Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

mercoledì, marzo 27, 2013

BERSANI ACCETTI UN GOVERNO DI CORRESPONSABILITA'

di Giacomo Stucchi

Questa XVII legislatura è partita con il piede sbagliato ma potrebbe, in extremis, essere rimessa su un percorso virtuoso se solo si guardasse ai reali interessi dei cittadini. Napolitano nelle consultazioni è stato molto chiaro quando ha detto che non avrebbe mai dato un incarico pieno a Bersani senza la garanzia dei numeri. Non sono consentiti, quindi, né salti nel buio né alchimie parlamentari da prima repubblica. Non servono a nessuno, inoltre, soluzioni di governo che non siano politiche e di legislatura. Tanto meno alla Lega che lavora alla macroregione del Nord e ha bisogno a Roma di una controparte credibile e stabile. Una ragione in più affinché il segretario del Pd si convinca che l'unica strada possibile per dare un governo al Paese è quella della corresponsabilità tra le principali forze politiche. Per far questo, e per favorire la nascita di un governo forte che faccia della buona politica, riducendo la pressione fiscale, occupandosi di risolvere gli enormi problemi creati dal governo tecnico e rimasti insoluti, come quello degli esodati, mettendo mano alle riforme costituzionali che non sono più procastinabili, Lega Nord e Pdl hanno offerto la loro disponibilità senza porre pregiudiziali né sulla guida dell'esecutivo né sulla composizione dello stesso. Al premier incaricato, quindi, è stata data la possibilità di uscire dal cul de sac nel quale si è infilato e di far partire subito un governo con un programma chiaro sulle cose da fare. Si tratta di un'assunzione di responsabilità quanto mai necessaria in un momento in cui, da un lato la deflagrazione dell'esecutivo dei tecnici certificato anche delle dimissioni del ministro degli Esteri, e dall'altro lato l'ennesimo diniego del M5S, peraltro in diretta streaming ( a scanso di equivoci!), alla richiesta di collaborazione fatta da Bersani, rendono la strada del premier incaricato davvero strettissima. A tutto ciò si aggiungano poi le impellenti necessità di quanti, tra imprese e cittadini, si aspettano dalla politica provvedimenti rapidi e concreti per uscire da una crisi che sta distruggendo l'economia, compromettendo la capacità di ripresa del nostro sistema produttivo.

domenica, marzo 10, 2013

VERDELLO - 10/03/13 - Convegno nazionale a tutela della qualità della carne equina e della salute dei consumatori.




giovedì, marzo 07, 2013

ROMA NEL CAOS, AVANTI CON LA MACROREGIONE

di Giacomo Stucchi

Ancora una volta Bersani, probabilmente stordito dal risultato elettorale di certo a lui non favorevole, dimostra di non avere alcuna sintonia con le esigenze reali dei cittadini. Gli ormai famigerati 8 punti approvati dalla direzione del suo partito dopo molte ore di dibattito, che dovrebbero servire a sedurre i parlamentari del M5S al punto da convincerli a dargli l'appoggio, in realtà altro non sono che una mera elencazione di principi che andrebbero bene sia come guida per gli scout, che come contenuti in un libro di educazione civica. Ma per salvare le imprese e fare ripartire l'economia ci vuole ben altro. Dalla modifica del vincolo del patto di stabilità per i Comuni virtuosi allo sblocco dei pagamenti alle aziende che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione, dall'accesso al credito per le stesse imprese alla riduzione della pressione fiscale, dalle agevolazioni per chi assume allo snellimento della burocrazia, sono questi i temi da affrontare sui quali imprese e cittadini attendono dalla politica risposte concrete; in particolare al Nord, dove più che altrove il sistema produttivo risente della crisi. Quali risposte intenda dare il segretario del Pd su tali questioni rimane quindi un mistero. Questa incertezza programmatica del Pd riflette del resto lo stallo politico nel quale tutto il centrosinistra si trova, diviso tra coloro che se fallisse il tentativo di Bersani vorrebbero andare a votare il prima possibile, e chi invece vorrebbe che prima di tornare alle urne si esplorassero altre strade per dare vita comunque a un governo non necessariamente a guida Bersani. Comunque vada sotto il cielo della politica romana l'unica certezza è che alla Lega Nord si presenta un'occasione storica: quella di trarre un vantaggio tattico e politico dalla debolezza del governo centrale per portare avanti il nostro progetto di Macroregione del nord e potere così trattenere sul nostro territorio il 75% delle imposte versate. Insomma, se Roma è nel caos il Nord può volare, ponendo in essere la nostra ricetta autonomistica e federalista.

martedì, marzo 05, 2013

A PALAZZO CHIGI PROVE TECNICHE DI ACCORDI AL RIBASSO

di Giacomo Stucchi

Le motivazioni ufficiali alla base della convocazione a Palazzo Chigi di Berlusconi, Bersani e Grillo non convincono del tutto. Ufficialmente infatti il premier in carica ha chiesto con una lettera di incontrare i tre leader per discutere dei temi all'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio Europeo prevista per il 14 marzo, ma considerato il modus operandi di Monti, che nella sua sciagurata esperienza di governo ha sempre fatto di testa sua (non ascoltando peraltro gli appelli della Lega Nord che lo ha sempre messo in guardia sugli effetti disastrosi che provvedimenti quali l'Imu e le riforme su pensioni e lavoro avrebbero avuto sull'economia reale), i retroscena politici potrebbero essere ben altri. Monti, dopo la batosta elettorale, ha un disperato bisogno di rientrare in gioco prima che i riflettori su di lui si spengano definitivamente; mentre il Presidente della Repubblica ha necessità di sondare gli umori delle forze politiche prima che il Parlamento riapra ufficialmente i battenti e, soprattutto, prima dell'inizio delle consultazioni ufficiali. Ma esigenze istituzionali o politiche a parte l'impressione è che si possa trattare solo del primo di una serie di incontri tra i vecchi alleati, con l'intento di arrivare a un accordo al ribasso, che piú che al futuro, miri in primis a salvare se stessi. L'accordo peraltro potrebbe essere favorito anche dalla grande confusione che regna nel M5S dove alle prime affermazioni dei neo parlamentari grillini (riunitisi a Roma anche per conoscersi), che non chiudevano del tutto le porte al governo tecnico, è poi seguita una smentita di Grillo sul suo blog che ha escluso ogni ipotesi di fiducia a qualsiasi tipo di governo tecnico; unitamente alla richiesta davvero singolare del prossimo capogruppo grillino al Senato, Vito Crimi, che su FB ha chiesto di essere lasciati in pace per un paio di giorni. Insomma, dopo quasi un anno e mezzo di governo dei professori, le lacrime e il sangue dei contribuenti vessati da un inaudito e inutile inasprimento della pressione fiscale, ma anche dopo una dura campagna elettorale che ha suscitato grandi aspettative di cambiamento, i cittadini potrebbero ritrovarsi a Palazzo Chigi una coalizione che, come nel gioco dell'oca, riporti tutti al punto di partenza.