Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

venerdì, marzo 31, 2006

AGGIORNAMENTO AGENDA APPUNTAMENTI ELETTORALI DA 29 MARZO AL 2 APRILE

MERCOLEDI’29/03
Ore 09.30 - ALBINO
Incontro con la cittadinanza c/o mercato
Ore 21.00 - ANTEGNATE
Incontro pubblico c/o Sala consiliare

GIOVEDI’ 30/03
Ore 10.00- BERGAMO
Inaugurazione BERGAMO EDILE
Ore 20.30 - CAPRIATE SAN GERVASIO
Incontro pubblico c/o Auditorium S. Medie

VENERDI’ 31/03
Ore 09.30 - PONTIDA
Incontro con la cittadinanza c/o mercato
Ore 11.00 - BERGAMO
Incontro con studenti Collegio S. Alessandro
Ore 14.30 - ROMANO DI LOMB.
Inaugurazione nuovo reparto Ospedale
Ore 15.30 - TREVIGLIO
Inaugurazione nuova radioterapia Ospedale
Ore 17.00 - CARAVAGGIO
Inaugurazione nuova sede Lega Nord
Ore 20.30 - VIDEO STAR TV
Trasmissione televisiva
Ore 21.00 - BERGAMO
Carovana elettorale Piazza Vittorio Veneto

SABATO 01/04
Ore 10.00 - BERGAMO
Convegno c/o Hotel S.Marco
Ore 16.00 - BERGAMO
Incontro con la cittadinanza c/o gazebo Via XX Settembre
Ore 21.00 - SAN GIOVANNI BIANCO
Cerimonia Sacra Spina

DOMENICA 02/04
Ore 09.30 - DALMINE
Incontro con cittadinanza c/o Piazza Comune
Ore 11.00 - VERDELLO
Incontro con cittadinanza c/o gazebo SS42
Ore 15.00 - MARTINENGO
Incontro con cittadinanza c/o Piazza Comune
Ore 17.30 - TREVIGLIO
Comizio elettorale Piazza Garibaldi

mercoledì, marzo 29, 2006

LA LEGA NELLA STORIA, LA SINISTRA NEL CAOS

di Giacomo Stucchi

Ci sono alcuni aspetti della campagna elettorale in corso che la rendono un po’ surreale. Uno di questi è per esempio l’appello fatto dal Capo dello Stato alle forze politiche di moderare i toni del dibattito politico: condivisibile nella sostanza, a condizione però che se ne specifichi il destinatario. Non accadeva da molti anni infatti che gruppi di facinorosi intervenissero per interrompere i comizi degli avversari politici. Succedeva negli anni Settanta, quando neofascisti e comunisti se le davano di santa ragione. All’epoca c’era lo scontro ideologico mentre oggi questo non dovrebbe esserci, ma allora quei gruppi di sinistra che aggrediscono Borghezio in treno e non la fanno parlare ai comizi, mettono a ferro e fuoco le strade di Milano, contestano violentemente il premier, reo di aver partecipato ad una manifestazione coi suoi sostenitori a Genova, da dove spuntano fuori? Non è che per caso questo centrosinistra che aspira a mettere piedi a Palazzo Chigi, ha tra le sue carte anche quella del “braccio violento e antidemocratico”? Perché, sino ad oggi nessuno ha sentito dichiarazioni di condanna senza se e sena ma a questi gruppi da parte dei tanti leader dell’Unione. Anzi, tutte le volte che si verificano nuovi e cruenti episodi di violenza ad opera di disobbedienti, no global e gruppi legati ai centro sociali, Prodi, per tutta risposta, ribatte che la colpa è di Berlusconi che non accetta le regole. Ma che faccia di bronzo. Ma come, prima Rifondazione candida uno come Caruso, che ha una lista di precedenti penali lunga un chilometro, e poi Prodi sostiene che è colpa del premier che non sta alle regole del gioco. Ma di quale gioco parla il Professore? E’ inquietante e deprimente, credo per ogni cittadino, soltanto immaginare che gente come Luxuria e il capo dei disobbedienti possano sedere sugli scranni del Parlamento; figuriamoci poi il programma del centrosinistra, che già si sa annuncia infarcito di lacrime, sudore e sangue. Ma come potrebbe mai un elettore dotato di buon senso affidare il proprio futuro, e quello della sua famiglia, all’Unione? Con questi qui rischiamo di fare un salto indietro di cinquant’anni: sul piano delle grandi opere pubbliche e dell’energia, con i Verdi di Pecoraro Scanio che si oppongono anche alla costruzione di una semplice strada; sul piano fiscale, con Bertinotti che vuole introdurre la patrimoniale e non ne fa certo un mistero; sul piano sociale, coi pacs che diventeranno il nuovo modello di unione mentre quello della famiglia tradizionale sarà probabilmente considerata un affare da trogloditi; sul piano internazionale, con Diliberto che dileggerà gli Stati Uniti ogni qual volta gli andrà. Ecco, questo è tutto quello che aspetta i cittadini con Prodi al governo. E con la Cdl? Sono i fatti a parlare e questi dicono, in primo luogo, che l’asse tra Bossi è Berlusconi, unitamente agli altri alleati, ha fatto si che per la prima volta in sessant’anni ci fosse un governo con il medesimo presidente del Consiglio, dall’insediamento al commiato. In secondo luogo, non sono aumentate le tasse. Non si tratta di un risultato di poco conto se si considera a) anche su questo fronte non ci sono precedenti, b) la sfavorevole congiuntura economica internazionale. Mai nessuno governo era riuscito nell’improbo compito di non mettere le mani nelle tasche dei cittadini. In terzo luogo, solo con il Carroccio è stata possibile un’autentica e proficua stagione di riforme. Si può dire, senza essere smentiti, che sono state fatte più riforme in questa legislatura che in tutta la storia della Repubblica.

