Il Pd in evidente stato confusionale
di Giacomo Stucchi
PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.
di Giacomo Stucchi
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Davvero si può credere al fatto che la decisone di Walter Veltroni, di non andare nel salotto televisivo di Bruno Vespa, dipenda da una sorta di reminiscenza democratica del candidato premier del Pd, ansioso di incontrare l’avversario Silvio Berlusconi in tv, per il bene dei cittadini? Penso proprio di no. Il fatto è che più passano i giorni di questa lunga campagna elettorale, più l’ “Obamadenonatri” ha nella sua faretra sempre meno frecce e, quindi, quelle poche chi gli sono rimaste non vuole sprecarle. Se Veltroni avesse avuto veramente a cuore il confronto televisivo con il suo avversario, lo avrebbe chiesto sin dall’inizio della campagna elettorale. Nelle scorse settimane, invece, quando gli faceva comodo sproloquiare in televisione sulla “straordinaria novità” della politica rappresentata dal Partito democratico, non si è mai posto il problema. E’ sempre andato in tv, senza incontrarsi con il leader della Federazione della Libertà. Io non credo che Berlusconi, che tra l’altro è un maestro della comunicazione televisiva, e che ha inventato la tv privata in Italia, abbia alcuna difficoltà ad incontrare il segretario del Pd. Peraltro, sarebbe l’occasione buona per fargli presente come il suo partito abbia ripresentato i “soliti noti” del centrosinistra, mettendo dentro i ministri e sottosegretrai del Governo Prodi. Ma il punto è un altro, e attiene ad una questione di principio. Come già detto, non si può essere, su una questione così delicata, qual è quella delle regole dell’informazione in campagna elettorale, ondivaghi. Oggi, cioè, mi va bene andare in tv senza un confronto, domani però è un altro giorno e si vedrà. No, non funziona così. Le regole, quando ci sono, devono valere sempre, all’inizio e alla fine della campagna elettorale. Allora, tanto varrebbe togliere di mezzo questa assurda legge, che non ha eguali nelle democrazie di tutto il mondo, e lasciare libera l’informazione di fare il proprio lavoro. Non dimentichiamoci che ad aver voluto questa legge della par condicio è stato proprio il centro sinistra che, alla fine, (soprattutto per noi della Lega Nord) si è trasformata in una non par condicio, che obbliga i conduttori televisivi di trasmissioni di approfondimento politico ad attribuire, in campagna elettorale, pari visibilità tanto al candidato della coalizione con il 40 e più per cento dei voti quanto a quello del partito con lo 0,5 per cento. Una legge controversa che adesso, però, il Pd non rivendica per garantire spazio a tutti i candidati in lizza, ma solo per impedire a Berlusconi di andare in televisione, perché se Veltroni si rifiuta di andare a Porta a Porta, succede che, per par condicio, non potrà andarci nemmeno il candidato premier del centrodestra. Si tratta del solito guazzabuglio, nel quale la sinistra è maestra a districarsi e che, però, alla fine della fiera, impedisce al leader dell’opposizione di andare in onda in una trasmissione di un canale della tv pubblica, che così non è più pubblica ma al servizio del Partito democratico.
di Giacomo Stucchi
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Allo stesso modo, cambiando problematica, non è possibile che noi, da soli, senza interventi assunti a livello centrale, si possa pensare di controllare il territorio provinciale con l’attuale numero di agenti di pubblica sicurezza e di carabinieri in attività. L’impresa appare ancora più ardua se si considera che due anni di politica buonista del Governo Prodi (il gemello politico di Walter Veltroni) hanno fatto incrementare in modo impressionante il numero degli immigrati clandestini presenti nella nostra provincia i quali, lo riportano quotidianamente i media, sono ormai i soli protagonisti delle azioni criminali poste in essere nella bergamasca. Occorre quindi ottenere da Roma un aumento dell’organico delle forze dell’ordine e metterle nelle condizioni di poter fare al meglio il loro lavoro. Da ultimo, ma non certamente per importanza, vista la situazione attuale delle nostre comunità, ritengo doveroso che si operi – nell’attesa di un vero federalismo fiscale - al fine di ottenere la “restituzione” di una quota significativa delle imposte pagate dalla nostra gente per poterle impiegare nella realizzazione di un’adeguata rete di infrastrutture. In altre parole, lavorare per ottenere più stanziamenti dagli enti romani per costruire nuove strade nella bergamasca cominciando da quelle zone – Valle Brembana e Val Cavallina - in cui la situazione è ormai al collasso. E l’esperienza recente della nuova strada della Valle Seriana, pur senza promettere miracoli, ci insegna che è possibile ottenere qualcosa di concreto. stesso modo, cambiando problematica, non è possibile che noi, da soli, senza interventi assunti a livello centrale, si possa pensare di controllare il territorio provinciale con l’attuale numero di agenti di pubblica sicurezza e di carabinieri in attività. L’impresa appare ancora più ardua se si considera che due anni di politica buonista del Governo Prodi (il gemello politico di Walter Veltroni) hanno fatto incrementare in modo impressionante il numero degli immigrati clandestini presenti nella nostra provincia i quali, lo riportano quotidianamente i media, sono ormai i soli protagonisti delle azioni criminali poste in essere nella bergamasca. Occorre quindi ottenere da Roma un aumento dell’organico delle forze dell’ordine e metterle nelle condizioni di poter fare al meglio il loro lavoro. Da ultimo, ma non certamente per importanza, vista la situazione attuale delle nostre comunità, ritengo doveroso che si operi – nell’attesa di un vero federalismo fiscale - al fine di ottenere la “restituzione” di una quota significativa delle imposte pagate dalla nostra gente per poterle impiegare nella realizzazione di un’adeguata rete di infrastrutture. In altre parole, lavorare per ottenere più stanziamenti dagli enti romani per costruire nuove strade nella bergamasca cominciando da quelle zone – Valle Brembana e Val Cavallina - in cui la situazione è ormai al collasso. E l’esperienza recente della nuova strada della Valle Seriana, pur senza promettere miracoli, ci insegna che è possibile ottenere qualcosa di concreto.Lavoro, sicurezza e infrastrutture. Sono questi i fronti sui quali anche una provincia dinamica come Bergamo può far poco se non è coadiuvata, stante la situazione costituzionale attuale, da interventi realizzati e decisi a livello centrale. La tutela dei livelli occupazionali, per via della crisi di un numero sempre maggiore di aziende, incide in modo negativo sul tessuto sociale ed economico orobico e non può essere considerato un fatto risolvibile solo con interventi attuati in ambito locale. Si tratta, infatti, di una battaglia impari perché bisogna fare i conti con sistemi produttivi che stanno nel mercato senza alcuna regola e, soprattutto, senza alcun vincolo. Mi riferisco alla concorrenza cinese, indiana, e dell’Europa dell’est che, sfruttando una mano d’opera quasi a costo zero, riesce ad immette sul mercato valanghe di prodotti a prezzi bassissimi. Quando si propongono, come facciamo noi, quote di importazione, o altre misure “protezionistiche” nel rispetto dei trattati internazionali in vigore, nella sostanza si evidenzia una via per tutelare il destino delle nostre fabbriche e dei lavoratori che in esse operano, e questi ultimi, in particolare, non possono finire stritolati - economicamente e fisicamente - dalla competizione globale, che obbliga tutte le aziende al massimo risparmio sui costi di produzione.
di Giacomo Stucchi
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