Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

venerdì, dicembre 30, 2011

ALBINO - 28-30/12/11 - Bèrghem Frècc

























































































































































































































giovedì, dicembre 22, 2011

UN GOVERNO FIGLIO DI NESSUNO

di Giacomo Stucchi


Dietro agli applausi della maggioranza alla replica di Monti al Senato, nella quale il presidente del Consiglio ha tra l’altro affermato di essere pronto ad intervenire con ‘azioni coraggiose’ anche sul fronte delle liberalizzazioni, e ha ammiccato ai partiti che lo sostengono ringraziandoli ma anche promettendo di consultarli prima di prendere altre decisioni, si cela in realtà la fragilità del governo in carica. Ci domandiamo, a questo punto, se già i partiti che hanno fatto nascere l’esecutivo Monti, e cioè Pdl, Pd e Terzo Polo, siano sempre più propensi a prenderne le distanze. Insomma, abbiamo un governo e dei ministri ma sono figli di nessuno. Gli stessi ministri continuano a dire in ogni occasione che senza di loro, e la cosiddetta manovra ‘Salva-Italia’, non si sarebbero più pagate le tredicesime, non ci sarebbero più stati i risparmi garantiti e così via. In realtà si tratta di argomentazioni la cui attendibilità rimane tutta da dimostrare. Tanto più che per il momento l’unico effetto reale dei provvedimenti adottati dal governo, che non è legittimato del voto popolare, e che è stato messo lì sull’onda di un’emergenza economica che è ben lungi dall’essersi arrestata, è quello di annichilire le aspettative e la qualità della vita di molti cittadini. Operai che continueranno a lavorare alle catene di montaggio ancora per anni, donne che non potranno stare in famiglia neppure a sessant’anni passati perché dovranno restare al loro posto di lavoro, ma anche nuovi futuri indigenti che avendo sottoscritto contratti di fuoriuscita anticipata dalle aziende, pensando di raggiungere la pensione in uno o due anni, dovranno adesso aspettare che ne passino altri, ma nel frattempo non avranno né lo stipendio né la pensione. Cosa farà per loro la ministro Fornero? Assolutamente niente! Così come non si farà un bel niente per i giovani che entreranno nel mondo del lavoro, se andrà bene, a quarant’anni passati o per coloro che, pur di avere un lavoro, sono costretti a farlo con la partita Iva, anche se poi hanno un solo committente. Sono davvero bizzarre poi le dichiarazioni del ministro Corrado Passera quando dice che l’impegno del governo “per combattere l’evasione fiscale sarà senza pace”. “Peccato - fa notare Stefano Sansonetti in un documentato articolo (non smentito) pubblicato su ItaliaOggi del 21 dicembre 2011, dal titolo ‘Adesso Passera abbaia agli evasori’ – che Corrado Passera, da amministratore delegato di Intesa San Paolo, abbia lasciato la sua ex banca sommersa da contestazioni fiscali per la bellezza di 1,6 miliardi di euro. Un fardello pesantissimo – aggiunge Sansonetti – dal quale l’istituto sta cercando di liberarsi saldando con l’Agenzia delle entrate diversi debiti”. Ma è anche sul fronte dell’Anci che arrivano critiche feroci, questa volta in riferimento all’introduzione dell’Imu. Il presidente Graziano Delrio, non di certo un uomo della Lega Nord, ha infatti criticato innanzi tutto il metodo per la scarsa interlocuzione del governo con i Comuni, ma soprattutto il taglio di una quota dei trasferimenti erariali. Altro che Imu, Imposta municipale unica, “considerato che il 50% del gettito va allo Stato – ha fatto notare Delrio – avrebbero dovuta chiamarla Isi, ovvero Imposta statale sugli immobili”.