domenica, marzo 26, 2006

Agenda appuntamenti elettorali dal 28 marzo al 2 aprile

MARTEDI’ 28/03

Ore 10.00

Ore 20.30

OSIO SOTTO

STAR TV

Incontro con la cittadinanza c/o mercato

Trasmissione televisiva

MERCOLEDI’29/03

Ore 09.30

Ore 21.00

ALBINO

ANTEGNATE

Incontro con la cittadinanza c/o mercato

Incontro pubblico c7o Sala consiliare

GIOVEDI’ 30/03

Ore 10.00

Ore 20.30

BERGAMO

CAPRIATE SAN GERV.

Inaugurazione BERGAMO EDILE

Incontro pubblico c/o Auditorium S. Medie

VENERDI’ 31/03

10.00

14.30

16.00

21.00

VERDELLO

ROMANO DI LOMB.

TREVIGLIO

BERGAMO

Incontro con la cittadinanza c/o mercato

Inaugurazione nuovo reparto Ospedale

Inaugurazione nuova radioterapia Ospedale

Carovana elettorale

SABATO 01/04

10.00

BERGAMO

Convegno c/o Hotel S.Marco

DOMENICA 02/04

10.00

14.00

VERDELLO

MARTINENGO

Incontro con cittadinanza c/o gazebo SS42

Incontro con cittadinanza c/o Piazza Comune

sabato, marzo 25, 2006

Aggiornamento agenda impegni elettorali dal 25 al 26 marzo 2006

SABATO 25/03
Ore 09.00 - PONTERANICA
Incontro con la cittadinanza c/o mercato
Ore 10.00 - ZOGNO
Incontro con la cittadinanza c/o mercato
Ore 11.00 - SAN GIOVANNI BIANCO
Inaugurazione nuova Sede Lega Nord
Ore 16.00 - BERGAMO
Incontro con la cittadinanza c/o gazebo Via XX Settembre
Ore 20.00 - LURANOCena con Sezione Lega Nord di Verdello
c/o ristorante La Biffa
DOMENICA 26/03
Ore 11.00 - PALAZZAGO
Inaugurazione nuovo polo artigianale “Briantea Due”.

