Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, luglio 20, 2017

NELLA MAGGIORANZA GIA' PRONTI ALL'ASSALTO DELLA DILIGENZA IN VISTA DELLA LEGGE DI STABILITA'

di Giacomo Stucchi

A dispetto delle belle parole del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, per il quale "abbiamo davanti un passaggio cruciale per cogliere delle opportunità che ha bisogno della stabilità del quadro istituzionale ed economico", la sensazione è che la “stabilità” del governo Gentiloni serva più alla maggioranza che tiene in vita l’esecutivo che non al Paese. A fronte di una situazione difficile per la gran parte dei cittadini (con i giovani che vanno via in cerca di occasioni di lavoro e un numero in crescita dei pensionati che si trasferiscono all’estero per avere una vita più dignitosa), il governo continua a non fare nulla per invertire queste tendenze sociali. Palazzo Chigi promette miglioramenti nella “vita reale” delle persone, ma si tratta solo di parole al vento che mirano al mantenimento dello status quo per il governo. Scongiurate, almeno per ora, le Forche Caudine di un pericoloso voto di fiducia al Senato sullo ius soli, e metabolizzate in tutta fretta le dimissioni del ministro per gli Affari regionali Enrico Costa, che forse in altri tempi avrebbero avuto ben altre conseguenze politiche, potrebbe essere il generale agosto a dare una tregua al governo in vista del varo della legge di Stabilità nel prossimo mese di settembre. In tal senso le grandi manovre per l’assalto alla diligenza sono già cominciate e fanno immaginare una grande fibrillazione tra le forze politiche che appoggiano il governo. Purtroppo però, nella maggioranza, anziché varare una legge di Stabilità che ponga le basi per una ripartenza vera dell’economia (in primis abbassando le tasse e poi eliminando davvero gli sprechi), si cercherà di mettere in conto risorse a favore di questa o quell’altra categoria sociale al solo scopo di intercettare voti. Una politica che di certo non ha nulla a che vedere né con il rilancio dell’economia né con lo sviluppo, e ancora meno con una seria gestione dei conti pubblici, ma che costituisce l’ultima spiaggia per una sinistra di governo alla disperata ricerca di consensi per i prossimi appuntamenti elettorali.