Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, dicembre 23, 2010

E' AFFIDABILE MA SERVE CHIAREZZA

di Giacomo Stucchi

La richiesta di un dibattito in Aula sulle modalità di adempimento del ruolo di Presidente della Camera dei Deputati da parte di Gianfranco Fini, così come quella di elezioni anticipate nel caso in cui non ci fosse l’allargamento significativo della maggioranza, sono questioni che la Lega pone fortemente e che intendono conseguire una maggiore chiarezza nell’attuale quadro politico. Le elezioni anticipate, in caso di numeri ballerini, le abbiamo già chieste nel corso dell’estate quando una parte della vecchia maggioranza aveva cominciato a disseminare di trappole parlamentari il cammino del Governo. Adesso gli stessi esponenti politici che qualche mese fa sembravano essere determinati nel buttare giù l’esecutivo, avuta la batosta del voto contrario sulla sfiducia da loro inopinatamente presentata, addirittura non vedono ragioni per non continuare la legislatura sino al termine naturale del 2013. Se non siamo al delirio, poco ci manca! Il Carroccio a questi giochetti non intende partecipare. Dopo un 2010 instabile sul piano politico, soprattutto ad opera dei vecchi e nuovi oppositori del Governo, che hanno contribuito a provocare inutili turbolenze a tutto il sistema istituzionale, la Lega Nord da principale alleato del Presidente del Consiglio chiede una maggiore chiarezza. In ballo ci sono gli interessi di milioni di cittadini che, soprattutto in Padania, vogliono sapere se il Governo proseguirà sulla strada delle riforme e se, per questo programma, esiste una maggioranza numericamente solida e coesa sulla quale poter contare. E’ un chiarimento che ci sentiamo di dovere chiedere, in primis al premier, e poi agli alleati di Governo, perché è il nostro popolo che lo pretende. Il Carroccio ha sempre fatto la sua parte, dentro e fuori il Parlamento, garantendo stabilità,lealtà, presenza e affidabilità. Considerato il clima d’incertezza che si è determinato negli ultimi mesi, crediamo si tratti di valori irrinunciabili e determinanti. La richiesta di un chiarimento parlamentare sulla conduzione dei lavori alla Camera dei Deputati da parte del suo presidente, è da intendere proprio in questo senso. Noi ci impegniamo al massimo, in Aula e nelle Commissioni parlamentari, ma il nostro lavoro non può essere inficiato da continui capovolgimenti di fronte a livello politico, le cui ragioni peraltro, al di là di ipotizzabili fatti umorali, sono ai più, come a noi stessi, ancora oggi incomprensibili. Ecco perché chiediamo di fare chiarezza a tutto tondo, affinché l’anno che sta per concludersi venga archiviato non solo sulle pagine del calendario ma anche nelle modalità di comportamento politico di una parte della maggioranza. Altrimenti, così come detta la Costituzione e suggerisce il buon senso politico e istituzionale, meglio tornare il più rapidamente possibile al voto.