martedì, dicembre 20, 2011

LE FREGATURE DELL’ALGIDO MONTI

di Giacomo Stucchi


A poco più di un mese dal giuramento del governo Monti il differenziale di rendimento tra i Btp decennali italiani e i Bund tedeschi, il famigerato spread, è ancora sulle montagne russe. La quota 500, significativa sia sotto il profilo psicologico, sia sotto quello finanziario, è stata più volte superata negli ultimi giorni, rimanendo di fatto ‘insensibile’ alla manovra ma anche alle dichiarazioni dei ministri tecnici. I quali, dopo un primo periodo di afonia politica, adesso sembrano più smaliziati e avvezzi ai microfoni. Il ministro del Welfare Elsa Fornero, per esempio, è tra le più loquaci. Significativa poi la naturalezza con la quale ha quasi annunciato la riforma dell’articolo 18 dichiarandosi poi stupita per le reazioni di ferma protesta dei sindacati. Roba da non credere! L’omologo ministro del governo Berlusconi, Maurizio Sacconi, veniva messo in croce dai sindacati e dalla sinistra un giorno sì, e l’altro pure, per molto meno. Per non parlare poi delle dichiarazioni sulla riforma delle pensioni: un mostro giuridico che non tiene conto di elementi logici e basilari che qualunque persona dotata di buon senso terrebbe in considerazione. Come si fa, infatti, a garantire ai giovani l’ingresso nel mondo del lavoro se si fa andare in pensione la gente a 70 anni? E come si fa a non considerare che non tutti i lavori sono uguali e quindi è impossibile chiedere ad un operaio di restare al suo posto più del dovuto, solo perché l’algido Monti ha pensato bene di far cassa posticipando anche la sua pensione? Falsi benpensanti, e ‘statisti’ dell’ultima ora, fanno finta di scandalizzarsi per le proteste della Lega Nord in Parlamento, o per quella che sta montando sui territori del Nord contro la reintroduzione dell’Ici. Una tassa che si chiamerà Imu ma che, occorre spiegarlo bene, non ha niente a che vedere con l’imposta prevista nel federalismo fiscale, dalla quale era esentata la prima casa, e pensata per lasciare più risorse sul territorio e non per far fare ai sindaci gli esattori di un Stato centralista e sprecone. C’è la possibilità che con l’introduzione dell’Imu i Comuni, a conti fatti, ci possano rimettere e che le Amministrazioni cittadine, per non tagliare i servizi, siano costrette ad alzare le aliquote, pagandone le conseguenze sul piano politico. Insomma si tratta di una bella fregatura, architettata dal Governo per portare più soldi nelle casse dello Stato facendo fare il lavoro sporco, cioè di aumento delle tasse sulla casa ma anche della loro riscossione, ai sindaci. Spetterà a costoro poi fare i conti con la legittima ira dei cittadini. Attenzione però perché le fregature del trio Alfano-Bersani-Casini non finiscono qui: dopo le pensioni a 70 anni, e le nuove tasse sulla casa e su molto altro, i tre hanno infatti già in programma di approvare una nuova legge elettorale che, secondo loro, tagli fuori dalla rappresentanza parlamentare il Carroccio. Si tratta di un' ipotesi mal congeniata per portare il Paese indietro di vent’anni e riconsegnarlo nelle mani della partitocrazia romana e dei banchieri ad essa compiacenti.

lunedì, dicembre 19, 2011

PONTERANICA - 19/12/11 - PRANZO DI NATALE SEZIONE LEGA NORD DI PONTERANICA































































SPIRANO - 19/12/11 - FESTA DI NATALE RAGAZZI DISABILI

























































sabato, dicembre 17, 2011

ALZANO LOMBARDO - 17/12/11 - CENA DI NATALE ASSOCIAZIONE DONNE PADANE































TORRE BOLDONE - 17/12/11 - CENA NATALIZIA SEZIONE LEGA NORD











































giovedì, dicembre 15, 2011

DA MONTI NESSUNA 'LEZIONE DI STILE"