giovedì, marzo 23, 2006

CON I COMIZI DI BOSSI E’ CAMPAGNA ELETTORALE

di Giacomo Stucchi

La cosa che più ci piace di questa campagna elettorale è il ritorno ai comizi del segretario federale Umberto Bossi. Non che avesse smesso di partecipare a dibattiti o riunioni di partito, meno che mai di seguire con la consueta passione le sorti del movimento e i fatti della politica, ma sentire la sua voce, le sue argomentazioni, fa bene al popolo del Carroccio nonché alla coalizione di centrodestra. Anche perché Bossi è l’unico che sa andare al cuore dei problemi, al nocciolo della questione: “Non si può votare Prodi perché ha fallito, tanto alla guida del governo del Paese quanto a capo della Commissione Ue”. Basta e avanza per convincere gli indecisi su voto del prossimo 9 e 10 aprile. Non servono giri di parole nel rammentare agli elettori che il Professore è stato buono soltanto a introdurre nuove tasse quando era a Palazzo Chigi ed è stato contro i dazi che, se introdotti quattro o cinque anni fa, oggi avrebbero evitato alle nostre piccole e medie imprese di soffrire ogni oltre misura la concorrenza sleale di Paesi come la Cina. In realtà a Prodi delle aziende italiane non frega un bel niente, per cui se non ha fatto nulla quando era presidente della Commissione Ue immaginate cosa potrà mai fare se dovesse guidare un governo che dipende dall’appoggio determinante di Bertinotti e Diliberto, che stanno alle imprese private come il diavolo all’acqua santa. L’Unione dice che il governo Berlusconi ha fallito soprattutto sul piano economico, ma gli indici Istat, dall’occupazione alla produzione industriale, dicono esattamente il contrario e dimostrano risultati più che soddisfacenti. Si ribatte che, nel caso dell’occupazione, si tratta o di lavoro precario o di regolarizzazione di immigrati che prima erano in nero. E allora? Ma perché, far uscire dal sommerso e dalla clandestinità migliaia di uomini e donne non è forse un fatto positivo? La verità è che la sinistra, oltre ad inventare di sana pianta le cose negative anche quando queste non esistono, ha una concezione del lavoro che è la stessa degli anni Sessanta e Settanta e che si basa su uno statalismo e assistenzialismo che oggi nessun governo virtuoso può permettersi. Inoltre, mentre la Cdl ha sempre guardato avanti, realizzando le riforme di cui il Paese ha bisogno, Prodi e compagni guardano ancora al passato. Né gli sono da meno coloro che mirano a riportare in auge un governo di sinistra che faccia finta di aiutare i più deboli mentre invece si accorda con i cosiddetti poteri forti. In un Paese normale una confederazione di categoria sceglie, alla luce del sole, di schierarsi con una parte politica per tutelare i propri interessi e si comporta di conseguenza. Nel nostro Paese invece si dice di essere al di sopra delle parti ma poi ci si butta capo e collo nell’agone politico. Come nel caso del vertice di Confindustria, l’esempio più eclatante di un maldestro equilibrismo politico che adesso è diventato anche ridicolo. Perché quando Montezemolo dice che occorre una Costituente per ammodernare lo Stato, da un lato commette un errore di valutazione e dall’altro dà l’impressione di aver vissuto in questi anni sulla luna. Al presidente di Confindustria infatti non dovrebbe essere sfuggito che a breve si voterà per il referendum confermativo sulla riforma costituzionale, voluta fortemente dalla Lega Nord Padania e approvata da tutta la Cdl. Si tratta di un risultato storico che il centrosinistra non ha raggiunto quanto era al governo e non raggiungerebbe mai qualora ci tornasse. Montezemolo, inoltre dimostra di non conoscere nemmeno i tempi costituzionali e parlamentari necessari a mettere su un nuova Costituente, a maggior ragione con la sinistra al governo; prima che questa cominci i suoi lavori infatti, gli imprenditori, quello veri che lavorano e stanno sul mercato e non trescano per fare le scarpe a questo o quell’altro, avrebbero già chiuso le loro aziende a causa di concorrenti che operano totalmente al di fuori delle regole e di uno Stato che non farebbe nulla per impedirlo.

lunedì, marzo 20, 2006

Agenda impegni elettorali dal 21 al 26 marzo 2006


MARTEDI’ 21/03
Ore 20.30 - BENEVENTO -
Convegno Fondi Strutturali Mezzogiorno 2007
c/o Hotel Italiano -

GIOVEDI’ 23/03
Ore 10.00 - SCANZOROSCIATE -
Incontro con la cittadinanza c/o mercato

Ore 20.30 - BONATE SOPRA
Incontro pubblico c/o Centro Culturale Don Milani.
VENERDI’ 24/03
Ore 09.30 - ALBANO S. ALESSANDRO
Incontro con la cittadinanza c/o mercato
Ore 11.00 - BERGAMO
Incontro con Confindustria c/o Sala Giunta via Camozzi

