LE VERITA' NASCOSTE DELLA LEGGE DI STABILITA'
di Giacomo Stucchi
Anche se il tentativo del premier è quello di vendere all’opinione pubblica
una legge di Stabilità indirizzata all’equità e alla crescita, la verità è che
nei prossimi anni a crescere saranno soltanto le tasse. La ragione per cui alla
fine la manovra Renzi ha avuto il bollino della Ragioneria dello Stato, ma anche
il placet condizionato da parte di Bruxelles, che ha sospeso il suo giudizio al
marzo 2015, è perché il provvedimento prevede come clausole di salvaguardia
l'aumento delle accise sulla benzina e quello dell’Iva al 25,5% in tre anni. In
pratica, se non verranno raggiunti determinati obiettivi di bilancio e di
spending review, l’Iva ordinaria, oggi al 22%, potrebbe salire di tre punti e
mezzo entro il 2018. Questo è l’iter previsto. Altro che Italicum e riforma
costituzionale! Se sino a qualche mese fa infatti l’obiettivo del premier era
quello di disporre al più presto di una via d’uscita elettorale per un rapido
ricorso alle urne, adesso, con la nuova aria che tira nei sondaggi, la
sensazione è che il premier sia il primo a non volere le urne a breve. Certo, se
proprio la situazione dovesse precipitare, il copione da recitare sarebbe quello
di imputare alle opposizioni tutta la responsabilità per non averlo fatto
lavorare, ma, al momento, la parola d’ordine nel governo è tirare a campare.
Nei primi mesi del prossimo anno, infatti, le verità nascoste della prima
manovra firmata da Renzi saranno evidenti e diranno chiaramente che nessuna
norma è stata improntata né a un robusto ridimensionamento della pressione
fiscale a cittadini e imprese né a un disboscamento della selva di norme e
tributi che rendono il nostro sistema fiscale uno dei più farraginosi al mondo,
oltre che tra i più pesanti. Su questi temi, che avrebbero dovuto avere priorità
assoluta, il governo ha glissato alla grande. Così come sulla grande questione
del taglio alla giungla delle partecipazioni pubbliche di Comuni, Regioni,
Province ed enti locali in genere, oltre 11mila, secondo l’Istat, che la legge
di Stabilità riforma solo parzialmente.
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