IL PARTITO DEL "NON VOTO" LAVORA A PIENO REGIME
di Giacomo Stucchi
“Lasciare al governo Gentiloni la possibilità di fare delle cose” è ormai un
mantra per chi vuole la continuazione della legislatura a tutti i costi. Ma che
cosa esattamente dovrebbe fare un esecutivo fotocopia di quello che lo ha
preceduto, rimasto al suo posto per tre anni ma costretto alle dimissioni dalla
bocciatura popolare del referendum dello scorso 4 dicembre, non è dato sapere. A
parte provvedimenti a favore di qualcuno, come il decreto salva-banche all'esame
del Senato, che non fa chiarezza sui grandi debitori di Mps, su
occupazione, riforme, in primis quella elettorale, sicurezza, o su una nuova
politica per combattere l’immigrazione clandestina, a Palazzo Chigi nessuno dice
in concreto quali provvedimenti adottare. Si rimane sempre nel limbo delle buone
intenzioni che, però, non diventano mai fatti. Viene da pensare che si sia ormai
costituito, di fatto, un partito trasversale del “non voto” intenzionato ad
aspettare più che a fare. La pubblicazione delle motivazioni della sentenza con
la quale la Consulta ha in parte bocciato l'Italicum è di certo un passaggio
importante; ma niente, tuttavia, avrebbe vietato di cominciare il dibattito
parlamentare sulla legge elettorale anche prima. Com'è noto la Lega Nord è per
le elezioni anticipate il più presto possibile ma altre forze politiche
preferiscono continuare a discutere di legge elettorale solo nei salotti
televisivi o nelle interviste rilasciate ai giornali. Premio alla lista o alla
coalizione, collegi grandi o piccoli, liste o capilista bloccati, insomma si
discute di tutto pur di scongiurare una rapida approvazione di un nuovo sistema
di voto; e si perdono di vista i veri problemi del Paese che invece andrebbero
affrontati con un nuovo governo pienamente legittimato dal voto popolare. La
verità è che alcuni pezzi del Pd, e i centristi della maggioranza, vedono nelle
elezioni un evento disastroso da evitare come la peste; e il partito del "non
voto" cerca di incutere nell'opinione pubblica ingiustificate paure e
inesistenti incertezze pur di allontanare le urne, mentre in realtà i cittadini
dovrebbero temere di più la prosecuzione del governo in carica visto che nuove
tasse e balzelli sono già all'orizzonte.
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