martedì, dicembre 21, 2010

LA CONTESTAZIONE NON PUO' FARE A PUGNI CON LA SICUREZZA

di Giacomo Stucchi


Nessuno mette in discussione il diritto degli studenti a protestare ma la loro mobilitazione, prevista in occasione del via libero definitivo del Senato alla riforma universitaria, non può far trascorrere notti tranquille né a chi deve garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, né a tutti coloro che hanno a cuore la civile convivenza. Qui non si tratta di ledere il diritto, universalmente e costituzionalmente riconosciuto, di manifestare la propria opinione, ma di garantire ad un Parlamento democraticamente eletto di approvare una riforma importante, sulla quale si è dibattuto a lungo dentro e fuori le sedi legislative, senza che per questo debba andarci di mezzo l’incolumità di manifestanti o poliziotti. Spiace dirlo ma si ha l’impressione che il dibattito sulla riforma universitaria in atto nelle facoltà, così come in tutti i luoghi di aggregazione giovanile, sia purtroppo contaminato da chi è dedito più alla distruzione delle città che non alla costruzione del proprio futuro. Ne è una prova il fatto che mentre migliaia di studenti si interrogano, giustamente, sul futuro dell’università e sulle prospettive che la stessa può dare loro, magari occupando le facoltà e scendendo anche in piazza, ma sempre in modo pacifico e civile, ci sono poi alcuni criminali che vorrebbero essere delle avanguardie ma che in realtà sono solo dei provocatori isolati. Si tratta, in alcuni casi, delle stesse persone che all’occorrenza si spostano da una città all’altra, per porre in essere una guerriglia urbana che favorisca la trasformazione della protesta, in una vera e propria guerra civile. Costoro mirano a trasformare la protesta in sommossa, il confronto in scontro, e vogliono che la contestazione faccia a pugni con la pubblica sicurezza. Macchiare di sangue legittime rimostranze è il loro principale obiettivo, così come lo è il tentativo di uscire dall’isolamento per trasformarsi in avanguardie della protesta sociale, non solo studentesca. Ecco perché nutriamo forti dubbi sulla decisione della magistratura, che rispettiamo pur avendo il diritto di non condividerla, di mettere a piede libero i teppisti che hanno messo a ferro e fuoco Roma nel giorno del dibattito alla Camera sulla sfiducia al Governo. Avendo inoltre sentito alcuni dei giovani manifestanti in televisione, nello spazio che Santoro ha voluto loro dedicare nella sua trasmissione Annozero, non li abbiamo sentiti proferire nessuna parola di condanna dell’uso della violenza, ma anzi una certa giustificazione della stessa. Il risultato è stato quello di un messaggio pericoloso, diretto ad una platea di milioni di telespettatori, che peraltro contrasta con tutto ciò di buono che la maggior parte dei giovani fanno ogni giorno. Nella Lega Nord, per esempio, i Giovani Padani sono impegnati nella militanza politica, ma anche nel volontariato, nella Selezione di Calcio della Padania, nel giornale, nella radio. Un impegno a tutto campo che li porta a fare qualcosa di costruttivo, e a non avere nemmeno il tempo di andare in giro a picchiare poliziotti o a spaccare vetrine. 




domenica, dicembre 19, 2010

PONTERANICA - 19/12/10 - INCONTRO PUBBLICO LEGA NORD






















19/12/10 - STEZZANO - PRANZO VILLA ZANCHI











sabato, dicembre 18, 2010

ALZANO LOMBARDO - 18/12/10 - CENA ASSOCIAZIONE FEDERALE DONNE PADANE
















18/12/10 - CENA SEZIONE DI TERNO D'ISOLA














































giovedì, dicembre 16, 2010

IL 14 DICEMBRE SARA' RICORDATO COME LA CAPORETTO DEI RIBALTONISTI

di Giacomo Stucchi

L’esito del voto parlamentare sulla fiducia al Governo è stato di certo un successo del centrodestra. Chi lo nega o è in malafede, o non ha ben presente cosa sia realmente accaduto. Di fatto è stato sventato un tentativo di ribaltone, probabilmente preparato con cura da molto tempo, ad opera dell’opposizione e di una parte di parlamentari eletti nel Pdl, da qualche tempo dediti al boicottaggio parlamentare, e mediatico, nei confronti del Governo. In tutta questa operazione il ruolo istituzionale del presidente della Camera dei Deputati, che dovrebbe rimanere sempre al di sopra delle parti politiche, è stato invece interpretato in malo modo da Fini, che non solo ha preso parte attiva nello scontro politico ma ne è stato un protagonista assoluto, nel bene e nel male. La manovra di palazzo, però, non è riuscita perché i partiti di Governo hanno fatto argine e mantenuto l’appoggio al premier, sicché per l’inquilino di Montecitorio si pone oggi il serio problema di valutare se restate o meno al suo posto. Questi sono i fatti, né più né meno. A ben vedere, però, il voto parlamentare sulla fiducia è servito anche a sancire ciò che la Lega Nord sostiene da tempo, e cioè che in questa legislatura, oltre alla possibilità di continuarla con l’attuale premier e con il programma votato a suo tempo dagli elettori, non esistono alternative se non il ritorno alle urne. Nessun bizantinismo, nessun intrigo di palazzo, nessun governo pastrocchio, è quindi possibile oggi così come non lo era prima del 14 dicembre. La Lega ha dato fiducia al presidente del consiglio Berlusconi perché questo è il mandato ricevuto dagli elettori, che ci chiedevano e ci chiedono di portare a termine le riforme, in primis quella sul federalismo fiscale; ma non viviamo su Marte e siamo consapevoli del fatto che se la campagna elettorale non c’è ancora sul piano formale e istituzionale, di fatto esiste già nelle azioni e nelle parole di molti dirigenti politici. A cominciare da quelli sconfitti nelle aule di Senato e Camera. La nascita del cosiddetto Polo della nazione, infatti, altro non è che lo strumento attraverso il quale i vari Rutelli, Casini, Fini e Lombardo, si preparano all’appuntamento elettorale, dato per probabile già nella prossima primavera. Un’eventualità che di certo la Lega non teme, anzi, così come non teme il nuovo cartello elettorale, nato dalle macerie del voto parlamentare sulla fiducia. La loro temporanea ed estemporanea unione, infatti, non è da intendere come la nascita di un potenziale terzo polo, che possa ambire alla guida del Paese, ma molto più realisticamente si tratta di un ripiegamento delle truppe dopo la disfatta del 14 dicembre, una ritirata dopo la Caporetto politica. Con quali possibili risultati, in Parlamento e nell’elettorato, lo vedremo. Di certo si tratta di un’aggregazione che vede più aspiranti leader che voti, più generali che truppe, e nessun programma concreto per risolvere i problemi del Paese.

