Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, settembre 26, 2013

NESSUNO RIMPIANGERA' LE LARGHE INTESE

di Giacomo Stucchi

Che ne sarà del premier e del suo governo lo vedremo presto, al momento a tenere banco sono le dimissioni dei parlamentari del Pdl. Lasciare o mantenere un seggio parlamentare, come si sa, è una scelta individuale. Possibile quindi che il Cavaliere, con la firma nero su bianco delle dimissionida parte dei suoi parlamentari, voglia dimostrare di fare sul serio ma anche, e  soprattutto, di avere i numeri per portare una minaccia concreta tanto all’esecutivo quanto alla legislatura. Una strategia alla quale è possibile che i capigruppo del Pdl abbiano dovuto dare un’accelerata anche per rispondere alla nota del Presidente della Repubblica nella quale, dopo aver definito “inquietante” l’ipotesi di dimissioni in massa, Napolitano ha sottolineato  come l’orientamento dell'Assemblea dei gruppi parlamentari del PdL  “non è stato formalizzato in un documento conclusivo reso pubblico e portato a conoscenza dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica”. In questa situazione  ancora una volta il Pd, dilaniato da lotte interne, non sa che pesci pigliare e con il suo segretario Epifani si limita a condividere in pieno quanto scritto dal Capo dello Stato. Ad ogni modo le larghe intese, ancor più che sul piano politico,  hanno fallito su quello dei  numeri. Tanto che viene da chiedersi  come abbia fatto il premier Letta a  promuovere  il nostro sistema economico negli Stati Uniti quando poi a scappare sono per prime le nostre aziende! La verità è che il governo Letta, perfetto erede di molti altri governi centralisti (da D’Alema a Prodi, passando per quello tecnico di Monti), si è ben guardato dal portare avanti riforme strutturali,  tanto meno ha aggredito la spesa pubblica, preferendo invece la più facile e comoda alternative delle tasse. L’unico freno alla spesa è stato quello dei trasferimenti delle risorse agli enti locali, che si vogliono sempre più svuotati di potere gestionale e privi di capacità di erogare servizi. Ecco perché, comunque vadano le cose, nessuno rimpiangerà certo le larghe intese.

martedì, settembre 24, 2013

IL GOVERNO LETTA E LA POLITICA DELLO STRUZZO

di Giacomo Stucchi

Se il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha avvertito la necessità di incontrare esponenti di primo piano  del governo, dopo aver puntellato lo stesso con il suo ultimo intervento,  nel  quale ha sottolineato tra l’altro la necessità di andare avanti per cogliere le opportunità di un principio di ripresa economica, si potrebbe pensare che le larghe intese siano davvero a un bivio. L'impressione è che il giochetto che sino ad oggi ha tenuto in piedi il governo  Letta, e cioè il puntuale e scientifico rinvio di tutte le principali questioni sul tappeto (dall’Imu all'Iva, dalle riforme alla lotta della disoccupazione), non basta più. Per la semplice ragione che dove finisce la propaganda,  che in questi mesi ci ha raccontato di un governo delle larghe intese nato per affrontare l’emergenza economica, comincia la realtà dei  numeri. E quest’ultimi certificano impietosamente il fallimento del governo sia sul fronte della crescita, il Pil era stimato per il 2013 al -1,3% e ora invece si è scoperto che sarà del -1,7%,  sia  su quello dei conti pubblici,  con il Def che ha attestato  un buco nei conti di 2,6 miliardi di euro, che potrebbe diventare voragine  con le coperture previste dal ministro dell'Economia Saccomanni per: abolizione Imu, sostegno alle politiche abitative, cassa integrazione. Il tutto con un aumento della pressione fiscale che sfiora il 50%. Insomma, ammesso che una minima ripresa sia davvero in corso, il punto è che le  larghe intese, indicatori economici alla mano,  proprio non riescono ad approvare quei provvedimenti utili ad intercettarla.  Che ci sia anche un problema di stabilità? Può darsi, di certo però un governo che avesse voluto davvero provare a venire fuori da questa difficile situazione, avrebbe dovuto agire subito, soprattutto abbassando le tasse e creando lavoro, e invece  ha fatto come lo struzzo nascondendo  la testa sotto la sabbia. 

domenica, settembre 22, 2013

22/09/13 - VENEZIA - ASSEMBLEA FEDERALE LEGA NORD







giovedì, settembre 19, 2013

19/09/13 - FIRENZE - Conferenza Stampa Lega Nord per sostenere candidatura Mario Razzanelli alle primarie per Firenze.




