Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

venerdì, gennaio 30, 2009

STRASBURGO -30/01/09- COMMISSIONE DEL CONSGLIO D'EUROPA


giovedì, gennaio 29, 2009

STRASBURGO -29/01/09- CONSIGLIO D'EUROPA


FEDERALISMO FISCALE, RIFORMA INELUDIBILE

di Giacomo Stucchi

Sul federalismo fiscale, al momento, le notizie sono due: la prima è che il provvedimento, già approvato al Senato (fatto storico), comincerà il 10 febbraio il suo iter alla Camera, dove sarà votato in aula il prossimo 13 marzo. Considerato il tempo trascorso dalle ultime elezioni, meno di un anno, ma anche le emergenze sul tappeto che governo e maggioranza stanno affrontando, prima fra tutte quella economica, se non si tratta di un record poco ci manca. Il fatto è che la Lega Nord, al contrario di altri partiti, non dimentica gli impegni presi, ma li fa propri sino al raggiungimento dell'obiettivo. Così è per il federalismo fiscale. Bene ha fatto, quindi, il nostro Segretario federale Umberto Bossi, ad annunciare che alle prossime elezioni amministrative il Carroccio farà accordi, anche a livello locale, soltanto con chi avrà dimostrato di essere dalla parte del Federalismo. Le due cose, come appare ovvio, non possono essere distinte. Se si vuole essere nostri alleati nelle competizioni elettorali per la guida di Comuni e Provincie, non si può infatti non condividere il nostro principio cardine: cambiare davvero la struttura dello Stato attraverso una maggiore autonomia ai governi locali. Non si tratta di uno slogan, da utilizzare in campagna elettorale, ma è la ragione stessa della nostra battaglia politica. Che non è di tipo ideologico ma, al contrario, quanto di più pragmatico sia stato mai portato avanti nel nostro sistema politico e istituzionale. Per troppi anni, purtroppo, siamo stati abituati a discorsi di tipo ideologico, di destra o di sinistra, che però oggi non hanno più molto senso dinanzi alla riconosciuta necessità di un assetto federale dello Stato non più procrastinabile. Di questo (e veniamo così alle seconda notizia) si sono resi conto anche i dirigenti del Pd coi quali infatti è stato raggiunto un accordo sul provvedimento, che a Palazzo Madama ha portato all'astensione sul voto finale al disegno di legge Calderoli. Ma c'è di più. Le riforme degli ultimi anni sono state già indirizzate nella direzione da noi auspicata. L'aumento dei poteri degli amministratori locali, posto in essere con la riforma Bassanini, ma anche la riforma del titolo V della Costituzione, approvata peraltro proprio dal centrosinistra nel 2001, "obbligano" oggi il Parlamento a completare un quadro normativo altrimenti incompiuto. Che provoca, peraltro, gravi discrasie a tutto il sistema. Basti pensare, per esempio, ai buchi nei bilanci di alcuni Comuni, come quello di Roma o Catania, ai quali si è potuto arrivare perché se è vero che i sindaci hanno già una maggiore capacità di spesa, lo è altrettanto il fatto che oggi non c'è modo di controllare, se non a posteriori (quando cioè a risanare le situazioni critiche deve per forza di cose intervenire lo Stato), se i primi cittadini agiscono da buon padre di famiglia o no. In tal senso il passaggio dalla "spesa storica" a quella "standard", che sta alla base del federalismo fiscale, è la chiave di volta per passare da uno Stato centralista e assistenzialista, tipico della Prima Repubblica, ad un sistema moderno ed efficiente che valorizzi le risorse locali ma, soprattutto, metta gli amministratori dinanzi alle loro responsabilità.

