Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, marzo 27, 2008

Il Pd come il Politburo

di Giacomo Stucchi

Quelli del Partito democratico sono davvero alla frutta. Stanno perdendo la testa e non riescono più a mantenere il finto aplomb, che all’inizio della campagna elettorale si erano imposti di avere, perché il giorno della verità si avvicina e i segnali sono implacabili. Tutti i sondaggi, non solo quelli demoscopici, ma anche quelli che chiunque può ricavare ascoltando l’opinione della gente, dicono che non solo ad oggi non c’è alcuna rimonta significativa del Pd sulla Federazione della Libertà ma che, al contrario, per Veltroni potrebbero esserci tempi duri se non dovesse superare la fatidica soglia del 35 per cento. E allora, avranno pensato al loft (la vellutata sede dei pidiini), in queste due settimane che rimangano prima del voto, che bisogna tentare il tutto per tutto anche a costo di spararle grosse. Ha dato così inizio alle danze il coordinatore, e braccio destro di Walter “Volemosebene” Veltroni, Goffredo Bettini, che in una dichiarazione, tra le tante cose opinabili, ha detto di “non credere ai dirigenti che valgono per tutte le stagioni, siano essi vincenti o perdenti: questa – ha aggiunto – è un'altra grande patologia italiana”. Beh, forse in un altro momento non avremmo risposto alle affermazioni di Bettini. Oggi, però, anche alla luce del nostro approfondimento sui candidati del Pd alla Camera e al Senato, pubblicato su la Padania in più puntate, non possiamo evitare di ricordare al coordinatore del Pd come la classe dirigente del suo partito sia sempre la stessa da molti anni. Inoltre, nei nostri articoli abbiamo dimostrato, con nomi e cognomi, e qualche volta anche con il curriculum dell’interessato, come nel Pd siano stati candidati tutti i ministri uscenti del governo Prodi, e buona parte dei sottosegretari, e che la vecchia classe dirigente di Ds e Margherita sia quasi per intero schierata, in pole position, in tutte le circoscrizioni elettorali. Di quale “patologia” parla quindi Bettini? Forse, di quella del suo partito. La verità è che “l’Obamadenoantri”, andando in giro con il suo pullman nelle città italiane, ha giocato in queste settimane a fare l’incantatore di serpenti. Veltroni, calando un velo pietoso sull’esperienza del Governo Prodi, ha giocato la sua partita e, con il suo buonismo peloso, ha cercato di far dimenticare ai cittadini i disastri e le responsabilità del centrosinistra al Governo. Ma non gli è andata bene, perché nonostante in questa campagna elettorale, salvo qualche rara eccezione, i vari D’Alema, Fassino, Rutelli, Turco, Bindi, Franceschini, Di Pietro, Bonino, Bersani, De Castro, Damiano, Gentiloni, Minniti, Parisi, Melandri, Letta, e molti altri ancora, siano stati tenuti in salamoia, la gente non ha abboccato. I cittadini hanno capito che questi li ritroveranno tutti in Parlamento, dove continueranno ad occupare la poltrona. Addirittura alcuni se la sono già scambiata, chi si propone come candidato sindaco molla quella da ministro e viceversa. Ecco perché viene da dire che se è vero che Berlusconi si è candidato a premier per cinque volte, come Le Pen, allora quelli del Pd sono come il Politburo, l'Ufficio Politico del Partito Comunista russo, che è rimasto inamovibile per quasi tre quarti di secolo.