19/09/13 - CHIUDUNO - FESTA LEGA NORD




martedì, settembre 17, 2013

LE SORTI DEL GOVERNO

di Giacomo Stucchi

Ancora incertezza sulle sorti del governo e, forse, della legislatura. Alla vigilia del voto in Giunta al Senato si susseguono sia le schermaglie sulle procedure da seguire, sia le tante dichiarazioni di vari esponenti di Pd e Pdl aventi il solito scopo di addossare all’alleato-avversario la responsabilità di un'eventuale crisi di governo. Sin qui i fatti. Difficile dire, però, dove finisce la strategia e comincia invece il vero destino di questo governo. A questo punto in molti vedono nel prossimo voto in Giunta sulla decadenza dell’ex premier lo spartiacque di questa legislatura. Può darsi, ma non bisogna dimenticare il fatto che questa fase è ancora interlocutoria. Solo uno, insomma, dei tanti passaggi previsti nel lungo iter che porta alla decadenza di un parlamentare. Un percorso, rispetto al quale, una parte del Pd vorrebbe dare una forte accelerata ma che tuttavia potrebbe ancora riservare qualche sorpresa. Al momento, però, le evoluzioni che potrebbero prendere gli eventi, sia che si vada verso la crisi, sia che il governo rimanga a galla, sono davvero avvolti nella nebbia. E’ probabile che, oggi più che in passato, tale equilibrio precario sia quanto mai avvertito dal premier che difatti non ha tergiversato ad inviare segnali di insofferenza non solo, e non tanto, al Pdl quanto ad alcuni specifici settori del suo partito. Un po’ di coerenza vorrebbe però che il presidente del Consiglio, preso atto dell’impossibilità di andare avanti, vada dal Capo dello Stato e rassegni le sue dimissioni. O forse Letta aspetta che la sua riottosa maggioranza trovi d’un tratto la serenità e la capacità di andare avanti? La verità è che ad intralciare la strada al governo ci sono dei carnefici, i renziani e i falchi del Pdl, che non vedono l’ora di mettere in pratica i loro piani per affossarlo. Ma ci sono anche tanti“responsabili”, che in caso di elezioni non saprebbero a quale santo votarsi per rimanere al loro posto, ben disposti a far galleggiare l’esecutivo ancora per molto tempo.

domenica, settembre 15, 2013

15/09/13 - SERIATE - Assemblea Provinciale


venerdì, settembre 13, 2013

13/09/13 - SPIRANO - CASCINA ITALIA - Distretto Agricolo BassaBergamasca








giovedì, settembre 12, 2013

CERTIFICATO FALLIMENTARE PER IL GOVERNO LETTA

di Giacomo Stucchi

I dati  sullo stato di salute della nostra economia la dicono lunga sull’incertezza che la caratterizza. Confindustria si dice convinta che il fondo è stato toccato ma anche in questa visione ottimistica prevede che a fine 2013  la crisi economica degli ultimi cinque anni  lascerà  sul campo 1,8 milioni di disoccupati. L’Istat, invece, certifica che nei  primi sette mesi dell'anno in corso la produzione industriale è  scesa del 4,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E’ possibile ritenere che gli effetti di questo disastro, al quale hanno dato un grosso contributo prima le politiche recessive del governo Monti e poi quelle dilatorie frutto delle larghe intese, siano già stati scontati dal nostro sistema economico? In altre parole, abbiamo passato il peggio o questo deve ancora venire? Si tratta di domande fondamentali, dalle cui risposte dipendono i destini di tutti noi. La stessa Bce, del resto, fa sentire la sua voce e sottolinea i rischi crescenti per il conseguimento dell'obiettivo di disavanzo  al 2,9% del Pil per il 2013. Al rimborso dei debiti della Pubblica Amministrazione, segnalano gli economisti di Francoforte, si sommano anche le misure per compensare l'abolizione dell'Imu e il rinvio dell'aumento Iva. Ma c’è dell’altro. Basti pensare, infatti, agli effetti del continuo ricorso agli ammortizzatori sociali, che  il governo deve finanziare, o ai tassi di interesse che i mercati ci obbligano a sostenere per  finanziare il nostro debito pubblico, che potrebbero tradursi già entro la fine dell’anno in una manovra di aggiustamento dei conti pubblici. Tradotto in soldoni, e conclamata la mancanza di volontà anche dell'attuale governo  di aggredire seriamente la spesa pubblica, significa nuove tasse. Sappiamo perfettamente che solo l’idea di un ulteriore inasprimento della pressione fiscale appare del tutto impossibile agli occhi dei cittadini che pagano le tasse e che sono già allo stremo. Ma al peggio non c’è fine se si pensa che il governo Letta anziché fare chiarezza, soprattutto in  materia di imposizione fiscale locale, ha invece generato un caos dal quale adesso è davvero difficile venirne fuori.

