UN'OPPOSIZIONE PER IL BENE DELLA DEMOCRAZIA
di Giacomo Stucchi
Mentre il governo Renzi è affaccendato nel serrare le fila della sua
maggioranza in Parlamento, i temi economici continuano a destare
preoccupazione. Gli ultimi dati forniti dall’Istat certificano infatti, nella
media dell'intero 2014, una produzione industriale in calo dello 0,8% rispetto
allo stesso periodo dell'anno precedente. Altro che anno felix, del quale
continua a parlare in ogni occasione il presidente del Consiglio, la verità è
che nonostante il calo del petrolio e un euro competitivo, come non si
registrava da tempo, non c’è alcun segnale di ripresa effettiva; mentre è ormai
conclamata l’incapacità del governo di creare le condizioni affinché l’economia
si possa risollevare. Drastica riduzione dei consumi, contrazione del potere
d'acquisto delle famiglie e gravissima crisi del mercato occupazionale,
rispetto alla quale le misure previste del Jobs act non appaiono essere per
niente risolutive, sono i segnali più evidenti del fallimento della politica
economica del governo. Non aiuta poi di certo a venire fuori da questa
situazione il fatto che l’esecutivo Renzi continui a portare avanti un' agenda
con all’ordine del giorno temi importanti, come la modifica della composizione
del Senato, la riforma del procedimento legislativo e quella sulla ripartizione
di competenze tra Stato e Regioni (che come proposte segnano peraltro un
pericoloso rigurgito centralista), incuranti però del ruolo e delle prerogative
del Parlamento. Le riforme costituzionali, ma anche la legge elettorale, vanno
certamente fatte ma non possono essere approvate solo perché “funzionali” alle
convenienze del partito di maggioranza e ai disegni politici del suo
segretario. E registriamo positivamente l'intenzione manifestata da Forza
Italia di volersi schierare all’opposizione nell’interesse dei cittadini e per
il bene della democrazia, come la Lega Nord ha sempre fatto al governo Renzi.
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