LE PROMESSE DI RENZI GIUNGANO AL CAPOLINEA
di Giacomo Stucchi
E’ davvero inutile che il premier gridi al complotto di chi, a suo dire, vorrebbe spaccare il Paese. La verità è che le tante, troppe, promesse non mantenute del presidente del Consiglio adesso stanno arrivando al capolinea e nel Pd quella parte che è stata accondiscendente a Renzi, magari per mancanza di alternative, non vede l’ora di regolare i conti in sospeso con il “rottamatore”. Anche a costo di mandare in malora il Paese? Non è da escludere e in quel caso, l’attuale minoranza del Pd avrebbe anche la possibilità di addossare tutte le responsabilità al premier. A chi scrive, però, francamente dei fatti di casa Pd non interessa più di tanto, il punto è che queste vicende, purtroppo, considerati gli attuali rapporti di forza in Parlamento, influiscono pesantemente sulle scelte politiche del governo e quindi sulla vita dei cittadini. Per cambiare davvero, invece, servirebbero scelte drastiche; come, per esempio, quella di non obbedire più ai diktat europei o tedeschi. Renzi, invece, quando è a Roma continua a fingere di fare la guerra all’Ue, mentre quando si trova a Bruxelles diviene un esecutore delle sue politiche strangolatrici. Sulla politica economica europea non c’è da farsi illusioni perchè la nuova Commissione proseguirà nel solco già tracciato da quella uscente. Continuare a parlare di una maggiore flessibilità Ue sui conti, a favore della crescita, quando la stessa Commissione europea ha consistentemente rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica di tutta l'area euro, significa soltanto prendere in giro i cittadini. I quali, peraltro, attendono ancora di sapere in che cosa consista il fantomatico piano di investimenti da trecento miliardi di euro, per creare lavoro e sviluppo, promesso da Juncker entro fine anno. Nel frattempo, però, le nostre aziende continuano a chiudere i battenti e altre centinaia di operai andranno a casa.
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