Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, luglio 08, 2010

MANOVRA, LA SINISTRA SI PRENDA LE SUE RESPONSABILITA'

di Giacomo Stucchi

Sulla manovra varata dal Governo, attualmente in discussione in Commissione Bilancio al Senato, che dovrebbe esitarla la prossima settimana, l’opposizione vorrebbe giocarsi le sue ultime chance per risalire la china. Purtroppo, però, lo fa utilizzando l’arma della menzogna e della controinformazione. I saldi della manovra restano infatti intangibili, come è stato peraltro precisato in una nota congiunta del premier Silvio Berlusconi e del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, non perché la maggioranza sia sorda o ostinata, o non abbia voglia di trovare strade alternative, ma semplicemente perché riflettono ciò che, tanto dalla Commissione Europea quanto dai mercati finanziari, è considerato assolutamente necessario per ridurre il nostro debito pubblico. Che non è stato creato di certo dal Governo in carica! Rispetto alla necessità condivisa, da parte di tutta la maggioranza, di adottare politiche di rigore economico, e scongiurare così il ripetersi di altri disastri come quello della Grecia, il Carroccio ha sempre detto però che i tagli non possono colpire indiscriminatamente tutte le Regioni, omologando quelle virtuose e quelle spendaccione, ma anzi devono essere utilizzati per mettere in moto meccanismi di spesa virtuosi. A questo si sta lavorando, senza intento persecutorio nei confronti di alcuno. Tutto ciò premesso, ci rendiamo conto che il Pd, sul quale gravano gran parte delle responsabilità del deficit delle Regioni “rosse”, sul fronte della riduzione degli sprechi faccia orecchie da mercante. Così come comprendiamo pure che parlare di risparmi e razionalizzazione della spesa agli eredi del Pci, Pds, Ds, che, soprattutto con la cattiva gestione della sanità, hanno aperto vere e proprie voragini nei conti pubblici, sia quasi un'eresia; ma è giunto il momento di gettare le carte in tavola. Amministrare come hanno fatto i vecchi partiti nella prima Repubblica, sprecando enormi risorse, non è più possibile, e almeno per due ragioni: in primo luogo, perché non lo consente più la congiuntura economica internazionale, che porterà peraltro sempre più ad una società organizzata secondo modelli sociali ed economici fortemente concorrenziali; in secondo luogo, perché le grandi novità della riforma sul federalismo fiscale, prima fra tutte l’adozione dei costi standard, obbligheranno tutti ad una netta inversione di rotta. Ecco perché alimentare la polemica sui temi oggetto del confronto politico, non serve a niente e a nessuno. Se è comprensibile, ma non condivisibile, che questa strategia la porti avanti un movimento come quello di Di Pietro, che del giustizialismo a buon mercato ha fatto una ragione di esistenza, non lo è altrettanto per un partito come il Pd, la cui classe dirigente, in un momento cruciale (da molti punti di vista) come quello attuale, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità anziché continuare a fare la solita sterile opposizione, senza novità e senza proposte.