Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, gennaio 03, 2013

IL "TECNICO" MONTI NON MOLLA LA STANZA DEI BOTTONI


di Giacomo Stucchi

Ciò che più colpisce in questo inizio di campagna elettorale per le Politiche è il tentativo di mistificare la realtà da parte di chi ha governato negli ultimi mesi. Un lavoro 'tecnico' che mira a cambiare le carte in tavola, sia riguardo a presunti meriti che invece il governo Monti non ha, avendo anzi contribuito con forza a causare la grave recessione economica che stiamo tuttora vivendo, sia in merito alle responsabilità storiche di chi nel corso di decenni ha contribuito a creare il mostruoso debito pubblico che ancora oggi ci portiamo dietro. Il debito pubblico infatti non è una calamità naturale, imprevedibile e come tale non imputabile a specifiche responsabilità individuali, ma la conseguenza di scelerate politiche economiche che affondano le loro radici nella prima Repubblica. Non di certo imputabili quindi a chi ha governato negli ultimi anni, ma per le quali sono invece responsabili i partiti che hanno stazionato a Palazzo Chigi per decenni nel corso della prima Repubblica: dalla DC al PSI, dal al PRI al PSDI. Con la complicità, forse ancora più grave, di un Partito Comunista che faceva finta di rimanerne fuori e invece prendeva parte ai giochi di potere. Qui non si tratta di fare un revival storico ma di chiarire, magari a chi andrà a votare per la prima volta o semplicemente agli elettori più sbadati, che in quel terreno politico di alcuni anni fa affondano le radici i partiti che oggi vorrebbero spacciarsi per riformatori e risanatori: dall'Udc di Casini al Pd di Bersani. Democrazia Cristiana e Partito Comunista, le cui origini politiche i nostri novelli riformatori non possono certo rinnegare, sono stati, insieme al Partito Socialista, causando il debito pubblico che oggi tutti i cittadini, soprattutto quelli del nord che producono e pagano le tasse, sono costretti a portare sul groppone. In quest'ottica quindi può apparire ancor più convincente la proposta della Lega Nord di far rimanere sul territorio il il 75% delle imposte. Il nord infatti ha già dato e non intende più continuare a farlo! Casini e Bersani, segretari di partiti le cui origini affondano in una tradizione di governo che ha fatto dello sperpero del denaro pubblico un cavallo di battaglia, non possono quindi venire ad indicare oggi quale sia la strada migliore per uscire dalla crisi. Tanto più, poi, dopo essere stati convinti sostenitori di un governo cha ha procurato solo danni e che nonostante la sua natura 'tecnica' è ancora saldamente nella stanza dei bottoni, da dove manovra per condurre una campagna elettorale mistificatoria.