Sinistra senza vergogna!
di Giacomo Stucchi
E' proprio vero che il carattere viene fuori nei
momenti di difficoltà. Bersani aveva dato per scontato, a proprio favore, il
risultato delle prossime elezioni, sia quelle Politiche sia quelle regionali in
Lombardia. Le aveva date per vinte con una messe di voti addirittura
imbarazzante, stando almeno ai sondaggi di qualche mese fa, ma ha dimenticato
una regola d'oro della politica e cioè che i sondaggi d'opinione fotografano la
situazione in un dato momento e che, naturalmente, tale situazione può cambiare
repentinamente. Ed è esattamente ciò che è accaduto con le dichiarazioni di voto
delle ultime settimane, in base alle quali si è ridotta sempre più la forchetta
tra centrodestra e centrosinistra, e addirittura si è capovolta la situazione al
Senato dove invece esistono concrete possibilità che il Pd e Sel non abbiano
l'autonomia necessaria, in termini di seggi, a governare. Ma non è tanto su
questi temi che intendiamo soffermarci, la materia come è noto è già ampiamente
dibattuta sui media da esperti sondaggisti. Ciò che interessa
sottolineare ora è l'atteggiamento senza vergogna di un partito, il Pd, e di una
coalizione, quella di centrosinistra, che a parole si dichiarano democratici ma
che poi nei fatti emulano la peggiore tradizione di sinistra, comunista,
settaria, antidemocratica e statalista. In che modo? In primo luogo mettendo la
testa sotto la sabbia, negando cioè che la mancanza di una maggioranza assoluta
dei seggi in Senato sia un ostacolo alla conquista di Palazzo Chigi per Bersani.
Per settimane il segretario e i dirigenti del Pd hanno continuato a dire che
comunque avrebbe governato chi prendeva più voti; poi qualcuno deve avergli
fatto notare che senza la maggioranza dei seggi in entrambe le Camere Pd e Sel,
da soli, non sarebbero andati da nessuna parte. La verità è che la situazione
sta sfuggendo di mano a Bersani e compagni; quindi, pur di recuperare consensi,
sono disposti a tutto. Si spiegano così i pietosi appelli a Ingroia e a Monti
per desistenze in Lombardia e in Sicilia, ultima spiaggia del Pd prima di
perdere per l'ennesima volta il suo appuntamento con la storia. E allora? E
allora vai con la delegittimazione degli avversari politici che di colpo
diventano "nemici"; vai con l'assurdo e ipocrita attacco di
Bersani alla Lega Nord, accusata di "aver massacrato le autonomie". Ma di che
parla Bersani? Ha una pallida idea di quel che dice o i sondaggi a lui
sfavorevoli gli hanno fatto perdere completamente la ragione? Gli ricordo solo
una data, 25 e 26 giugno 2006, e un'elezione, quella per il referendum
confermativo sulla riforma costituzionale. Se fosse passato
quel referendum costituzionale, e quindi quella
riforma fortemente voluta dalla Lega Nord e altrettanto avversata dalla
sinistra, oggi avremmo avuto una competenza esclusiva alle Regioni in materia di
sanità, pubblica sicurezza e istruzione, con il definitivo superamento di quel
falso e inconcludente federalismo voluto dalla sinistra che per prima nel 2001,
allo scadere della legislatura, cambiò la Costituzione a colpi di maggioranza;
se fosse passata quella riforma oggi avremmo già un sistema costituzionale più
consono alle attuali esigenze di uno Stato moderno, con profonde modifiche per
quanto riguarda, il governo, la formazione delle leggi, i poteri delle Regioni,
il numero dei parlamentari. Ma purtroppo la sinistra, oggi come allora, vuole
solo conservare il sistema attuale, occupare il più a lungo possibile le
poltrone, tartassare i cittadini e il Nord con assurde tasse. Altro che
riformisti!
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