 40mo Congresso Nazionale AISD - Camera dei Deputati


SOLO CON LA LEGA NORD UN ARGINE AGLI INCIUCI


di Giacomo Stucchi

Come in un diabolico gioco dell'oca la legislatura è ritornata al punto di partenza. A quando cioè, nel 2013, 101 franchi tiratori del centrosinistra affossarono l’elezione di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica. Oggi come allora, dopo quattro anni di governi a guida Pd, un referendum costituzionale bocciato dal popolo, delle riforme fallimentari che fanno acqua da tutte le parti, siamo esattamente al punto di partenza. E’ questa la conclusione che si può trarre dopo il debutto in aula alla Camera dei Deputati della nuova legge elettorale. Un testo sul quale la Lega Nord ha dato la sua disponibilità pur di portare alle urne il più presto possibile il Paese, ormai impantanato in quella palude che Matteo Renzi per primo ha contribuito a creare. Ma quei partiti che in Parlamento, purtroppo, hanno i numeri per determinare le decisioni finali, hanno gettato la maschera e dimostrato al Paese di non voler mollare la poltrona.

Il fuoco di fila che l'ex premier Matteo Renzi ha trovato nel suo partito all'intesa sulla legge elettorale si è manifestato in Parlamento, dove il Pd ha quasi 300 parlamentari, e dove i “cecchini” hanno impallinato la legge elettorale. Tutto questo la dice lunga sull’aria che tira dalle parti del Nazareno; e sulla volontà di una parte del Pd di affossare il nuovo sistema di voto e non solo. Perché a questo punto l’impressione è che i conti del congresso del Pd non siano mai stati chiusi davvero e che nel mirino dei “cecchini”, oltre alla legge elettorale, ci sia anche la stessa leadership del partito. Di certo non sappiamo cosa bolle nel pentolone democratico, e francamente siamo poco interessati a saperlo, ci preme invece molto di più fare in modo che questo Paese venga messo finalmente nelle condizioni di poter andare a votare. Bisogna dare la parola al popolo che non ne può più delle beghe del Pd e delle sue politiche che, a livello locale e nazionale, anziché venire incontro alle esigenze dei cittadini consentono l'accoglienza di migliaia di immigrati clandestini. Mentre i partiti che sostengono il governo Gentiloni litigano su come fare per mantenere il più a lungo possibile le poltrone, o per garantirsele nell’immediato futuro, sulle coste del nostro Paese continuano a sbarcare migliaia di clandestini che vengono assistiti a nostre spese per molti mesi.

Provo rabbia nel constatare come tanti cittadini vivono in zone terremotate, con soluzioni abitative non sempre degne di questo nome, mentre il governo continua a garantire il posto in albergo ai clandestini. Adesso vorrebbero far credere di essere intenzionati ad abbassare le tasse, ma come mai non lo hanno fatto nei quattro anni anni già passati a Palazzo Chigi? Preferendo, invece, la politica dei bonus che non ha portato da nessuna parte? È giunta l'ora di smetterla con queste politiche che non sortiscono nessun effetto sul piano dell'effettiva ripresa economica. Ecco perché è necessario andare a votare al più presto e dare quanti più voti possibili alla Lega Nord, l'unica forza politica in grado di rappresentare le reali istanze dei cittadini e l'unico baluardo a inciuci vari che altro non farebbero che lasciare i cittadini in braghe di tela.

mercoledì, giugno 07, 2017

07/06/17 - GANDINO -INCONTRO ELETTORALE





CON LA LEGA NORD AL GOVERNO SUBITO UNA NUOVA POLITICA SULL'IMMIGRAZIONE

di Giacomo Stucchi

L’iter legislativo sulla nuova legge elettorale procede ma sulla data delle elezioni politiche, che auspichiamo si tengano quanto prima, l’ultima parola spetta al Capo dello Stato. "Nessuno ha fretta di andare ad elezioni", ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi agli imprenditori della moda, ma è un dato di fatto che una volta pronto il nuovo sistema di voto apparirebbe incomprensibile ai più ogni ulteriore rinvio delle urne. Il governo Gentiloni, peraltro, non sembra proprio essere un fulmine di guerra nel risolvere le più grosse questioni sul tappeto. Occupazione, rilancio dell’economia, anche con una seria politica di riduzione delle tasse, e una nuova politica sull’immigrazione, richiedono di certo un nuovo programma di governo ma anche delle nuove forze politiche a Palazzo Chigi.