Ore 16.00 - SAN GIOVANNI BIANCO
Inaugurazione II lotto ambulatori specialistici
c/o Ospedale San Giovanni Bianco

Ore 20.30 - ODEON TV
Trasmissione televisiva
SABATO 25/03
Ore 11.00 - SAN GIOVANNI BIANCO
Inaugurazione nuova Sede Lega Nord

Ore 16.00 - BERGAMO
Incontro con la cittadinanza c/o gazebo Via XX Settembre
Ore 20.00 - LURANO
Cena con Sezione Lega Nord di Verdello
c/o ristorante La Biffa

DOMENICA 26/03
Ore 11.00 - PALAZZAGO
Inaugurazione nuovo polo artigianale “Briantea Due”.

SOLO TASSE CON PRODI AL GOVERNO

di Giacomo Stucchi

Sono molte le interpretazioni che si danno alla performance del presidente del Consiglio a Vicenza nella giornata conclusiva dei lavori del convegno organizzato da Confindustria. A noi piace pensare che l’intervento di Berlusconi, abbia almeno chiarito un possibile equivoco: nessuno nella coalizione di governo, anche per un istante, pensa che la battaglia per le Politiche del 9 e 10 aprile sia persa. Per due ragioni fondamentali: perché è un obbligo nei confronti degli elettori del centrodestra che daranno fiducia all’esecutivo uscente; perché è necessario per tutti i cittadini che ancora non hanno deciso per chi votare e con i quali bisogna essere molto chiari: se vince Prodi si fa un salto nel baratro, altro che “felicità”. Per rendersene conto basta guardare del resto ai precedenti del centrosinistra al governo, che hanno portato instabilità politica e aumento delle tasse. Provare per credere: fate mente locale su alcune delle imposte introdotte negli ultimi venti anni e accostate ad esse il nome del presidente del Consiglio che le ha volute. Ecco il risultato: 1986, tassa sulla salute – Bettino Craxi; 1992, Isi (imposta straordinaria sugli immobili) – Giuliano Amato; 1992, prelievo dello 0,6 % dai conti correnti di tutti i cittadini a prescindere dal reddito – Giuliano Amato; 1993, Ici (imposta comunale sugli immobili) – Giuliano Amato; 1996/1998, tassa sull’Europa – Romano Prodi; Irap – Romano Prodi. Ebbene, niente lascia pensare che un ritorno del Professore a Palazzo Chigi possa invertire questa tendenza, anzi è vero il contrario. Perché il leader dell’Unione, pur di restare in sella e riscattare così l’umiliazione del 1998, quando D’Alema e compagni gli diedero il ben servito e lo mandarono a presiedere la Commissione europea, sarà disposto a concedere a Bertinotti e alla parte più statalista e della sua coalizione molto di più che una semplice imposta ma una vera e propria politica comunista fatta di prelievi dai conti correnti dei risparmiatori, tasse patrimoniali, nuove imposizioni sugli immobili. Ecco il futuro che si prospetta ai cittadini con un ritorno di Prodi al governo. Ma c’è un'altra esperienza prodiana che dovrebbe mettere in guardia gli elettori ed è quella di presidente della Commissione Ue, quando il nostro è andato addirittura contro gli interessi delle piccole e medie imprese italiane, infischiandosene delle loro difficoltà, soprattutto nel competere con la concorrenza sleale dei prodotti taroccati provenienti dalla Cina, e sacrificandole sull’altare dell’Europa dei burocrati e degli speculatori. Ciò nonostante il Professore ha avuto la faccia tosta di andare dagli imprenditori, riuniti a convegno per trovare delle soluzioni ai problemi di competitività del nostro Paese, e addossare inesistenti responsabilità al governo Berlusconi per i ritardi strutturali del nostro sistema produttivo che invece risalgono a decenni di politiche sbagliate, non ultima quella energetica. Ma i danni fatti da Prodi al suo Paese quando era alla presidenza Ue potrebbero tuttavia essere insignificanti rispetto a quelli che potrebbe fare se ritornasse al governo. Rispetto alla metà degli anni Novanta infatti sono cambiati i contesti internazionali, politici ed economici. Ciò che in quegli anni erano solo virus in incubazione, vedi la concorrenza sleale di economie che trattano i lavoratori come schiavi o la minaccia islamica, oggi sono pestilenze deflagrate in modo irreversibile e quello che serve per combatterle e sconfiggerle non è certo il falso ottimismo e l’inconcludenza politica di un uomo come Romano Prodi ma, al contrario, concrete riforme strutturali e profondi cambiamenti nella macchina dello Stato. Come quelle che, grazie al determinate contributo della Lega Nord, la maggioranza ha già portato a termine in questa legislatura e che, con uno sciagurato ritorno del centrosinistra al governo, potrebbero essere cancellate.

