LE REGALIE A BUON MERCATO DEL PD NON FERMERANNO LA VITTORIA DELLA LEGA
di Giacomo Stucchi
L’aspetto sul quale si concentrano le analisi politiche di questi
ultimi giorni di campagna elettorale è su cosa fare dopo il voto
nell’eventualità in cui nessuna delle forze in campo riuscisse ad ottenere la
maggioranza dei parlamentari. Una circostanza possibile, certo, ma anche
improbabile se si tiene nel dovuto conto la reale volontà dei cittadini di
cambiare pagina. Perché mai , infatti, questi ultimi dovrebbero rinunciare alla
ghiotta occasione di mandare a casa un partito e un governo che hanno fatto il
bello e il cattivo tempo, ma senza ottenere risultati concreti o degni di nota?
Il bilancio dei governi a guida Pd, compreso quello
di Renzi dei mille giorni, è fallimentare e non lo diciamo come
argomento da campagna elettorale ma come dato di fatto. Maggiore disoccupazione
giovanile, maggiore povertà e, soprattutto, più immigrazione fuori controllo,
unitamente ad un debito che fa ancora paura, sono la sintesi della sinistra al
governo. Ma a voler entrare ancora più nel dettaglio dei provvedimenti adottati
dai governi a guida Pd si prenda, per esempio, il Job Act e si analizzino i
risultati prodotti. Oggi a criticare per primi questa sciagurata riforma del
lavoro, voluta dal governo Renzi, sembrano essere proprio i giovani del
Pd. Perché hanno capito quanto tempo e risorse sono state sprecate per
“premiare” con incentivi e bonus il lavoro a tempo determinato, e scoraggiare
invece l’assunzione a tempo indeterminato. Quando, invece, avrebbe dovuto
essere tutto il contrario. Del resto se davvero il Jobs Act avesse avuto
successo oggi avremmo sentito rivendicarlo dagli esponenti del Pd in ogni
occasione; e invece non è così. Come si può pensare, perciò, che la gente non
colga l’occasione del voto per dare più forza e consenso alla Lega e al
centrodestra, unico schieramento nelle condizioni di ambire alla maggioranza
parlamentare e quindi al governo del Paese? I primi ad esserne consapevoli, del
resto, sono proprio quelli del Pd che infatti dalle loro postazioni governative
stanno facendo di tutto per impedire che questo accada. Basti pensare, per
esempio, alle tante regalie elettorali che il
governo Gentiloni sta facendo in queste settimane; e delle
quali, peraltro, non dovrà nemmeno rispondere dell’onere finanziario, visto che
la responsabilità in tal senso ricadrà di certo su un altro governo.
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