Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, luglio 22, 2010

ECCO PERCHE' LE "LARGHE INTESE" NON SONO CREDIBILI

di Giacomo Stucchi

Questo discettare sul governo delle larghe intese, che alcuni esponenti delle opposizioni (come Pd e Udc) vorrebbero accreditare come possibile alternativa all’Esecutivo in carica, democraticamente eletto dal popolo e nel pieno delle sue funzioni, fa riflettere. Ne dibattono, tra gli altri, l’ex premier Massimo D’Alema, che pubblicamente ne ha parlato in una lunga intervista pubblicata sul Corriere della Sera; ma anche l’ex presidente della Camera dei Deputati e leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, che però ha almeno riconosciuto che ogni ipotesi di governo alternativo a quello attuale non è credibile senza Berlusconi presidente del Consiglio. Tutto questo fa riflettere perchè, in primo luogo, aiuta a constatare come passano i lustri ma per alcuni dirigenti politici uno dei malvezzi della Prima Repubblica, ovvero quello di rovesciare con le manovre di palazzo il verdetto popolare, che nel caso in questione ha chiaramente indicato nel centrodestra lo schieramento vincitore e quindi pienamente legittimato a governare, non si affievolisce ma se possibile si acuisce. Forse perché le speranze dell’opposizione di tornare alla guida del Paese sono, almeno nel breve e medio periodo, verosimilmente precluse; o forse perché certe classi dirigenti non sanno rinunciare al loro retaggio di sovvertire il risultato democratico elettorale con alchimie politiche, l’impressione è che nei partiti fuori dalla maggioranza cresca sempre più l’allergia alla stabilità dei governi dei quali non fanno parte. Eppure la stabilità è una di quelle caratteristiche che abbiamo sempre sentito evocare a gran voce, come elemento essenziale e imprescindibile per qualsiasi governo che ambisca ad ottenere risultati concreti. Ed è proprio questo il punto. Adesso che la stabilità di governo c'è, grazie anche all’apporto determinante della Lega Nord, che per sua natura non potrebbe neppure esistere se non portasse risultati alla gente che la vota e che non starebbe mai in un esecutivo che non lavori, e nonostante le difficoltà economiche internazionali e la pesantissima eredità di un enorme debito pubblico, qualcuno fa di tutto per minacciarla. In un sistema legislativo lento e farraginoso, come quello nel quale ci troviamo ad operare, chiunque stia a Palazzo Chigi non potrebbe nemmeno seriamente parlare di riforme se non mettesse in conto un lungo periodo di stabilita politica, assolutamente indispensabile per poter realizzare cambiamenti migliorativi di largo respiro. Le larghe intese, o qualsiasi altra fantasticheria politica, ci farebbero tornare indietro di anni su molti fronti: da quello del federalismo fiscale, i cui decreti attuativi sono ormai in dirittura d’arrivo, alla lotta per contrastare la criminalità organizzata, che con il ministro della Lega Maroni ha raggiunto livelli mai registrati in passato e che, forse, qualcuno vorrebbe interrompere. Chi è disposto ad assumersemene la responsabilità dinanzi ai cittadini?