LE CONTRADDIZIONI DEL PD E QUEL NO CHE RITORNA
di Giacomo Stucchi
Davvero non si capisce come Renzi possa pensare di
continuare a prendere in giro gli elettori. Anche i più ingenui, infatti,
hanno capito che al segretario del Pd non interessa un bel nulla delle priorità
dei cittadini ma solo tentare di trovare un minimo comune denominatore, dal
biotestamento allo ius soli, per una nuova armata Brancaleone di centrosinistra
da presentare agli elettori alle elezioni della prossima primavera. Ma si tratta
solo di un vano tentativo che la dice lunga, peraltro, sulle gravi difficoltà
che l’ex premier e i suoi alleati incontrano ogni giorno di più nel cercare di
essere credibili agli occhi dell’opinione pubblica. La verità è che dicono di
voler attuare politiche di sinistra ma non riescono a mettere in campo serie
misure di contrasto alla povertà, si dichiarano a favore dello sviluppo ma gli
investimenti languono, si vantano tanto per aver approvato il Jobs act ma poi
sono gli artefici dello smantellamento dei diritti dei lavoratori, sproloquiano
sui temi della sicurezza ma lesinano risorse al comparto preposto a garantirla,
promettono pensioni anticipate ma litigano sulle categorie sociali che ne
dovranno beneficiare. Insomma, queste e molte altre sono le contraddizioni del
Pd. Di un partito e della sua classe dirigente che, dopo più di un lustro nella
stanza dei bottoni e una diuturna lotta per la conquista di un posto al sole,
vorrebbe fare credere di poter continuare a guidare il Paese. Una circostanza
che, ne siamo certi, non si ripeterà alle prossime elezioni. Per la semplice
ragione che non esiste un progetto di governo della coalizione di centrosinistra
serio e credibile. Un fatto corroborato da un sondaggio secondo il quale, ad un
anno dal referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, il cui esito ha
determinato le dimissioni del governo Renzi, lo scenario
rimarrebbe immutato, con i contrari che prevarrebbero nettamente attestandosi a
61% (contro il 59,1% di 12 mesi fa). Segno evidente di quanta poca fiducia hanno
i cittadini nel Pd e nel suo segretario.
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