martedì, dicembre 14, 2010

HA VINTO LA DEMOCRAZIA, SI VA AVANTI

di Giacomo Stucchi

Il risultato favorevole per il Governo, espresso nella duplice votazione al Senato e alla Camera dei Deputati, è straordinario e c’è un aspetto, nel dibattito parlamentare degli ultimi giorni, che lo rende ancora più importante per la democrazia: la ferma volontà del premier Berlusconi, e delle forze politiche che gli hanno rinnovato la fiducia, di mantenere l’evolversi della crisi in Parlamento, alla luce del sole e senza sotterfugi. Tutto il contrario, insomma, di ciò che i finiani, con la complicità di una sinistra senza scrupoli che non ha nemmeno il coraggio di affrontare il responso delle urne, avrebbero voluto: dimissioni del premier, crisi al buio, consultazioni all’infinito del presidente Napolitano con le forze politiche, e poi chissà cos’altro ancora. Tra gli sconfitti per il fallito tentativo di far cadere il Governo c’è di certo il presidente della Camera dei Depuati. A Fini, oltre alla sconfitta politica va però addebitata la demolizione di ogni prassi istituzionale, che in passato ha sempre voluto il presidente della Camera dei Deputati super partes, non solo perchè ha preso parte attiva nello scontro politico, ma anche perchè ne è diventato lui stesso artefice e protagonista. Ci chiediamo, a questo punto, quale credibilità, e soprattutto quali garanzie istituzionali, possa oggi dare il presidente della Camera. Le sfide che ci aspettano nell’immediato futuro, dal completamento delle riforme alle misure da adottare per il rilancio dell’economia, sono troppo importanti e impegnative per poterle affrontare con il virus della faziosità che l’attuale inquilino di Montecitorio ha ormai irreparabilmente iniettato nelle modalità di adempimento del suo delicato ruolo istituzionale. In questa delicata situazione, spetta ai leader del centrodestra, naturalmente, valutare la strada da intraprendere, ma un cosa è certa: i nuovi e vecchi oppositori al Governo, ancorché uniti dal voto sulla sfiducia, non possono pensare di continuare a boicottare l’iniziativa legislativa del Governo, così come è stato fatto di recente in occasione del dibattito parlamentare sulla riforma universitaria. Sarebbe un logoramento che il Paese non può permettersi ma, soprattutto, che il Carroccio non consentirebbe. Noi siamo fortemente interessati al completamento del programma di Governo sulle riforme, e su tutto quanto gli elettori hanno approvato con il loro voto del 2008. Siamo contrari, invece, a trasformismi, a meline parlamentari e a tutto quanto ci riporti a scenari da Prima Repubblica, della quale nessuno ne sente la mancanza. Ma oggi siamo anche più ottimisti di ieri perché pensiamo che sconfitti i guastatori della democrazia, e del Governo del fare, tutte le persone di buona volontà del centrodestra possano tornare a remare dalla stessa parte.

