LA SCONFITTA DEL PD E DI RENZI E' SENZA ATTENUANTI
di Giacomo Stucchi
Non può bastare un grafico a torta, come quello postato dal segretario del Pd
Matteo Renzi sui sindaci eletti nei Comuni sopra i 15mila
abitanti, per negare una sconfitta che definire devastante non è certo
un’esagerazione. L’ex premier ha anche detto che “se si perdono le elezioni è
perchè non si parla con la gente”, ma così dimostra solo di predicare bene e
razzolare male. Perché è proprio Renzi che dà prova ogni giorno
di non conoscere le priorità dei cittadini, altrimenti non insisterebbe su un
provvedimento come lo ius soli. La verità è che la sberla elettorale per il Pd
renziano è stata grossa, come del resto lo fu già quella del 4 dicembre sul
referendum, e così al Nazareno non sanno ancora se continuare a dissimulare o
prendere atto sino in fondo del disastro. Un presa di coscienza che però, per
essere credibile, dovrebbe avere delle conseguenze immediate. In primis le
dimissioni del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Invece il premier, nonostante il messaggio di sfiducia degli elettori sia stato forte e chiaro, rimane al suo posto e continua a far finta di vivere su Marte. Renzi intanto si arrampica sugli specchi e cerca di rivendicare le “vittorie”, poche, che il centrosinistra si è aggiudicato nei comuni, fra primo e secondo turno, ma fa finta di dimenticare che il centrodestra ha tolto alla sinistra i capoluoghi maggiori e alcune delle sue roccaforti storiche, a cominciare da Genova ma anche La Spezia, Piacenza e Pistoia. Il centrodestra peraltro si è imposto anche in comuni più piccoli ma significativi, come Sesto San Giovanni. Insomma il segretario, se vuole, potrà pure consolarsi con qualche numeretto a sua favore ma il significato politico della sconfitta del suo partito alle amministrative rimane immutato.
Invece il premier, nonostante il messaggio di sfiducia degli elettori sia stato forte e chiaro, rimane al suo posto e continua a far finta di vivere su Marte. Renzi intanto si arrampica sugli specchi e cerca di rivendicare le “vittorie”, poche, che il centrosinistra si è aggiudicato nei comuni, fra primo e secondo turno, ma fa finta di dimenticare che il centrodestra ha tolto alla sinistra i capoluoghi maggiori e alcune delle sue roccaforti storiche, a cominciare da Genova ma anche La Spezia, Piacenza e Pistoia. Il centrodestra peraltro si è imposto anche in comuni più piccoli ma significativi, come Sesto San Giovanni. Insomma il segretario, se vuole, potrà pure consolarsi con qualche numeretto a sua favore ma il significato politico della sconfitta del suo partito alle amministrative rimane immutato.
Adesso nella sinistra è già partito l’ennesimo regolamento di conti, dentro
e fuori il partito democratico, ma nel frattempo continuano a sbarcare sulle
coste del nostro Paese altre migliaia di immigrati clandestini che aggraveranno
ancor più i disagi e le preoccupazioni di molti comuni che non sono più nelle
condizioni di accogliere nessuno. Una situazione che il governo dimostra, ogni
giorno di più, di non avere più sotto controllo. Un dato significativo del
malessere generale che può anche contribuire a spiegare perché gli elettori di
molti comuni hanno deciso di togliere la fiducia alla sinistra per darla ai
candidati sindaci del centrodestra. Altro che dato locale, al quale i renziani
vorrebbero circoscrivere la sconfitta elettorale, i cittadini sono stanchi di
una forza politica che nonostante le sconfitte elettorali continua a rimanere
alla guida del Paese ma guardando solo a se stessa e infischiandosene dei
problemi della gente.
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