PALOSCO - 12/09/13 - FESTA LEGA NORD






martedì, settembre 10, 2013

SIA IL POPOLO A DIRE LA SUA

di Giacomo Stucchi

Forse ci apprestiamo a vivere non solo la crisi di governo ma anche un mesto epilogo della XVII legislatura e di un’esperienza politica che ha prodotto solo frutti amari per i cittadini. Per la verità a credere davvero nelle larghe intese, nonostante le dichiarazioni ufficiali che hanno accompagnato il loro cammino, sono sempre stati in pochi e quelli che ci hanno creduto sembrano oggi desaparecidos. Al di là di come andranno le cose è però un fatto che la  maggioranza parlamentare, costituita dagli estremi politici, non ha portato a nessun provvedimento degno di nota. I decreti approvati dal governo Letta, soprattutto quelli sull’Imu, lasciano sul campo conseguenze disastrose per i cittadini,  la cui portata già nelle prossime settimane sarà palese a tutti, e per i Comuni lasciati in braghe di tela e senza nessuna certezza delle loro risorse.  Si tratta di un'eredità politica difficile da gestire,  a maggior ragione per un eventuale Letta-bis  che non potrebbe che  reggersi su una maggioranza composita, come del resto lo è stata sino ad oggi, ma anche scomposta. Nel senso che ad appoggiare un simile governo sarebbero transfughi di vari partiti che agirebbero senza nessun preciso obiettivo, se non quello di salvare la cadrega per i prossimi mesi o anni a venire. Insomma, più che un esecutivo  di salute pubblica, come presumiamo verrebbe eventualmente presentato,  si tratterebbe di un governo di salvezza privata e si tratterebbe  del peggiore scenario possibile perché continueremmo a vivere nell’immobilismo.  Ecco perché un rapido ritorno alle urne sarebbe di gran lunga preferibile ad una lenta agonia della legislatura. In democrazia il popolo ha sempre ragione e, probabilmente, allo scontro che sta caratterizzando le ‘larghe intese’, ma anche alla loro inconcludenza sul piano dell’azione di governo,  non crediamo di essere tanto lontani dalla realtà se diciamo che la gran parte dei cittadini preferirebbe dire la sua. 