di Giacomo Stucchi


Stimiamo l’ambasciatore ed editorialista del Corsera Sergio Romano ed è per questo che abbiamo letto con la consueta attenzione anche il suo articolo ‘Un professore senza allievi’. Un' analisi che, è sembrato di capire, vede soprattutto la Lega Nord al centro dell’attenzione, anche se con qualche semplificazione di troppo circa la nostra politica nell’era Monti. Che non è, come afferma Romano, senza “memoria e programmi” ma al contrario è tale proprio perché memore di tutto quanto accaduto in questo Paese almeno negli ultimi vent’anni. Chi scrive rappresenta da qualche anno gli interessi dei cittadini padani in Parlamento. Quanto basta per avere capito che, purtroppo, è davvero un’impresa improba per chiunque realizzare e portare a compimento delle riforme strutturali in un sistema politico e istituzionale ingessato. Paletti costituzionali ormai fuori luogo, ma anche lobby e gruppi di pressioni rappresentativi di una miriade di corporazioni, con molti paladini dentro e fuori il Parlamento, hanno reso questo Paese immutabile, nonostante la volontà degli elettori si sia chiaramente espressa in più occasioni per un radicale cambiamento. Romano afferma anche che la Lega Nord, negli anni al governo, ha “sottoscritto tutte le manovre di Giulio Tremonti e ha avuto accesso, in quel periodo, a tutti i dati sulle reali condizioni del Paese”: confermiamo, sottoscriviamo e rivendichiamo in pieno. Perché grazie a quelle manovre il Paese ha affrontato la difficile congiuntura internazionale meglio di molti altri, sia in Europa che Oltreoceano, senza peraltro mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Che anzi, dal 2008 ad oggi, hanno anche risparmiato un po’ di soldi. C’è però un passaggio che l’ambasciatore Romano salta a piè mani nella sua analisi ed è quello relativo a quanto accaduto nella maggioranza di centrodestra prima di arrivare alla caduta di Berlusconi. Ci riferiamo ai problemi interni al Pdl che hanno portato una parte di quel partito, guidato dal presidente della Camera Gianfranco Fini (che ha smesso di essere al di sopra delle parti per fare invece gli interessi di una parte politica!), ad uscire dalla maggioranza. Era l’estate del 2010 e, come forse Romano ricorderà, la Lega Nord per bocca del suo Segretario Federale Umberto Bossi chiese a gran voce un immediato ritorno alle urne per ridare la parola agli elettori. Un appello rimasto inascoltato al quale sono poi seguite le vicende che tutti noi conosciamo. Sino all’avvento di Monti dal quale, al contrario di quanto afferma Romano, non crediamo sia venuta nessuna “lezione di stile politico”. Il presidente del Consiglio infatti si è prestato al ruolo di esecutore materiale di una manovra economica durissima, sapendo perfettamente di avere alle spalle una maggioranza parlamentare che lo appoggia solo per la viltà e l’ipocrisia di forze politiche che non hanno il coraggio di assumersi alcun tipo di responsabilità dinanzi al Paese. Viviamo giorni difficili, sotto molti punti di vista, ma proprio per questo e per affrontarli al meglio occorreva un governo pienamente legittimato dal voto popolare. Invece siamo nelle mani di una squadra di banchieri che adotta misure ‘lacrime e sangue’, per le quali non sarà mai chiamato a rispondere nessuno: uno spettacolo di certo profondamente inverecondo.

martedì, dicembre 13, 2011

MANOVRA SBAGLIATA, INIQUA E ANTIFEDERALISTA

di Giacomo Stucchi


Se qualcuno pensa che la Lega Nord si arrocchi su posizioni ostruzionistiche fine a se stesse, sbaglia. Per la verità qualche “furbetto” ha provato nei giorni scorsi ad additare al Carroccio inesistenti atteggiamenti ostruzionistici, ma non ha avuto alcun successo perché smentito dai fatti. In realtà l’attività dei nostri parlamentari in Commissione Bilancio e Finanze, alla Camera dei Deputati egregiamente presieduta da Giancarlo Giorgetti, e il lavoro che continuerà in Aula, serve sia a salvaguardare il ruolo e le funzioni del Parlamento, le cui prerogative sino ad oggi non sono certo state in cima ai pensieri del Governo Monti, sia gli interessi dei cittadini, per tutelare i quali sono stati presentati (e in qualche caso accolti) numerosi emendamenti targati Lega Nord alla manovra. Un lavoro quanto mai utile e indispensabile anche alla luce della davvero scarsa dimostrazione di efficienza sin qui dimostrata dall’esecutivo nei vari passaggi istituzionali che lo hanno visto all’opera. Messi lì in tutta fretta, Monti e i suoi ministri, non solo non sono riusciti ad invertire le tendenze altalenanti né dei mercati, né dello spread, ma stanno in compenso sconquassando una prassi istituzionale e parlamentare che ha sempre avuto nella storia della Repubblica dei paletti ben precisi. Una circostanza che diventa ancora più grave dal fatto che chi ci governa non ha alcuna legittimazione popolare. A tal proposito un fatto deve essere chiaro: Berlusconi non è caduto perché così si è reso un servizio ai cittadini, che con Monti avrebbero dovuto trarre un immediato vantaggio, ma molto più semplicemente perché un trasformismo parlamentare in stile Prima Repubblica, che pensavamo estinto per sempre, è tornato prepotentemente in auge. Chi nelle scorse settimane ha affermato il contrario, a cominciare da certa informazione che fiancheggia il centrosinistra, per finire coi soliti ‘soloni’ di parte (anch’essi per lo più di sinistra), farebbe bene ora a renderne conto all’opinione pubblica. Magari ammettendo che non esisteva alcuna connessione tra la permanenza del Cavaliere al Governo e la crisi finanziaria internazionale e riconoscendo anche alle forze politiche, che hanno appoggiato Berlusconi, il merito di aver saputo guidare il Paese in presenza di una congiuntura difficilissima, ma soprattutto senza calare alcuna mannaia (né sociale, né fiscale) sui cittadini. Al contrario di quanto sta accadendo con Monti, e la sua squadra di banchieri. Per quanta buona volontà e incessante impegno la Lega Nord stia mettendo nell’emendare i provvedimenti varati dal Governo, rimangono infatti nel loro complesso sbagliati, iniqui e antifederalisti. Sbagliati, dal punto di vista economico e sociale, perché con la raffica di aumenti provocati (alcuni dei quali, come quello sulla benzina, già in atto) entreremo in piena recessione e il Paese non avanzerà più di un millimetro; iniqui perché, nonostante la proposta della ministro Fornero di un prelievo del 25% sulle pensioni oltre i 200 mila euro, saranno per lo più sempre i più deboli (in particolare pensionati a basso reddito e piccoli proprietari di immobili) a pagare; antifederalista, perché non è vero che l’anticipazione dell’Imu al 2012 favorirà i Comuni (cosi come era stato pensato nell’ambito della più ampia riforma sul federalismo fiscale voluta dalla Lega Nord) ma al contrario li penalizzerà, per portare invece le risorse del Nord nelle fameliche fauci di una Stato centralista e romanocentrico.

