UN UOMO SOLO "ALLO SBANDO"
di Giacomo Stucchi
Il dibattito sull’uomo solo al comando non è di quelli che appassionano il
sottoscritto e credo nemmeno la maggior parte dei cittadini alle prese con ben
altri problemi. Certo il premier sembra proprio che se le vada a cercare e anzi
non fa nulla per dissimulare questo dubbio. Però l’annuncio sulla riforma della
Rai fatta per decreto, ancorché sia condivisibile snellirla, a noi pare più una
provocazione che un percorso legislativo concreto; e comunque giustificare
un’adozione assidua e incessante della decretazione d’urgenza e della questione
di fiducia, che da tempo costituiscono una patologia del nostro sistema
legislativo, con il fatto che bisogna bypassare l’ostruzionismo delle
opposizioni è un’aberrazione del ruolo del Parlamento e di quello che esso
rappresenta. Ma il presidente del Consiglio, ormai lo sappiamo, è fatto così.
Deve sempre alzare l’asticella dello scontro e far passare chi non la pensa come
lui per un conservatore. Noi della Lega Nord però, che conservatori non lo siamo
mai stati, pensiamo che la strada da lui imboccata sia sbagliata e per questo
democraticamente scendiamo in piazza sabato prossimo a Roma per contestarlo su
cose concrete: dall’aumento delle tasse sulla casa alla riforma del lavoro
appena varata che crea solo l’illusione dell’impiego sicuro; dal trattamento
riservato alle partite Iva (i cui bocconi amari fatti ingoiare da Renzi alla
fine del 2014 solo in parte sono stati addolciti da qualche correzione adottata
all’ultimo minuto nel Milleproroghe) ai continui tagli ai trasferimenti degli
enti locali costretti ad alzare le tasse a livello territoriale per poter
mantenere i servizi; dalle liberalizzazioni “a macchia di leopardo” alle
riforme costituzionali e alla legge elettorale pensate solo per favorire il Pd.
Si tratta di misure che mirano a magnificare l’azione del governo più che a
determinare una vero rilancio del sistema Paese. In quest’ottica, del resto, è
già cominciata la propaganda del governo per prendersi i meriti di una
timidissima ripresa dovuta a una favorevole congiuntura che non si registrava
da tempo, con ribasso del petrolio ed euro competitivo, nonostante la quale
peraltro rimaniamo sempre il fanalino di coda tra le grandi economie.
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