domenica, settembre 08, 2013

08/09/13 - STEZZANO - Inaugurazione della nuova Scuola Media






08/09/13 - OSIO SOTTO - MANIFESTAZIONE ANMIL




08/09/13 - VERDELLO - RADUNO DEI BERSAGLIERI






08/09/13 - BUGUGGIATE - Assemblea Nazionale Lega Nord




08/09/13 - ALMENNO SAN BARTOLOMEO - FESTA LEGA NORD




sabato, settembre 07, 2013

08/09/13 - SCANZOROSCIATE - Festa del Moscato




giovedì, settembre 05, 2013

LE "LARGHE INTESE" NON PORTANO DA NESSUNA PARTE

di Giacomo Stucchi

La mozione sul gioco d’azzardo con la quale la Lega Nord ha battuto il governo ha una duplice valenza: sociale, perché impedisce che tante altre famiglie finiscano sul lastrico rovinate dalle slot machine, ma anche politica perché evidenzia, ancora una volta, la fragilità di un governo che ha una maggioranza parlamentare dai piedi di argilla. I cittadini hanno bisogno di certezze (anche per affrontare una congiuntura tra le più sfavorevoli degli ultimi decenni), ma anche il diritto di avere un governo che sia espressione di una chiara maggioranza parlamentare con un coerente programma da portare avanti. Tutto il contrario del governo Letta, con il quale è venuta meno ogni possibilità di varare riforme serie e strutturali in grado di far ripartire l’economia. Quando la scorsa primavera, dopo aver perso due mesi con l’inutile corteggiamento di Bersani ai parlamentari grillini, si è insediato il governo delle “larghe intese”, la Lega Nord non ha dato la fiducia e si è posta in una situazione di attesa per mettere alla prova il nuovo esecutivo. Non è stato necessario, però, aspettare tanto tempo per capire che da questa esperienza non sarebbe venuto nulla di buono e i fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione. Grandi coalizioni, in genere, non fanno mai grandi cose in nessun Paese vengano poste in essere. Ecco perché non abbiamo mai avuto grandi aspettative nel governo Letta e, a maggior ragione, non ne nutriamo oggi che sembra essere appeso ad un esile filo che potrebbe spezzarsi in ogni momento. Il fatto è che dalle grandi ammucchiate è difficile immaginare possa mai venire qualcosa di buono. I partiti o i movimenti politici sono tali proprio perché hanno una loro visione del sistema economico, sociale e amministrativo. Metterli insieme significa miscelare idee anche molto diverse fra loro e sottostare a continui compromessi, quasi sempre al ribasso. Il rischio concreto è il caos più totale, ovvero quello che sta accadendo. Il rinvio per quattro mesi delle decisioni da prendere, per risolvere le tante questioni tutt’oggi rimaste ancora sul tappeto, ha peraltro alimentato uno stato di incertezza che alla fine della fiera è il pessimo risultato raggiunto da questo governo. Un dato che, da solo, basterebbe a giustificare la sua caduta.

 

martedì, settembre 03, 2013

SOLO DA PERDERE DA QUESTO GOVERNO MA OCCHIO ALLA MAGGIORANZA DI "SCORTA"

di Giacomo Stucchi

Non è un momento facile per nessuno ma tra le ragioni che alimentano l’ottimismo mi piace ricordare la certezza che esiste, ed è quanto mai concreta e forte, il popolo della Lega Nord. Sto partecipando, come ogni estate, a molte feste del nostro Movimento e ho trovato le sicurezze di sempre ma anche la speranza per il futuro. Voglio quindi ringraziare il nostro straordinario popolo per la dimostrazione di affetto, di vicinanza e di coerenza che da sempre lo caratterizzano e lo rendono unico. Siamo, e sempre lo saremo, un punto di riferimento. Detto questo, le buone notizie sul fronte politico finiscono qui. L’incapacità del governo Letta ad approvare provvedimenti strutturali e risolutivi, che diano cioè i loro frutti nel tempo e in modo irreversibile ma che siano anche in grado di invertire il declino economico, è ormai conclamata. Anche l’ultimo decreto sull’Imu, del resto, pare creare più problemi che altro. La caccia al tesoro sulle coperture finanziarie è già iniziata ed è certo che lascerà sul terreno molti scontenti. Insomma, alla luce degli scarsi risultati raggiunti, delle inesistenti prospettive di successo che sembrano prospettarsi per il futuro, ma anche a seguito del trattamento che il Pd gli sta riservando, il Pdl potrebbe togliere la fiducia a questo governo. Una decisione che, farebbe prendere in considerazione alcune “contromisure” che, in caso di crisi di governo, potrebbero rivelarsi determinanti. Non è un mistero, infatti, che se il Pdl dovesse staccare la spina al premier è quasi certo che sarebbero esperiti altri tentativi per trovare subito una maggioranza di “scorta”. Le fibrillazioni nei gruppi parlamentari grillini e la recente nomina di quattro senatori a vita, non certo vicini al centrodestra, sono segnali che si rilevano più eloquenti di mille dichiarazioni. Se Letta dovesse trovare il modo di succedere a se stesso si complicherebbe ulteriormente lo scenario, soprattutto per il Nord che da questo premier, sino ad oggi, non ha avuto risposte concrete.



lunedì, settembre 02, 2013

02/09/13 - PONTIROLO NUOVO - FESTA LEGA NORD




domenica, settembre 01, 2013

1°/09/13 - ALZANO LOMBARDO - BèrghemFest