martedì, dicembre 06, 2011

UNA MANOVRA NE' STRUTTURALE NE' SOSTENIBILE

di Giacomo Stucchi


In questa manovra del governo Monti, sulla quale il Capo dello Stato ha già dato il suo assenso, non c’è nulla da salvare: le misure varate servono solo a far cassa e non hanno un ottica di largo respiro. La sensazione è che tutti i sacrifici che si stanno chiedendo ai cittadini siano finalizzati solo a “scioccare” i mercati, per convincerli che il governo italiano è pronto a tutto, anche ad affamare la gente, pur di far abbassare il differenziale di rendimento tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi. Si tratta però di una partita molto pericolosa, per le conseguenze economiche, politiche e sociali che ne potrebbero derivare, che Monti sta giocando sulla pelle dei cittadini. L’approccio freddo e ragionieristico alle misure economiche messe in campo, mitigato appena dalle lacrime della ministro del Welfare Elsa Fornero nella conferenza stampa di presentazione della manovra, non tiene infatti nel dovuto conto la volatilità degli indici finanziari. In altre parole lo spread, come abbiamo ormai imparato, può aumentare o diminuire indipendentemente dalle politiche economiche o sociali del nostro Paese. Sono quindi del tutto fuori luogo le argomentazioni di chi già parla di un suo ribasso grazie ad un effetto Monti, perché se dovesse aumentare di nuovo che farà il premier? Farà andare in pensione i cittadini a ottant’anni o toglierà del tutto le prestazioni previdenziali? A meno che qualcuno non pensi che la crisi in atto non sia mondiale e dipenda solo da ciò che fa (o non fa) il nostro Paese, il punto è che da questa situazione se ne esce solo con provvedimenti coraggiosi ma che siano anche strutturali e soprattutto sostenibili. E’ sostenibile impedire di andare in pensione a chi ha maturato quarant’anni di contributi, magari con un lavoro usurante come quello in fabbrica, e chiedergli di restare al lavoro ancora per anni? Oppure, è sostenibile chiedere ai proprietari di un immobile adibito ad abitazione principale, che grazie al governo Berlusconi non hanno più pagato un euro dal 2008, tornare (sia pur con una piccola detrazione di 200 euro) a pagare una tassa che peraltro, nel caso di una seconda casa, costituirà un vero e proprio salasso? E’ sostenibile poi il nuovo regime di bollo sugli strumenti finanziari che, secondo le prime interpretazioni, dovrebbe riguardare anche i conti correnti e le polizze vita? Al premier Monti non viene il dubbio che queste misure, unitamente all’annunciato aumento dell’Iva e al conseguente aumento dei beni di consumo, non faranno altro che far entrare definitivamente in recessione il Paese? Noi pensiamo che qualche dubbio, se non proprio al premier, di certo stia venendo in mente ai leader dei partiti che appoggiano questo governo. Ed è davvero singolare, in tal senso, la corsa dei dirigenti dei partiti di governo e dei sindacati a rivendicare la paternità delle misure meno “dolorose” per i contribuenti. I vari Alfano, Bersani, Casini, Fini e Rutelli sono infatti impegnati in queste ore ad intestarsi o il mancato aumento delle aliquote Irpef (sostituito peraltro con l’incremento delle addizionali regionali), nel caso del Pdl, o la tassazione dei capitali rientrati con lo scudo fiscale, nel caso del Pd. Si tratta di una patetica rappresentazione che però non potrà impedire alla verità di venire a galla. Le bugie infatti hanno le gambe corte e la più grossa detta sino a questo momento e che "si sarebbe pensato anche alla crescita". Per il momento, però, l’unica cosa che crescerà, con le misure adottate dalla manovra varata da questo governo, sono le entrare delle banche. Grazie alle commissioni per le transazioni e i pagamenti oltre i mille euro, che tutti i cittadini saranno obbligati ad effettuare con bancomat o carta di credito, gli istituti bancari saranno infatti gli unici a brindare per le feste di fine anno.