VALLE IMAGNA - 14/12/10 - VISITA SEZIONE LEGA NORD LOCALE





























sabato, dicembre 11, 2010

ALTA VAL BREMBANA - 11/12/10 - PRANZO MILITANTI LOCALI LEGA NORD






















giovedì, dicembre 09, 2010

IL TERZO POLO E' IN STATO CONFUSIONALE

di Giacomo Stucchi

Se si trattasse di un partita a poker si potrebbe dire che il rilancio fatto da uno dei giocatori, ovvero la presentazione in tutta fretta della mozione di sfiducia al Governo presentata alla Camera da parte di Fini-Casini-Rutelli, non è bastato, a far scoprire le carte all'altro giocatore: Berlusconi, infatti, non dimettendosi ha a sua volta rilanciato e costretto gli avversari a doversi inventare qualcosa di nuovo. In tal senso, l’ultimo intervento in tv di Gianfranco Fini, ospite di Ballarò, nel quale il presidente della Camera ha detto di non volere alcun ribaltone, unitamente alla proposta del capogruppo alla Camera di Fli, Bocchino, che ha avanzato l’idea di una “crisi pilotata” che veda le dimissioni del premier prima del 14 dicembre e il successivo reincarico in 72 ore, sembrano essere più un tentativo dei finiani di uscire dall’angolo nel quale loro stesso si sono cacciati, anzichè una seria proposta per rilanciare maggioranza e Governo. La proposta di Bocchino, infatti, appare un vero e proprio ossimoro, dal momento che non si capisce perché il premier dovrebbe dimettersi per poi succedere a se stesso dopo qualche ora! A meno che l’intento reale non sia quello di far cadere il governo in carica per favorirne subito dopo la nascita di un altro, con dentro altre formazioni politiche e chissà quale premier. Ma, una simile operazione, significherebbe il ritorno ad un stile ed una prassi da Prima Repubblica, quando le “crisi pilotate”, appunto, servivano per sbarcare qualcuno dal governo e imbarcare qualcun altro, che probabilmente nessuno oggi, a cominciare dal presidente della Repubblica, Napolitano, si sentirebbe di avallare. Esiste infatti un sistema elettorale, vincolante per tutti, che ha permesso di insediare democraticamente a Palazzo Chigi un premier indicato dal popolo, sulla base di un programma scelto dagli elettori. Come verrebbe giudicata dal popolo la circostanza che un partito che non ha aderito a questo programma, ed anzi lo ha osteggiato dentro e fuori il Parlamento, venga poi chiamato a far parte dell’esecutivo? Sarebbe un ribaltone vero e proprio. Che però, come già ricordato, lo stesso presidente della Camera Fini ha detto di non volere, aggiungendo peraltro di essere certo dell’esistenza di una maggioranza parlamentare sfavorevole al presidente del Consiglio, e di escludere elezioni anticipate in caso di caduta del governo. Un ostentazione di fiducia che in realtà, con il passare delle ore e l’avvicinarsi del voto sulla sfiducia alla Camera, appare sempre più sospetta. Se il terzo polo fosse davvero convinto di avere i numeri per sfiduciare il Cavaliere, perchè non aspettare con tranquillità il 14 dicembre ed evitare nuove tensioni, persino coi presunti alleati? La verità è che la situazione sta sfuggendo di mano a Fini, in primis, ma anche ai suoi nuovi alleati, Casini e Rutelli, che pensavano di aver trovato nel presidente della Camera la soluzione per disarcionare il Cavaliere, e invece devono fare i conti con una realtà molto diversa. Insomma, tutto lascia pensare che il terzo polo sia già in grosse difficoltà prima ancora di arrivare alla prova parlamentare decisiva.

martedì, dicembre 07, 2010

IL TERZO POLO IN UN VICOLO CIECO

di Giacomo Stucchi

I dirigenti del terzo polo si sono sbracciati a presentare alla Camera la mozione di sfiducia contro il Governo, ma adesso l’impressione è che nelle loro file la confusione regni sovrana. La fretta con la quale si è compiuto il passo della sfiducia è stata dettata, probabilmente, dalla necessità di “snidare” il premier che ostentava, e ostenta ancora oggi, sicurezza e determinazione nel mantenere il punto. Adesso che l’ora della verità si avvicina, però, è come se nel terzo polo si insinuasse sempre più il seme del dubbio. Senza sapere né dove andare a parare in caso di voto sfavorevole al Cavaliere, né con chi allearsi per l’eventuale dopo Berlusconi, i seguaci di Fini e Casini soffrono oggi una specie di crisi di identità politica. Non possono andare da soli, perché non hanno i numeri; non possono contare più di tanto sul Quirinale, perché il presidente Napolitano ha già fatto intendere di non avere nessuna intenzione, in caso di caduta del Governo Berlusconi, di avallare un esecutivo del ribaltone; sanno di non convincere nessuno, quando parlano di un governo di responsabilità nazionale, o di “armistizio” (come piace ripetere a Casini), che comprenda anche il Pd, l’Idv e chissà cos’altro, perché è probabile che i primi a non credere in questa soluzione siano gli stessi parlamentari di Fli e Udc. Insomma, la sensazione è che l’ex inquilino, e quello attuale, di Montecitorio, si siano messi in un bel vicolo cieco! Certo, tutto è possibile. L’annuncio di avere già da giorni i numeri per sfiduciare il presidente del Consiglio, non avendo sortito l’effetto di far dimettere Berlusconi, potrebbe adesso servire ad esorcizzare eventuali altri sfavorevoli responsi, ma ciò che più sta spiazzando Fini e Casini è la risolutezza che il premier, sino a questo momento, sta mettendo in campo. In ogni caso, comunque vada a finire il prossimo 14 dicembre, il punto è che non si era mai vista un’opposizione che come scenario successivo all’eventuale caduta del Governo, non chieda poi immediate elezioni. Anzi, si trincera dietro a mille scuse (legge elettorale, emergenza economica, e quant’altro) pur di non andare al confronto elettorale. Un comportamento anomalo che la dice lunga su quale sia il vero obiettivo dei ribaltonisti: disarcionare un governo, legittimamente eletto dal popolo, per sostituirlo con un altro che blocchi le riforme, in primis il federalismo, e faccia anche una legge elettorale che riporti il Paese ai disastri della partitocrazia e della Prima Repubblica. Ma si tratta di una strada impercorribile, di un progetto folle. Noi crediamo che Berlusconi abbia i numeri per andare avanti in questa legislatura, ma se così non fosse, se davvero l’incoscienza di pochi riuscisse nell’intento di far cadere il Governo, allora la parola spetterebbe al popolo. In poco più di due mesi, dallo scioglimento delle Camere, il Paese avrebbe un nuovo Governo pienamente legittimato e la democrazia sarebbe allora salvaguardata.