mercoledì, marzo 15, 2006

DEVOLUTION ASSENTE NEL DUELLO BERLUSCONI-PRODI

di Giacomo Stucchi

Fra i tanti temi toccati nel duello televisivo Berlusconi-Prodi, che per inciso non credo abbia visto primeggiare nessuno dei due leader in particolare, c’è stato un grande assente: il federalismo. Complice la circostanza che nessuno dei due giornalisti in studio ha posto la domanda, il premier in carica e lo sfidante hanno ritenuto di non tirare in ballo la più grande riforma costituzionale della storia della Repubblica. Comprensibile, per la verità, che non la abbia fatto Prodi, un po’ meno condivisibile invece l’omissione da parte di Berlusconi. Che secondo noi ha perso una buona occasione per ricordare ai cittadini come la Cdl, approvando definitivamente la riforma, sia riuscita la dove l’Unione ha fallito nella precedente legislatura. Inoltre, non mi pare sia emerso abbastanza l’altro merito del centrodestra: il record di stabilità del governo. Non è mai accaduto dal dopoguerra ad oggi che un esecutivo sia durato in carica ben cinque anni, portando a termine la legislatura. Si tratta di un fatto oggettivo non contestabile che va a vantaggio della Cdl e svantaggio di Prodi che, invece, cinque anni al governo forse li farà ma in due legislature. Inoltre sono mancati altri temi che scottano, tanto nella società civile quanto, soprattutto, nell’Unione: i Pacs, lo scontro di civiltà tra mondo occidentale e islam (ad eccezione di una surreale domanda su un eventuale conflitto con l’Iran), il tema della sicurezza dei cittadini. Ma il passaggio che più dovrebbe preoccupare i cittadini che andranno a votare il 9 e 10 aprile è stato quando Prodi ha detto che Bertinotti “è un uomo d’onore” e quindi, in virtù di questa sua prerogativa, mai e poi mai farà di nuovo lo sgambetto ad un eventuale esecutivo di centrosinistra. Ora, si può credere quanto si vuole all’ “onore” di Bertinotti (soprattutto se, come si dice, in caso di vittoria dell’Unione il segretario di Rifondazione comunista andrà a ricoprire un importante carica istituzionale, forse quella di presidente della Camera dei Deputati), ma non si può negare che su tasse, grandi opere pubbliche, politica sociale, la distanza tra le parti all’interno dell’Unione sia siderale. Solo la bramosia di Prodi, nonostante la sua apparentemente innocente confessione “io nella vita ho già fatto tutto e non mi interessa altro che fare le riforme in questo Paese, soprattutto per il bene dei giovani”, e la sua ambizione di tornare al governo per ricominciare esattamente da dove lo avevano cacciato, possono soprassedere alle indiscutibili diversità che attraversano in lungo e in largo il ginepraio politico del quale il Professore molto difficilmente verrà a capo. La verità è che, ed è questo che i cittadini devono seriamente tenere in considerazione nel segreto dell’urna, senza il collante che tiene insieme tutto il variegato mondo del centrosinistra, cioè il comune nemico da abbattere, Silvio Berlusconi, la comunione d’intenti nell’Unione si scioglierebbe come neve al sole. Ecco perché, prima o poi, Prodi, che in tv già rivendica con orgoglio di avere alla spalle il più numeroso gruppo parlamentare, prima ancora che gli elettori esprimano il loro voto, inevitabilmente si scontrerà con la realtà dei fatti. E questi dicono che in politica comanda chi ha i numeri e Prodi non li ha ora e non li avrà nemmeno con un centrosinistra vittorioso alle Politiche. Il dibattito in tv ha infine detto un'altra cosa: e cioè che ogni Paese ha esigenze, usi e costumi diversi. Si è voluto copiare il modello americano ma la verità è che a casa nostra la campagna elettorale si gioca ancora nelle piazze, nei comizi tra la gente e non negli asettici studi televisivi. Negli Stati Uniti la tv è indispensabile anche perché, considerate le immense dimensioni del Paese, sarebbe impossibile per i candidati rivolgersi direttamente a tutti gli elettori. Da noi, invece, il contato col popolo è ancora determinante.

