lunedì, agosto 31, 2015
domenica, agosto 30, 2015
mercoledì, agosto 26, 2015
domenica, agosto 23, 2015
venerdì, agosto 21, 2015
giovedì, agosto 20, 2015
sabato, agosto 08, 2015
giovedì, agosto 06, 2015
IL BASTONE E LA CAROTA
di Giacomo Stucchi
La partita sulla Rai giocata dal premier forse potrà consentirgli di
controllare il servizio pubblico ma di certo non lo farà risalire nel gradimento
dei cittadini, che di certo hanno ben altro a cui pensare. Con l’occupazione
delle poltrone della tv pubblica, e dopo il voto salva-Azzollini in Senato, il
segretario-presidente inanella un’altra perla da prima Repubblica. Un’altra
concreta dimostrazione di quanta ipocrisia ci sia sempre stata nelle parole del
premier, quando sulla Rai sosteneva: "Costi quel che costi, la toglierò ai
partiti. Il mio Pd non metterà mai bocca". E invece, oltre alla bocca, sulle
poltrone della Rai ha messo pure gente a lui vicina, resuscitando obtorto
collo l’intesa con Fi per poter eleggere un presidente condiviso visto che i
numeri in Commissione non gli davano la possibilità di sceglierselo da solo.
Renzi ha poi utilizzato la carota nel ringraziare con una lettera i parlamentari
del Pd per il lavoro “impressionante” fatto in Parlamento, salvo poi prendere il
bastone quando ha fatto dire alla senatrice Finocchiaro e alla ministra Boschi
che la riforma costituzionale non si tocca perché questo significherebbe
ripartire daccapo. Insomma, alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre, è
verosimile aspettarsi l’ennesima resa dei conti dentro il Pd e il solito
disinteresse del governo e della maggioranza per i veri problemi del Paese. Dove
continuano a sbarcare centinaia di immigrati clandestini; dove i sindaci non
sanno più dove prendere i soldi per garantire i servizi ai cittadini; dove la
produzione industriale continua a segnare il passo; dove lE riforme varate dal governo risultano essere un
coacervo di norme e di decreti attuativi che nessuno comprende e sa attuare.
Insomma, questo è il Paese voluto da Renzi; e chissà quali altri danni sarà
in grado di fare nel tempo che, speriamo il più breve possibile, resterà ancora
a Palazzo Chigi.
mercoledì, agosto 05, 2015
MENTRE NEL PD SI FANNO GUERRA IL PAESE AFFONDA
di Giacomo Stucchi
A quanto pare i gufi citati da Renzi volano per lo più dentro il Pd. E’ in
quel partito, infatti, che il segretario- presidente non riesce proprio a
mettere d’accordo le diverse anime e correnti che lo agitano di continuo.
Vogliono far credere ai cittadini che si battono per delle buone riforme ma
quella costituzionale e l’Italicum, per come sono state concepite, non sono
certo un buon viatico per la democrazia. Noi della Lega Nord lo abbiamo sempre
denunciato, fuori e dentro il Parlamento, mentre nel Pd gli oppositori di Renzi
lo hanno lasciato fare. Adesso che il premier ha preso la batosta elettorale e
non miete più gli stessi consensi di prima, ma anzi li perde costantemente, la
minoranza dem ha deciso di giocare la partita della vita e della sopravvivenza
politica. Nel frattempo, però, chi pensa al Paese? Nessuno e i fatti sono lì a
dimostrarlo. A cominciare dalla riforma del lavoro, il Jobs Act, che avrebbe
dovuto segnare la svolta per favorire l’occupazione e che invece, stando
all’Istat, procede come i gamberi: un passo avanti e due indietro. L'aula del
Senato ha approvato l'ennesimo ddl omnibus (questa volta sulla riforma della
Pubblica Amministrazione) che delega il governo a fare tutto e niente; e vedremo
quali saranno nel tempo i risultati. Il premier poi se la prende persino coi
sindaci che in realtà, siano di destra, di sinistra o di centro, coi continui
tagli ai loro bilanci, altro non possono fare che aumentare la tassazione locale
per garantire i servizi. Molti di loro, soprattutto al nord ma non solo,
amministrano come potrebbe fare un buon padre di famiglia e anche quando hanno
la possibilità di spendere dei soldi pubblici, per realizzare delle opere, hanno
letteralmente le mani legate da vincoli assurdi.