Basta con certe politiche buoniste di sinistra, in primis quelle sulla gestione dell’immigrazione, che hanno avuto come risultato quello di far vivere nel terrore i cittadini per bene. Come accaduto all’imprenditore Roberto Belà, titolare dell’omonimo oleificio che si trova lungo la Statale Adriatica a Porto San Giorgio, nelle Marche, che stava rientrando nella sua attività quando, appena uscito dal suo furgoncino, un uomo di origini straniere gli si è scagliato contro con una mazza appuntita cercando di colpirlo. Con un gesto fulmineo il rapinatore gli ha strappato dalla mano le chiavi del furgone per poi salire a bordo del mezzo e scappare. Siamo andati a trovare Roberto Belà, accompagnati dal presidente della Lega Nord Marche Giordano Giampaolo, dal coordinatore Fabio Senzacqua, con Andrea Rogante e Luca Davide, e abbiamo trovato un uomo certamente deciso a non rassegnarsi a questo stato di cose, ma davvero molto arrabbiato. Come dargli torto?

Il suo caso è emblematico e testimonia l’incapacità dei governi degli ultimi anni di saper gestire il fenomeno dell’immigrazione, lasciando entrare nel nostro Paese una serie di soggetti irregolari e clandestini. Questo è pura follia. Ho portato la vicinanza della Lega Nord all’imprenditore e ci auguriamo che il responsabile, che è stato preso, non venga scarcerato subito ma faccia un lungo periodo di detenzione. Ma solo un ritorno della Lega Nord al governo, con una nuova politica sull’immigrazione, potrà impedire che casi come quello di Roberto Belà si ripetano.

domenica, giugno 04, 2017

04/06/17 - TOSCANA - Incontri pubblici


sabato, giugno 03, 2017

03/06/17 - MARCHE - INCONTRO PUBBLICO LEGA NORD





giovedì, giugno 01, 2017

IL PD COME SATURNO


di Giacomo Stucchi

A giudicare dai resoconti giornalistici sui lavori dell’ultima direzione del Pd, ma anche dalle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che conferma la sua contrarietà al disegno renziano sulla legge elettorale, e non solo, sembra di capire che dalle parti del Nazareno il congresso non sia mai finito, e forse non finirà mai. Viene da chiedersi come un elettore di buon senso possa mai dare il voto a un partito che, in una sola legislatura, ha già fatto cadere due suoi governi e potrebbe fare lo stesso con il terzo. Quasi come un moderno Saturno, la divinità greca che secondo la mitologia divorò i suoi figli uno a uno per la paura di essere soppiantato e privato del potere, il Pd butta giù i suoi governi come nulla fosse. Poco importa, comunque, perché alla fine ciò che conta davvero è che il treno della nuova legge elettorale, e delle elezioni politiche a breve, sia partito e proceda spedito.

Gli esponenti del Pd più vicini a Renzi, che nel frattempo si è improvvisato come improbabile lettore di rassegna stampa, hanno sempre detto che la legislatura è finita il 4 dicembre scorso ma hanno omesso di aggiungere che insieme alla legislatura è finita anche la stagione politica dell’uomo solo al comando. Ne avremo una prova molto presto quando, finalmente, torneremo a votare e Renzi capirà che vincere le elezioni politiche è tutt'altra cosa che battere un paio di avversari al congresso del suo partito. La verità è che l'ex premier ha provato a fare il riformatore ma gli è andata male. Si è ripreso il partito ma il suo fatturato politico rimane fallimentare. A cominciare dalla sue riforme, in primis quella sul mercato del lavoro, con poche luci e molte ombre. Gli stessi dati dell'Istat su occupazione e Pil, che i renziani cercano di magnificare in ogni modo, fotografano una realtà ancora lontana da quella di altri Paesi europei. A fronte, però, di costosissimi incentivi pubblici che non hanno prodotto gli effetti sperati.

1°/06/17 - ROMANO DI LOMBARDIA - FESTA LEGA NORD