Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, dicembre 06, 2011

UNA MANOVRA NE' STRUTTURALE NE' SOSTENIBILE

di Giacomo Stucchi


In questa manovra del governo Monti, sulla quale il Capo dello Stato ha già dato il suo assenso, non c’è nulla da salvare: le misure varate servono solo a far cassa e non hanno un ottica di largo respiro. La sensazione è che tutti i sacrifici che si stanno chiedendo ai cittadini siano finalizzati solo a “scioccare” i mercati, per convincerli che il governo italiano è pronto a tutto, anche ad affamare la gente, pur di far abbassare il differenziale di rendimento tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi. Si tratta però di una partita molto pericolosa, per le conseguenze economiche, politiche e sociali che ne potrebbero derivare, che Monti sta giocando sulla pelle dei cittadini. L’approccio freddo e ragionieristico alle misure economiche messe in campo, mitigato appena dalle lacrime della ministro del Welfare Elsa Fornero nella conferenza stampa di presentazione della manovra, non tiene infatti nel dovuto conto la volatilità degli indici finanziari. In altre parole lo spread, come abbiamo ormai imparato, può aumentare o diminuire indipendentemente dalle politiche economiche o sociali del nostro Paese. Sono quindi del tutto fuori luogo le argomentazioni di chi già parla di un suo ribasso grazie ad un effetto Monti, perché se dovesse aumentare di nuovo che farà il premier? Farà andare in pensione i cittadini a ottant’anni o toglierà del tutto le prestazioni previdenziali? A meno che qualcuno non pensi che la crisi in atto non sia mondiale e dipenda solo da ciò che fa (o non fa) il nostro Paese, il punto è che da questa situazione se ne esce solo con provvedimenti coraggiosi ma che siano anche strutturali e soprattutto sostenibili. E’ sostenibile impedire di andare in pensione a chi ha maturato quarant’anni di contributi, magari con un lavoro usurante come quello in fabbrica, e chiedergli di restare al lavoro ancora per anni? Oppure, è sostenibile chiedere ai proprietari di un immobile adibito ad abitazione principale, che grazie al governo Berlusconi non hanno più pagato un euro dal 2008, tornare (sia pur con una piccola detrazione di 200 euro) a pagare una tassa che peraltro, nel caso di una seconda casa, costituirà un vero e proprio salasso? E’ sostenibile poi il nuovo regime di bollo sugli strumenti finanziari che, secondo le prime interpretazioni, dovrebbe riguardare anche i conti correnti e le polizze vita? Al premier Monti non viene il dubbio che queste misure, unitamente all’annunciato aumento dell’Iva e al conseguente aumento dei beni di consumo, non faranno altro che far entrare definitivamente in recessione il Paese? Noi pensiamo che qualche dubbio, se non proprio al premier, di certo stia venendo in mente ai leader dei partiti che appoggiano questo governo. Ed è davvero singolare, in tal senso, la corsa dei dirigenti dei partiti di governo e dei sindacati a rivendicare la paternità delle misure meno “dolorose” per i contribuenti. I vari Alfano, Bersani, Casini, Fini e Rutelli sono infatti impegnati in queste ore ad intestarsi o il mancato aumento delle aliquote Irpef (sostituito peraltro con l’incremento delle addizionali regionali), nel caso del Pdl, o la tassazione dei capitali rientrati con lo scudo fiscale, nel caso del Pd. Si tratta di una patetica rappresentazione che però non potrà impedire alla verità di venire a galla. Le bugie infatti hanno le gambe corte e la più grossa detta sino a questo momento e che "si sarebbe pensato anche alla crescita". Per il momento, però, l’unica cosa che crescerà, con le misure adottate dalla manovra varata da questo governo, sono le entrare delle banche. Grazie alle commissioni per le transazioni e i pagamenti oltre i mille euro, che tutti i cittadini saranno obbligati ad effettuare con bancomat o carta di credito, gli istituti bancari saranno infatti gli unici a brindare per le feste di fine anno.