GRAZIE PER LE NUMEROSE EMAIL

Cari amici e care amiche, grazie per le numerose email che costantemente inviate al mio indirizzo di posta elettronica STUCCHI@LIBERO.IT

Cerco di rispondere personalmente a tutti e, se qualcuno non riceve una pronta risposta, porti un poco di pazienza... visto il periodo elettorale e i numerosi impegni che ne conseguono.

GRAZIE ANCORA!

CIAO


Giacomo Stucchi

lunedì, marzo 13, 2006

LE NEFASTE CONSEGUENZE DI UN GOVERNO PRODI

di Giacomo Stucchi

Mano a mano che si procede in questa campagna elettorale, che i più nel centrosinistra ritengono inutile dal momento che guardano al voto come ad un passaggio scontato a loro favore, i cittadini scoprono nuovi preoccupanti dettagli del programma di Prodi. Molti sondaggi, divulgati per lo più da organi di informazione vicini o addirittura schierati con l’Unione, danno per favorito il Professore ma noi riteniamo che, ancorché condotti a regola d’arte, i sondaggi servono al massimo a fotografare la situazione in un preciso momento ma non possono in alcun modo prevedere cosa accadrà nei prossimi giorni. Adesso che tra l’altro il candidato a premier del centrosinistra è costretto a gettare la maschera, poco a poco gli elettori scoprono come è riuscito a tenere insieme Bertinotti e Rutelli, Di Pietro e Diliberto: la ricetta, molto semplice e “dimagrante” per le tasche dei cittadini, è a base di una gustosa tassazione sulle rendite; preceduta da prelibata revisione degli estimi catastali (con conseguente aumento delle tasse per tutti i proprietari di immobili); seguita da una raffinata reintroduzione della tassa di successione e da una riduzione delle pensioni. Quest’ultime, come è noto, vengono infatti pagate coi contributi dei lavoratori. Ora, ridurre drasticamente il costo del lavoro, come ha annunciato di voler fare Prodi, significa da un lato alleggerire i suddetti contributi ma, dall’altro lato, avere meno soldi per pagare le pensioni. Poiché due più due fa sempre quattro, ci spiega il Professore come fa a diminuire il costo del lavoro senza intaccare le pensioni? Non c’è che dire, si tratta di un bel rebus. Che si arricchisce, peraltro, della creazione già annunciata di nuovi ministeri, nuovi organismi per il controllo dei conti pubblici, e della totale marcia indietro sul fronte del federalismo istituzionale e fiscale. Insomma, se mai Prodi dovesse varcare la soglia di Palazzo Chigi ad attendere i cittadini ci sarebbero subito lacrime, sudore e sangue, oltre che un ritorno al passato di almeno cinque anni sul fronte delle riforme. Badate bene, non facciamo demagogia ma diciamo semplicemente come stanno le cose. Se negli anni Novanta il centrosinistra ha messo in difficoltà questo Paese portandolo nella moneta unica a condizioni tra le più svantaggiose possibili, negli anni Duemila il programma è di gran lunga peggiore: far ritornare alla grande il centralismo, lo statalismo e tutti gli annessi e connessi che in passato hanno fatto si che il nostro debito pubblico non avesse rivali al mondo. Questa è la verità, altro che sondaggi. Gli effetti negativi di questa sciagurata prospettiva sono già in atto con l’esodo dei capitali finanziari che stanno prendendo il largo dal nostro Paese dove, se vince Prodi, si prevede una tassazione al venti per cento. I burocrati di Bruxelles, dal canto loro, stanno già fregandosi le mani perché sanno che con Prodi al governo avranno nuove mucche da spremere in nome di un Unione europea che toglie ai più per dare ai pochi; che tutela gli agricoltori francesi e se ne frega delle nostre piccole e medie imprese, abbandonate a loro destino e costrette a competere con merci cinesi taroccate; che si proclama liberale, salvo poi tenere ingessate le economie degli Stati membri entro parametri tanto illiberali quanto inutili; che si professa solidale coi più deboli, e poi invece fa finta di non vedere gli sbarchi dei clandestini sulle spiagge della Sicilia e della Puglia. Non sono da meno inoltre le aspettative dei criminali di ogni sorta che plaudono alla politica della sinistra indifferente alle istanze dei cittadini, che chiedono maggiore sicurezza, e disposta invece a comprendere sempre e comunque le ragioni di chi viola la legge.

