Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

martedì, novembre 18, 2014

I FALLIMENTI DEL GOVERNO RENZI

di Giacomo Stucchi

Il dibattito sulla riforma del lavoro, con la relativa appendice  sull’articolo 18, è diventato surreale. Al punto che è davvero  difficile per chiunque, anche per gli addetti ai lavori, capirci qualcosa nella diatriba in corso tra le forze politiche di maggioranza ma anche all’interno dello stesso Pd, partito specializzato in divisioni interne, e persino nella minoranza. Vogliono far credere  che da questo articolo, e più in generale dal Jobs Act, dipendono i destini del Paese, ma non è così. Si tratta solo di una melina parlamentare per prendere tempo e restare il più a lungo possibile nella stanza dei bottoni. Un governo che avesse avuto davvero a cuore le sorti del Paese, coi risultati disastrosi che ormai a ritmo quotidiano tutti gli indicatori economici certificano (l’ultimo è quello dell’Istat sul crollo della produzione nel settore costruzioni), si sarebbe già dimesso da un pezzo. Ma al premier fa gioco spostare sempre un pò più avanti le scadenze. Renzi infatti aveva annunciato una svolta in economia con l’insediamento della nuova Commissione europea che avrebbe fatto “cambiare verso” a Bruxelles,  abbandonando il rigore e favorendo la crescita; ma non sta andando proprio così perché la nuova leadership dell’Ue non ha nessuna intenzione di mettere in discussione  la consueta politica di austerità. Poi il premier, sostenendo di confidare in una ipotetica sponda da parte del presidente degli Stati Uniti Barack Obama e del primo ministro inglese David Cameron, ha detto che si sarebbe fatto valere al tavolo del G20 in Australia per ottenere una maggiore flessibilità della Merkel sui conti pubblici; ma anche questo summit non sarà certo ricordato per aver cambiato i nostri destini. Adesso il presidente del Consiglio guarda ai prossimi mesi e continua a promettere mari e monti ma l’opinione pubblica, che nel frattempo si è fatta un’idea ben precisa del personaggio, non abbocca più. Al netto della sua capacità di sintesi (da 140 caratteri) e di comunicazione televisiva, la verità è che l’ex sindaco di Firenze da quando è a Palazzo Chigi  ha inanellato una serie di fallimenti, sia in politica estera sia in quella economica, che davvero non hanno precedenti nella storia recente e che non porteranno a nulla di buono per il nostro Paese.