mercoledì, gennaio 28, 2009

GUIDONIA E LAMPEDUSA, DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

di Giacomo Stucchi

L’atto criminale di Guidonia, che ancora una volta ha visto protagonisti dei rumeni, che hanno usato violenza nei confronti di una ragazza dopo aver pestato il suo compagno, ma anche i fatti di Lampedusa, dove è apparso quanto meno singolare che immigrati clandestini in attesa di rimpatrio, manifestassero fianco a fianco con gli isolani, sono il frutto della scellerata politica d’apertura verso ogni tipo di immigrazione posta in atto nei due anni del Governo Prodi in cui è stata sostanzialmente disapplicata la legge Bossi-Fini e non è stata confermata la moratoria (procrastinabile fino al 2011) per l’ingresso nel nostro paese dei cittadini bulgari e rumeni. Come è noto la sicurezza dei cittadini è stata al centro del dibattito politico nel corso dell’ultima campagna elettorale per le Politiche e, una volta insediatosi a Palazzo Chigi, l’esecutivo non si è certo dimenticato degli impegni. Prova ne è il fatto che uno dei primi provvedimenti adottati con urgenza, per l’approvazione del quale la Lega Nord si è impegnata al massimo, è stato proprio quello sulla Sicurezza. Il fatto è, però, che i singoli casi di cronaca, e le conseguenze che essi anno sulla vita dei cittadini, non possono prescindere dalla politica che negli ultimi lustri si è portata avanti su molti fronti. Mi riferisco, per esempio, alle decisioni prese dalla sinistra in materia di flussi migratori, che hanno portato all’ingresso indiscriminato di un gran numero di immigrati. Molti di loro hanno potuto non solo entrare in Italia ma anche risiedere clandestinamente per lungo tempo e, in qualche caso, addirittura delinquere restando impuniti. Tutto questo è accaduto anche perché, spesso e volentieri, nonostante le forze dell’ordine si sforzino di mettere tra le sbarre criminali d’ogni sorta, quest’ultimi poi, tra una scadenza dei termini di carcerazione e un provvedimento d’indulto, si sono ritrovati in libertà senza saldare i loro conti in sospeso con la giustizia. Naturalmente non tutti i fatti criminali sono direttamente connessi alla presenza di clandestini, ma è un fatto che il lassismo che fino a qualche mese fa ha regnato sovrano sul fronte dell’immigrazione non ha certo contribuito a rendere più sicure le nostre città. Ecco perché, almeno su questa materia, ci aspetteremmo che un opposizione responsabile, consapevole di non essere immune da responsabilità per gli errori commessi anche nel recente passato, facesse fronte comune per debellare fenomeni di questo tipo, che affondano le loro radici soprattutto negli anni passati, anziché addebitare al governo colpe che non ha. La campagna elettorale è finita da un pezzo ed è bene che Veltroni, e i dirigenti del Pd, se ne rendano conto. Da certi problemi, i cui contorni scavalcano anche i confini nazionali, e richiedono interventi in collaborazione con altri governi (vedi gli accordi con Tunisi, nel caso degli sbarchi a Lampedusa), se ne esce solo con una politica di rottura coi vecchi sistemi del passato ma, soprattutto, con la consapevolezza che la sicurezza dei cittadini non è né di destra né di sinistra ma un diritto da tutelare ad ogni costo.

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STRASBURGO -28/01/09- AULA DEL CONSIGLIO D'EUROPA

martedì, gennaio 27, 2009

STRASBURGO -27/01/09- COMMISSIONE DEL CONSIGLIO D'EUROPA




lunedì, gennaio 26, 2009

STRASBURGO -26/01/09- CONSIGLIO D'EUROPA: MOSTRA CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE











STRASBURGO - 26/01/09 - AULA DEL CONSIGLIO D'EUROPA




martedì, gennaio 20, 2009

L'OPPOSIZIONE FA POLEMICA, MA SUL FEDERALISMO L'INTESA E' POSSIBILE

di Giacomo Stucchi
Anche la Commissione europea ha riconosciuto la bontà degli interventi adottati dal governo per affrontare la crisi economica internazionale. Si tratta di un giudizio lusinghiero che la dice lunga su quanto strumentali e prive di fondamento siano state invece a riguardo le critiche dell’opposizione che, sul fronte del dialogo con la maggioranza, continua a procedere con continui stop and go. Un giorno i dirigenti del Pd dicono di voler fare la loro parte, nell’interesse dei cittadini, ma il giorno successivo gli stessi esponenti danno addosso al governo e, dopo averlo accusato di varie inefficienze, si ritirano su posizioni aventiniane. Il bene dei cittadini, così, va a farsi benedire. La verità è che l’unico obiettivo di Veltroni e compagni è quello di gettare benzina sul fuoco delle polemiche. Nonostante queste tentativi, miseramente falliti, è però un fatto (riconosciuto anche dall’Ue) che il governo sta facendo bene nell’aiutare famiglie e imprese ad affrontare la crisi, e che la maggioranza è rimasta compatta nel sostenerlo. Come è noto negli interventi approvati, nell’adottare i quali il governo ha dovuto fare i conti sia con le ristrettezze di bilancio, ereditate dai precedenti governi, sia con la necessità dell’urgenza, non tutto ci è piaciuto. In particolare, il provvedimento a favore di Roma è discriminatorio nei confronti degli altri Comuni che, pur avendo i conti a posto e i bilanci in attivo, non possono sforare i tetti di spesa imposti dai patti di stabilità. Una normativa, quest’ultima, che avrebbe un senso se valesse per tutti ma che non può certo essere applicata a “macchia di leopardo”. La cosa migliore da fare è quindi quella di mettere tutti i Comuni “virtuosi”, che hanno i bilanci in attivo, nelle condizioni di potere utilizzare i propri soldi senza alcun vincolo di spesa. Si tratta di una battaglia di libertà, oltre che di giustizia sociale, che il Carroccio, coi suoi 202 sindaci del Nord, intende assolutamente portare avanti. Così come, tra tre le cose che non vanno, sono inaccettabili gli squilibri nella distribuzione geografica delle cosiddette social card. I dati Inps dicono infatti che solo il 16,8% delle tessere è andato al Nord quando, invece, secondo l’Istat, in Padania le famiglie disagiate sono molte di più. Tutto questo non può che rendere, se possibile, ancor più urgente l’approvazione, e la rapida applicazione, delle norme contenute nel disegno di legge sul federalismo fiscale. Su questo fronte le premesse sono buone e sono già sul tappeto i nodi, considerati “decisivi”, sui quali il Pd chiede chiarimenti per la definizione dell'orientamento di voto. La disponibilità del governo e della maggioranza a discutere è nota, così come la volontà di arrivare ad una soluzione la più possibile condivisa per uscire, una volta per tutte, dalle secche dell’assistenzialismo e del centralismo.

sabato, gennaio 17, 2009

BERGAMO - 17/01/09 - Guardia di Finanza: Inaugurazione Anno Accademico 2008/2009




BERGAMO - 17/01/09 - GAZEBO SULLA SICUREZZA
















giovedì, gennaio 15, 2009

FIDUCIA AL GOVERNO MA SU PATTO DI STABILITA' HANNO RAGIONE I NOSTRI SINDACI

di Giacomo Stucchi
Se per un verso può far piacere che la Lega Nord, e la sua politica, siano al centro del dibattito politico, sia per le proposte avanzate sia per le scelte fatte, d’altro canto però non si capisce perché il Partito democratico (un giorno sì e l’altro pure) continui a dare addosso al Carroccio e non si preoccupi invece di fare il suo mestiere portando avanti una seria politica alternativa a quella del Governo. Il loro esecutivo “ombra”, infatti, lo è fino al punto da non proporre davvero nulla di concreto, e l’opinione pubblica (che è molto meno ingenua di quanto Veltroni e compagni immaginino) ne è consapevole a tal punto da bocciare sonoramente, almeno stando agli ultimi sondaggi, l’azione politica del Pd. Il dibattito parlamentare sul decreto legge concernente le misure del Governo per contrastare la grave crisi economica mondiale, ha dimostrato ancora una volta come l’opposizione, al di là dei proclami e delle posizioni demagogiche, non riesca davvero a venir fuori dal vicolo cieco nel quale si è cacciata. Impegnati come sono a litigare aspramente su ognuna delle questioni attualmente sul tappeto (dall’economia alla politica estera, dalle riforme alla sicurezza), in alternativa a questa loro principale attività i dirigenti del Pd non trovano quindi niente di meglio da fare che attaccare la Lega e la maggioranza. Che, ricordiamo agli esponenti dell’opposizione, non ha nulla a che vedere con l’armata Brancaleone, guidata da Prodi, che ha governato tra il 2006 e il 2008. Mentre quella guidata dal Professore, infatti, era un cartello elettorale messo insieme solo per battere Berlusconi, che non aveva però un programma condiviso, e che ha dimostrato tutti i suoi limiti già nei primi passaggi istituzionali (come l’elezione del presidente del Senato), la coalizione di centrodestra invece, oltre ad avere unità d’intenti sulle cose da fare, possiede anche i numeri per portare a compimento il suo programma. Il fatto è che quando si governa non si può resettare, facendo finta di niente, tutto quello che è accaduto nel recente passato. Se, per esempio, si fossero potuti cancellare con un colpo di spugna i disastri di bilancio degli ex sindaci di Roma, Rutelli e Veltroni, che sono poi all’origine della deroga al patto di stabilità decisa dal governo per la Capitale, avremmo risolto il problema. Come è ovvio ciò non è possibile. Tuttavia, se un’eccezione viene fatta per Roma, non si capisce perché, come ha giustamente detto il nostro segretario federale Umberto Bossi, ciò non si possa fare anche per tutti gli altri Comuni. In quelli amministrati da sindaci leghisti, peraltro, si può stare certi che si utilizzerebbe questa possibilità non per rimediare a mala gestioni precedenti ma per favorire gli investimenti e realizzare opere pubbliche, tra l’altro utilizzando i fondi raccolti con la tassazione locale, già disponibili nelle casse dei Comuni e non certamente regalati dallo Stato. Sul fronte del Governo, comunque, l’opposizione si metta l’anima in pace perché la maggioranza è ben salda. E non per un attaccamento alle poltrone ma perché, volendo fare un computo delle cose fatte sino ad oggi, a cominciare dal Federalismo fiscale che il Senato si appresta a votare, e di quelle che si appresta a fare nell’immediato futuro, la bilancia non può che pendere a favore dell’esecutivo.

