Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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mercoledì, marzo 08, 2006

PRODI VA IN “FUGA”

di Giacomo Stucchi

Che il centrosinistra non avrebbe perso occasione per delegittimare l’avversario in questa campagna elettorale per le Politiche, era scontato; un po’ meno forse lo erano la forma, la virulenza e le scandalose strumentalizzazioni che hanno trasformato un confronto politico in una battaglia. Tutto questo non fa paura al Carroccio che alle battaglie, quelle vere, è abituato da sempre. Tuttavia anche nella lotta politica dovrebbe esserci un limite all’ignominia e alla stupidità. Che senso ha infatti attaccare il premier per le sue visite istituzionali all’estero, come quella alla Casa Bianca o al Parlamento americano, o per una sua presenza nella delegazione del Ppe in visita al Vaticano? E poi, se l’armata Brancaleone guidata da Prodi è tanto sicura di vincere, come certi sondaggi faziosi annunciano, perché si preoccupa di tutto ciò che fa o che dice Berlusconi? In un Paese normale, con un opposizione politica degna di questo nome, è scontato che il presidente del Consiglio in carica assolva al suo ruolo isituzionale anche nei giorni, direi nelle ore, che precedono il voto. Cosa vorrebbero Fassino e compagni, che Berlusconi si ritirasse ad Arcore a coltivare le rose e lasciasse il campo libero? Oppure che, in attesa del responso delle urne, non facesse neppure campagna elettorale e si limitasse a consegnare a Prodi le chiavi di Palazzo Chigi il 10 aprile sera? In quale paese democratico si è mai visto un premier uscente defilarsi dalla vita pubblica e politica poco prima delle elezioni? Ma per favore, per una volta almeno cerchiamo di essere seri. Prodi ha pubblicato sul Corsera un lungo articolo e continua a partecipare senza contraddittorio ad un gran numero di trasmissioni in tv. Se nella Cdl adottassimo lo stesso metro di giudizio dell’Ulivo, avremmo dovuto alzare le barricate e gridare allo scandalo, alla violazione della par condicio. Ma meglio non farlo. In primo luogo, perché tutte le volte che il Professore tenta di comunicare coi cittadini, sia che parli o che scrivi, fa un favore al centrodestra; in secondo luogo, perchè le sue “ricette” sono tanto astruse ai più quanto irrealizzabili tecnicamente. Inoltre, circostanza questa non secondaria, i suoi propositi di oggi sono l’aria fritta di domani, perchè quando in Parlamento ci saranno Fassino e Rutelli, Bertinotti e Pecoraro Scanio, Di Pietro e Diliberto, non sarà certo lui a condurre il gioco. I suoi alleati, o presunti tali, gli tapperanno la bocca prima ancora che questa venga aperta. La verità è che ancora una volta l’obiettivo è soltanto quello di defenestrare Berlusconi ma poi della sorte dei cittadini, e di come eventualmente risolvere i loro problemi, non c’è preoccupazione di sorta. E allora ecco la paura per le mosse del premier, ecco il rifiuto di Prodi a misurarsi in tv non perché non esistano le regole ma perché, al di là della demonizzazione dell’avversario, non c’è nemmeno un punto del presunto programma di governo dell’Unione sul quale non si rischia di sfasciare tutto: dai Pacs alle tasse, dai rapporti con la comunità internazionale, in particolare con gli Stati Uniti, soprattutto dopo che Diliberto ha definito Bush “un uomo con le mani insanguinate”, alle riforme istituzionali, dalla politica energetica a quella di difesa. E allora – si chiederà il Professore – che ci vado a fare in tv con Berlusconi? Meglio defilarsi, continuare a fare il piagnone, che tanto gli riesce bene, e fare quello che in questi ultimi mesi, ma direi anche in tutta la legislatura, ha fatto il centrosinistra: cioè nulla.