Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

lunedì, marzo 20, 2006

SOLO TASSE CON PRODI AL GOVERNO

di Giacomo Stucchi

Sono molte le interpretazioni che si danno alla performance del presidente del Consiglio a Vicenza nella giornata conclusiva dei lavori del convegno organizzato da Confindustria. A noi piace pensare che l’intervento di Berlusconi, abbia almeno chiarito un possibile equivoco: nessuno nella coalizione di governo, anche per un istante, pensa che la battaglia per le Politiche del 9 e 10 aprile sia persa. Per due ragioni fondamentali: perché è un obbligo nei confronti degli elettori del centrodestra che daranno fiducia all’esecutivo uscente; perché è necessario per tutti i cittadini che ancora non hanno deciso per chi votare e con i quali bisogna essere molto chiari: se vince Prodi si fa un salto nel baratro, altro che “felicità”. Per rendersene conto basta guardare del resto ai precedenti del centrosinistra al governo, che hanno portato instabilità politica e aumento delle tasse. Provare per credere: fate mente locale su alcune delle imposte introdotte negli ultimi venti anni e accostate ad esse il nome del presidente del Consiglio che le ha volute. Ecco il risultato: 1986, tassa sulla salute – Bettino Craxi; 1992, Isi (imposta straordinaria sugli immobili) – Giuliano Amato; 1992, prelievo dello 0,6 % dai conti correnti di tutti i cittadini a prescindere dal reddito – Giuliano Amato; 1993, Ici (imposta comunale sugli immobili) – Giuliano Amato; 1996/1998, tassa sull’Europa – Romano Prodi; Irap – Romano Prodi. Ebbene, niente lascia pensare che un ritorno del Professore a Palazzo Chigi possa invertire questa tendenza, anzi è vero il contrario. Perché il leader dell’Unione, pur di restare in sella e riscattare così l’umiliazione del 1998, quando D’Alema e compagni gli diedero il ben servito e lo mandarono a presiedere la Commissione europea, sarà disposto a concedere a Bertinotti e alla parte più statalista e della sua coalizione molto di più che una semplice imposta ma una vera e propria politica comunista fatta di prelievi dai conti correnti dei risparmiatori, tasse patrimoniali, nuove imposizioni sugli immobili. Ecco il futuro che si prospetta ai cittadini con un ritorno di Prodi al governo. Ma c’è un'altra esperienza prodiana che dovrebbe mettere in guardia gli elettori ed è quella di presidente della Commissione Ue, quando il nostro è andato addirittura contro gli interessi delle piccole e medie imprese italiane, infischiandosene delle loro difficoltà, soprattutto nel competere con la concorrenza sleale dei prodotti taroccati provenienti dalla Cina, e sacrificandole sull’altare dell’Europa dei burocrati e degli speculatori. Ciò nonostante il Professore ha avuto la faccia tosta di andare dagli imprenditori, riuniti a convegno per trovare delle soluzioni ai problemi di competitività del nostro Paese, e addossare inesistenti responsabilità al governo Berlusconi per i ritardi strutturali del nostro sistema produttivo che invece risalgono a decenni di politiche sbagliate, non ultima quella energetica. Ma i danni fatti da Prodi al suo Paese quando era alla presidenza Ue potrebbero tuttavia essere insignificanti rispetto a quelli che potrebbe fare se ritornasse al governo. Rispetto alla metà degli anni Novanta infatti sono cambiati i contesti internazionali, politici ed economici. Ciò che in quegli anni erano solo virus in incubazione, vedi la concorrenza sleale di economie che trattano i lavoratori come schiavi o la minaccia islamica, oggi sono pestilenze deflagrate in modo irreversibile e quello che serve per combatterle e sconfiggerle non è certo il falso ottimismo e l’inconcludenza politica di un uomo come Romano Prodi ma, al contrario, concrete riforme strutturali e profondi cambiamenti nella macchina dello Stato. Come quelle che, grazie al determinate contributo della Lega Nord, la maggioranza ha già portato a termine in questa legislatura e che, con uno sciagurato ritorno del centrosinistra al governo, potrebbero essere cancellate.