mercoledì, gennaio 14, 2009

BERGAMO 13/01/09 - 4° GRAN GALA' DI SOLIDARIETA' ASSOCIAZIONE NEPIOS











lunedì, gennaio 12, 2009

ALTRO CHE ANNUNCI, LA LEGA E' IL PARTITO DEL FARE

di Giacomo Stucchi
Ecco, ci risiamo. Come un orologio arrivano puntuali, un mese si e l’altro pure, le analisi sulla politica della Lega Nord. L’ultima, in ordine di tempo, è quella pubblicata sul Corsera domenica scorsa, secondo la quale il Carroccio sarebbe promotore di “proposte impossibili ma chiare”. La “strategia” della Lega, insomma, sarebbe quella di annunciare iniziative aventi un appeal sociale e poi lasciarle al loro destino, non preoccupandosi cioè del fatto che vengano approvate o meno. Premesso che certe analisi, alle quali ahimè abbiamo dovuto farci il callo, arrivano sempre in concomitanza con la divulgazione di sondaggi che danno il nostro movimento in costante crescita, viene da chiedersi perché certi politologi ed opinionisti, si sforzano tanto di guardare alle presunte “tattiche leghiste” e non si occupano, invece, dei mille problemi dei cittadini? Ci vuole poi una bella faccia tosta, o forse si tratta solo di cattiva informazione, nell’asserire che nella Lega non ci si preoccupa di avanzare proposte fattibili, quando non credo esista oggi un movimento politico più concreto del nostro. Non solo perché, da sempre, guardiamo più alle cose da fare, che ai proclami, ma anche perché abbiamo sempre rifiutato le alchimie di Palazzo prediligendo i provvedimenti concreti a favore della gente. Intanto vorrei ricordare che, a nemmeno un anno dall’insediamento del Governo in carica, il Senato si appresta a votare il federalismo fiscale. Un risultato che mi pare assolutamente straordinario, soprattutto se si considerano i tempi legislativi della politica italiana, e che darà la possibilità al Governo di cambiare davvero tutto il sistema. Sulle cose concrete già fatte, potrei poi citare mille esempi, solo per restare ai primi mesi di questa legislatura, dalle politiche scolastiche a quelle economiche, dalla giustizia alle norme sulla sicurezza, alla nuova politica sull’agricoltura, non c’è una sola iniziativa che non sia stata presa dopo aver consultato la nostra base, o addirittura che non sia stata avanzata dalla stessa. Il fatto è che, al momento, nessun partito può vantare lo stesso rapporto che il Carroccio ha con il suo elettorato che, non a caso, si allarga sempre più. Un rapporto che non è fatto di clientele, o favoritismi a vantaggio di Tizio o di Caio, ma che nasce da una vera rappresentanza democratica, tra le esigenze del popolo del Nord e la classe dirigente del Carroccio, che le tutela e le porta avanti nelle sedi istituzionali. Altro che “effetto annuncio”! Noi vantiamo ministri, sottosegretari che lavorano, gli amministratori locali molto efficienti e, mi sia consentito sottolinearlo, la classe dirigente più giovane, e al contempo esperta, che ci sia. Ecco da dove derivano i consensi al nostro movimento. Ed ecco perché, come già altre volte in passato, a chi intende approfondire il “fenomeno Lega Nord”, suggerisco di abbandonare le sterili analisi, ormai logore e che non servono a spiegare alcunché, e di cimentarsi invece nello studio del nostro movimento per quello che in effetti è, ovvero un partito che mira a tutelare gli interessi del Nord, allentando la morsa di uno Stato centralista e assistenziale il cui fallimento è ormai storicamente conclamato.

mercoledì, gennaio 07, 2009

Cena parlamentari Lega Nord