IN PENSIONE A 70 ANNI MA GARANTIAMO VITTO E ALLOGGIO AGLI IMMIGRATI
di Giacomo Stucchi
Sarà l’effetto del caldo degli ultimi giorni, o forse la rabbia per la
sberla elettorale rimediata alle amministrative, che di certo ha lasciato il
segno, fatto sta che nel Pd danno l’impressione di avere perso completamente la
bussola; sempre ammesso che ne abbiano mai avuta una. L’accelerazione
parlamentare sullo ius soli, il provvedimento che riconosce la concessione
della cittadinanza italiana, oltre ai nati da almeno un genitore straniero
provvisto di permesso di soggiorno, anche a un minorenne che frequenta un ciclo
di studi di almeno 5 anni, appare infatti del tutto fuori luogo e
incomprensibile. Una simile concessione sarebbe stata contrastata da noi in
ogni momento ma a maggior ragione adesso, con il boom degli sbarchi di migranti
e il disastroso andamento delle trattative in sede Ue per impedirli o
limitarli, anche a seguito di una politica troppo remissiva da parte del
governo Gentiloni-Renzi, l’ultima cosa che faremmo è quella di regalare
la cittadinanza italiana. Su questa posizione oltre alla Lega Nord ci sta la
gran parte delle persone di buon senso. Non ci vuole molto a capire, infatti,
che nell'attuale fase storica il combinato disposto tra gli sbarchi da record e
la promessa della cittadinanza potrebbe costituire una miscela sociale
esplosiva.
Una realtà che a Palazzo Chigi, evidentemente, fanno finta di non conoscere
o di non comprendere; o, più semplicemente, di subordinare a meri calcoli
elettorali che nulla, però, hanno a che vedere con l'interesse dei cittadini.
Ai quale, invece, si continuano a chiedere sacrifici, che peraltro sanno tanto
di provocazione. Non riusciamo infatti a definire diversamente l'annuncio di un
nuovo aumento dell'età pensionabile, con la prospettiva di mandare la gente in
pensione a settant’anni, quando poi il governo non fa nulla per impedire che
sulle nostre coste continuino a sbarcare decine di migliaia di immigrati
clandestini. Costoro, nella maggior parte dei casi, non avranno mai
riconosciuto alcun tipo di status particolare ma saranno accolti e mantenuti
per molto tempo sul nostro territorio a spese soprattutto del contribuente
italiano; e quando gli sarà negato il diritto a stare nel nostro Paese
continueranno a risiedervi vivendo, nel migliore dei casi, di espedienti e bivaccando
nelle nostre città. Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, forse per
suffragare la sciagurata politica dell’accoglienza a tutti i costi perpetrata
dalla sinistra, ha detto che con la chiusura delle frontiere agli immigrati
fino al 2040 avremmo 73 miliardi in meno di entrate contributive e 35 miliardi
in meno di prestazioni sociali destinate agli immigrati “con un saldo netto
negativo di 38 miliardi”. Un argomento che però non sta in piedi perché non
tiene conto di quanto costerà allo Stato, per lo stesso periodo, l’accoglienza
agli immigrati; il cui numero, almeno sino a quando resteranno al loro posto i
vari Gentiloni, Renzi e Boeri, non potrà che salire.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home