Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, maggio 23, 2017

LA PAROLA AL POPOLO

di Giacomo Stucchi

Fra tutte le questioni sul tappeto quella che appassiona meno i cittadini è di certo il dibattito sulla legge elettorale. Argomento fumoso e stucchevole, ostico ai più e che appare meno prioritario rispetto a molti altri problemi. Come lo sono il tasso di disoccupazione da record, l’economia in stallo, e molto distante dalle performance degli altri Paesi europei, come certificato anche dall’Istat nelle 'Prospettive per l'economia italiana nel 2017', la sicurezza pubblica, messa a dura prova dal terrorismo internazionale. In una democrazia compiuta, tuttavia, il sistema di voto fa parte di quelle regole del gioco che servono a tenere in piedi un sistema. Per questo la Lega Nord, che celebrato il suo congresso procede unita, ha sempre dato la propria disponibilità ad approvare qualsiasi legge elettorale per mettere, finalmente, il Paese nelle condizioni di andare a votare. Le elezioni, infatti, sono l’unico modo per avere un governo legittimato dal popolo. Sembra un’affermazione scontata ma non lo è se si pensa alla storia recente che ha visto governi tecnici, come quello Monti, assurgere al ruolo di “salvatori della patria” e con questa scusa approvare imposte e riforme che hanno poi depresso l’economia.

Giova ricordare, però, che il caos di oggi è stato determinato dall’imperizia di Matteo Renzi che ha messo il carro davanti ai buoi facendo approvare al Parlamento con i voti di fiducia una legge elettorale prima ancora che la riforma del sistema costituzionale, per il quale l’Italicum era stato concepito, venisse confermata dal voto referendario. Come al solito, poi, l’ex premier gioca sull’equivoco sostenendo che l’attuale situazione di stallo è da attribuire al risultato del referendum del 4 dicembre, ma in realtà non è così perché la “legge elettorale più bella del mondo “, come la definì il segretario del Pd a suo tempo, è stata in parte bocciata dalla Consulta. Se adesso c’è una palude, quindi, è Renzi che ha contribuito a determinarla. Dopo il referendum, poi, il Paese ha dovuto aspettare per altri cinque mesi i comodi del Pd, impegnato nella lunga procedura congressuale. Ecco perché sentire adesso i renziani sollecitare le altre forze politiche a fare presto sulla legge elettorale suona davvero come una beffa; e tuttavia non ci tiriamo certo indietro rispetto al confronto politico, alla luce del sole, senza alcuna contropartita ma solo nell'interesse dei cittadini. I pretesti per riedizioni di vecchie forme di inciuci, che non hanno portato alcun beneficio al Paese, li lasciamo agli altri.