domenica, dicembre 04, 2011

VICENZA - 04/12/11 - PARLAMENTO DELLA PADANIA





















giovedì, dicembre 01, 2011

IL GOVERNO MONTI E' GIA' ALLA FRUTTA

di Giacomo Stucchi


L’appoggio quasi totale, davvero senza precedenti, che il presidente del Consiglio Mario Monti ha avuto solo qualche giorno fa da tutte le forze politiche presenti in Parlamento, tranne la Lega Nord, potrebbe sciogliersi come neve al sole molto prima di quanto si pensi. Intanto, a sinistra hanno già dovuto ingoiare il primo rospo costituito dall’approvazione alla Camera della legge che introduce il vincolo del pareggio di bilancio in Costituzione. Si tratta di un’iniziativa del precedente governo che, in nome del “tutti insieme appassionatamente”, è stata approvata anche dal Pd. La circostanza è davvero singolare: un governo nato (almeno ufficialmente) per affrontare l’emergenza economica e finanziaria, con un sostegno parlamentare plebiscitario e bipartisan, approva come primo importante atto alla Camera un provvedimento dell’esecutivo che lo ha preceduto! Ma c’è di più. Il motivo per cui il presidente del Consiglio Mario Monti e il suo esecutivo hanno serie difficoltà a riferire in Parlamento sulle misure economiche da adottare, per affrontare la crisi economica e finanziaria mondiale, è perché non sono ancora riusciti a mettere d’accordo l’eterogenea maggioranza che li sostiene. Non basta infatti togliere dai rispettivi programmi dei partiti di maggioranza le proposte più estreme per approvare provvedimenti che stiano bene ad entrambi. Il rischio è infatti quello di creare un pasticcio dietro l’altro. Ecco perché sono già alla frutta. Sulle pensioni, tanto per citare una delle questioni controverse che potrebbe davvero far fare harakiri alla sinistra, come farà infatti il Pd ad accettare l’annunciato innalzamento dopo i 40 anni? Una misura che vede i sindacati già sul piede di guerra ma con i quali il presidente del Consiglio ha già annunciato di volere avere delle consultazioni “con tempi ristretti”, anche perché, ha aggiunto, “certe ritualità non sarebbero a vantaggio del Paese e dei cittadini”. Insomma, ce ne già abbastanza per far implodere tutto. Che Monti sia stato messo a Palazzo Chigi per adottare quelle misure draconiane sulle quali i vari Bersani, Alfano, Fini, Casini e Rutelli mai e poi mai metterebbero la faccia, a meno di non decidere di uscire dalla scena politica e non ripresentarsi mai più a nessun tipo di competizione elettorale, è ormai chiaro a tutti. Ci chiediamo però come Pd, Pdl e Terzo Polo, calando la mannaia su imprese, cittadini prossimi alla pensione e piccoli proprietari di immobili, per rimpinguare le casse di uno Stato svuotate dal centralismo romano ai danni del Nord che produce, pensino di farla franca. Far fare il lavoro sporco ad altri, per poi prenderne le distanze quando si andrà a votare, non esimerà infatti l’attuale maggioranza dall’assumersi le proprie responsabilità e soprattutto dal pagarne le conseguenze elettorali.