Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, febbraio 19, 2015

RENZI, LA LIBIA E LA POLITICA DELLO STRUZZO


di Giacomo Stucchi

Purtroppo siamo alle solite. Anche sul fronte del contrasto all’Isis, e alle gravi conseguenze che potrebbero derivare al nostro Paese per la sua presenza in Libia, il governo Renzi mischia le carte. Spacciare la soluzione politica dell’Onu sulla crisi libica come un successo dell’esecutivo è infatti falso e inconcludente allo stesso tempo. La verità è che l’Onu su questa vicenda ha deciso, mi si passi il gioco di parole, di non decidere nulla. Semplicemente perché probabilmente dei top player che lo guidano, quali forse Cina, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Russia, nessuno, e ognuno per motivi diversi, ha interesse ad accelerare sulla Libia. Il risultato è che le Nazioni Unite, almeno nell’immediato, non faranno nulla e il governo Renzi invece continuerà ad affermare di essere riuscito nell’intento di coinvolgerle. Nel frattempo però il ginepraio libico continua a modificarsi rapidamente e i diretti protagonisti, che sono molteplici, assumono le loro decisioni; mentre per il nostro Paese rimangono tutte le preoccupazioni già esplicitate nei giorni scorsi. Quando parliamo di prevenzione sul fronte degli sbarchi degli immigrati, infatti, non significa avere la certezza del pericolo di infiltrazioni jihadiste. Ma poiché esistono evidenze del fatto che il numero dei barconi pronti a salpare dalla Libia per raggiungere le nostre coste potrebbe aumentare, e tenuto nel dovuto conto l’inesistenza su quel territorio di una struttura statale in grado di controllare e di essere un interlocutore affidabile, bisogna quindi porsi il problema e non adottare la politica dello struzzo nascondendo la testa sotto la sabbia e facendo finta di niente. Se già oggi abbiamo difficoltà ad accogliere e verificare l’identità di tutte le persone che in un solo giorno sbarcano sulle nostre coste, se ne arrivassero molte di più come si fa ad avere la certezza che tra loro non ci siano terroristi?