mercoledì, marzo 08, 2006

PRODI VA IN “FUGA”

di Giacomo Stucchi

Che il centrosinistra non avrebbe perso occasione per delegittimare l’avversario in questa campagna elettorale per le Politiche, era scontato; un po’ meno forse lo erano la forma, la virulenza e le scandalose strumentalizzazioni che hanno trasformato un confronto politico in una battaglia. Tutto questo non fa paura al Carroccio che alle battaglie, quelle vere, è abituato da sempre. Tuttavia anche nella lotta politica dovrebbe esserci un limite all’ignominia e alla stupidità. Che senso ha infatti attaccare il premier per le sue visite istituzionali all’estero, come quella alla Casa Bianca o al Parlamento americano, o per una sua presenza nella delegazione del Ppe in visita al Vaticano? E poi, se l’armata Brancaleone guidata da Prodi è tanto sicura di vincere, come certi sondaggi faziosi annunciano, perché si preoccupa di tutto ciò che fa o che dice Berlusconi? In un Paese normale, con un opposizione politica degna di questo nome, è scontato che il presidente del Consiglio in carica assolva al suo ruolo isituzionale anche nei giorni, direi nelle ore, che precedono il voto. Cosa vorrebbero Fassino e compagni, che Berlusconi si ritirasse ad Arcore a coltivare le rose e lasciasse il campo libero? Oppure che, in attesa del responso delle urne, non facesse neppure campagna elettorale e si limitasse a consegnare a Prodi le chiavi di Palazzo Chigi il 10 aprile sera? In quale paese democratico si è mai visto un premier uscente defilarsi dalla vita pubblica e politica poco prima delle elezioni? Ma per favore, per una volta almeno cerchiamo di essere seri. Prodi ha pubblicato sul Corsera un lungo articolo e continua a partecipare senza contraddittorio ad un gran numero di trasmissioni in tv. Se nella Cdl adottassimo lo stesso metro di giudizio dell’Ulivo, avremmo dovuto alzare le barricate e gridare allo scandalo, alla violazione della par condicio. Ma meglio non farlo. In primo luogo, perché tutte le volte che il Professore tenta di comunicare coi cittadini, sia che parli o che scrivi, fa un favore al centrodestra; in secondo luogo, perchè le sue “ricette” sono tanto astruse ai più quanto irrealizzabili tecnicamente. Inoltre, circostanza questa non secondaria, i suoi propositi di oggi sono l’aria fritta di domani, perchè quando in Parlamento ci saranno Fassino e Rutelli, Bertinotti e Pecoraro Scanio, Di Pietro e Diliberto, non sarà certo lui a condurre il gioco. I suoi alleati, o presunti tali, gli tapperanno la bocca prima ancora che questa venga aperta. La verità è che ancora una volta l’obiettivo è soltanto quello di defenestrare Berlusconi ma poi della sorte dei cittadini, e di come eventualmente risolvere i loro problemi, non c’è preoccupazione di sorta. E allora ecco la paura per le mosse del premier, ecco il rifiuto di Prodi a misurarsi in tv non perché non esistano le regole ma perché, al di là della demonizzazione dell’avversario, non c’è nemmeno un punto del presunto programma di governo dell’Unione sul quale non si rischia di sfasciare tutto: dai Pacs alle tasse, dai rapporti con la comunità internazionale, in particolare con gli Stati Uniti, soprattutto dopo che Diliberto ha definito Bush “un uomo con le mani insanguinate”, alle riforme istituzionali, dalla politica energetica a quella di difesa. E allora – si chiederà il Professore – che ci vado a fare in tv con Berlusconi? Meglio defilarsi, continuare a fare il piagnone, che tanto gli riesce bene, e fare quello che in questi ultimi mesi, ma direi anche in tutta la legislatura, ha fatto il centrosinistra: cioè nulla.