di Giacomo
Stucchi
Non è un momento facile per nessuno ma tra le ragioni che alimentano
l’ottimismo mi piace ricordare la certezza che esiste, ed è quanto mai concreta
e forte, il popolo della Lega Nord. Sto partecipando, come ogni estate, a molte
feste del nostro Movimento e ho trovato le sicurezze di sempre ma anche la
speranza per il futuro. Voglio quindi ringraziare il nostro straordinario
popolo per la dimostrazione di affetto, di vicinanza e di coerenza che da
sempre lo caratterizzano e lo rendono unico. Siamo, e sempre lo saremo, un
punto di riferimento. Detto questo, le buone notizie sul fronte politico
finiscono qui. L’incapacità del governo Letta ad approvare provvedimenti
strutturali e risolutivi, che diano cioè i loro frutti nel tempo e in modo
irreversibile ma che siano anche in grado di invertire il declino economico, è
ormai conclamata. Anche l’ultimo decreto sull’Imu, del resto, pare creare più
problemi che altro. La caccia al tesoro sulle coperture finanziarie è già
iniziata ed è certo che lascerà sul terreno molti scontenti. Insomma, alla luce
degli scarsi risultati raggiunti, delle inesistenti prospettive di successo che
sembrano prospettarsi per il futuro, ma anche a seguito del trattamento che il
Pd gli sta riservando, il Pdl potrebbe togliere la fiducia a questo governo.
Una decisione che, farebbe prendere in considerazione alcune “contromisure”
che, in caso di crisi di governo, potrebbero rivelarsi determinanti. Non è un
mistero, infatti, che se il Pdl dovesse staccare la spina al premier è quasi
certo che sarebbero esperiti altri tentativi per trovare subito una maggioranza
di “scorta”. Le fibrillazioni nei gruppi parlamentari grillini e la recente
nomina di quattro senatori a vita, non certo vicini al centrodestra, sono
segnali che si rilevano più eloquenti di mille dichiarazioni. Se Letta dovesse
trovare il modo di succedere a se stesso si complicherebbe ulteriormente lo
scenario, soprattutto per il Nord che da questo premier, sino ad oggi, non ha
avuto risposte concrete.