sabato, dicembre 04, 2010

MILANO RHO - 04/12/10 - FIERA DELL'ARTIGIANO











VERDELLO - 04/12/10 - CENA SEZIONE LEGA NORD 20° ANNIVERSARIO APERTURA SEDE














































BERGAMO - 04/12/10 - CERIMONIA SANTA BARBARA VIGLILI DEL FUOCO
















giovedì, dicembre 02, 2010

CONTRO IL GOVERNO UNA NUOVA ARMATA BRANCALEONE

di Giacomo Stucchi

Qualunque cosa accada, dopo il voto sulla fiducia del prossimo 14 dicembre, i fatti dicono che il governo in carica, e la maggioranza che lo sostiene, hanno continuato a lavorare approvando una legge di stabilità che mette in sicurezza i conti pubblici, cosa di fondamentale importanza per poter affrontare nel migliore dei modi i prossimi mesi, e varato una riforma dell’università che, piaccia o meno, con il voto al Senato, sarà comunque portata sino in fondo dopo molti anni di chiacchiere. Questi sono i fatti. Tutto il resto, comprese le menzogne della sinistra e di certa informazione ad essa contigua, sono solo chiacchiere che si scioglieranno come neve al sole. Cosi come si sono già dissolte le presunte rivelazione del sito Wikileaks, sui rapporti tra il premier e l’amministrazione americana, sulle quali la solita inconcludente e strumentale opposizione di casa nostra, da Bersani a D’Alema, da Vendola a Di Pietro, avrebbe voluto speculare. Le dichiarazioni ufficiali di grande stima e amicizia nei confronti del Cavaliere, rese al mondo intero da Hilary Clinton, la responsabile degli Affari Esteri del presidente Obama, chiudono infatti la questione e lasciano, ancora una volta, con le pive nel sacco quanti pensavano di usare queste ipotetiche informazioni per screditare il presidente del Consiglio. Uno spunto in più per far riflettere nei prossimi giorni a quanti, in Parlamento, immaginano di mettere all’angolo il Cavaliere con una certa facilità. In ogni caso, qualunque sia l’esito del voto sulla fiducia al Governo, il dibattito in Parlamento di metà mese servirà a fare chiarezza obbligando, tra l’altro, gli indecisi a scegliere. O di qua, ovvero con il Governo e la maggioranza del fare, che hanno già dimostrato di saper lavorare nell’interesse dei cittadini (portando avanti il programma votato dal popolo nel 2008 e affrontando al meglio tutte le emergenze, da quelle economiche a quelle calamitose, che si sono presentate negli ultimi due anni e mezzo); o di là, ovvero con la coalizione antigovernativa, che si annuncia già come la nuova armata Brancaleone. Contenti loro! In questo quadro è noto come da tempo la Lega Nord auspichi un chiarimento che comporti, se necessario, anche il ricorso al corpo elettorale. Si tratta della via maestra da seguire nel caso in cui la maggioranza, che sino ad oggi ha retto l’azione di Governo, non dovesse essere più tale. Qualsiasi altra ipotesi di esecutivo che non veda Berlusconi premier, o che cacci i vincitori delle ultime elezioni all’opposizione, sarebbe solo un ribaltone e vedrebbe di certo la Lega Nord alzare le barricate.

PARIGI - 02/12/10 - COMMISSIONE DELL' UNIONE DELL'EUROPA OCCIDENTALE