Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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martedì, gennaio 17, 2017

E' SEMPRE IL RENZI DELLO "ZERO VIRGOLA"

di Giacomo Stucchi
Dalle dichiarazioni rilasciate dall'ex premier nella sua intervista a Repubblica non sembra proprio che il segretario del Pd abbia sedimentato i postumi della sconfitta referendaria. L'impressione è che Renzi attribuisca la disfatta più a un fatto umorale dell’elettorato che non alla bocciatura dei suoi mille giorni di governo. Basti pensare al Jobs act, che di conseguenze positive sul fronte dell'occupazione ne ha avute veramente poche. L'ex premier nella sua intervista ha anche auspicato un rapido inizio dei lavori della commissione d’inchiesta sul Monte dei Paschi, vedremo. Speriamo che tale strumento sia utile all’accertamento della verità e non sia invece soltanto una foglia di fico dietro la quale nascondere palesi responsabilità politiche. Che consistono, in primis, nell’aver perso del tempo prezioso quando qualcosa poteva essere fatto per salvare la banca e non far perdere i propri soldi a tanti risparmiatori. Oggi Renzi dice che i 20 miliardi di euro messi dal governo Gentiloni per salvare il sistema bancario si sarebbero potuti risparmiare se al referendum avesse vinto il Sì, ma la storia non si fa con i se e con i ma. Sulla vicenda l’ex presidente del Consiglio per mesi e mesi si è limitato a fare dichiarazioni, con formali inviti a investire sulla banca perché ritenuta affidabile e quindi un buon affare. Tutti sanno come sono andate le cose. Frattanto l’Europa ci presenta il conto della politica dei bonus portata avanti da Renzi e intima una correzione ai nostri conti. A di là delle misure che Gentiloni intenderà adottare il punto è che con la politica dello “zero virgola”, portata avanti da governi a guida Pd, non andremo da nessuna parte e la cosiddetta crescita, tanto evocata dal ministro Padoan, resterà solo un miraggio. La verità è che a un mese e mezzo dal referendum costituzionale né Renzi né il Pd hanno capito le ragioni del profondo malessere sociale che hanno portato alla sconfitta dello scorso 4 dicembre; e quindi, non appena gli eventi lo consentiranno, si riproporranno agli elettori ma senza avere la più pallida idea di come fare ripartire il Paese.