IL PD TIENE IL PAESE IN STALLO
di Giacomo Stucchi
È inutile girarci intorno con le parole, fino a quando le diverse correnti
che si guardano in cagnesco all’interno del Pd non si metteranno d’accordo la
situazione politica non si sbloccherà. Al di là dei passaggi importanti, come
la pubblicazione delle motivazioni della sentenza con la quale la Consulta ha in
parte bocciato l’Italicum, la verità è che tutto rimane bloccato perché nel Pd
nessuno si fida dell’altro; e non potrebbe essere diversamente considerato che
è stato proprio l’ex premier Renzi, con l’ormai famoso “stai sereno Enrico”,
ad inaugurare in questa legislatura la stagione delle congiure. A fare le spese
di questa situazione di stallo sono i cittadini che, oltre alla paralisi
politica, si trovano anche a pagare i conti della politica renziana. Come
accaduto con l'approvazione della legge per il salvataggio delle banche, con la
quale tra l'altro non saranno resi i nomi di chi le ha affossate, e coi famosi
80 euro che, con un costo di circa 10 miliardi di euro ogni anno, non sono
serviti a risollevare l’economia ma sono stati confermati anche per il 2017
perchè servivano a Renzi per vincere il referendum. Sappiamo com’è andata e
sappiamo anche che sono oltre 4 milioni le persone che nel nostro Paese vivono
in condizioni di povertà assoluta, alla faccia delle politiche sociali del Pd.
Insomma, se il governo-fotocopia di Gentiloni si appresta a varare una
correzione dei conti, obbedendo ai diktat dell’Ue, è anche perché nei mesi
scorsi l’esecutivo che lo ha preceduto ha sperperato miliardi di euro raschiando
il fondo del barile del bilancio. Ma il paradosso è che, ieri come oggi, è
sempre Padoan a tenere i cordoni della borsa! Siamo al delirio, il ministro del
Tesoro che solo un paio di mesi fa è rimasto silente dinanzi alle dissennate
politiche economiche e sociali varate da Renzi è lo stesso che si appresta a
introdurre nuove tasse.
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