GENTILONI NEL SOLCO DELL'INCONCLUDENZA DI RENZI
di Giacomo Stucchi
La narrazione secondo la quale il premier Gentiloni è andato a Berlino per
fare la voce grossa con la Merkel sulla rigidità a due velocità, con la quale da
una lato si chiede la correzione decimale dei nostri conti pubblici ma
dall’altro non si tiene conto degli sforzi sul fronte degli immigrati e
dell’emergenza terremoto, non è credibile. Non lo è perché in realtà l’attuale
premier nei rapporti con i partner europei più forti, Germania e Francia in
primo luogo, continua nel solco tracciato dal suo predecessore. Mentre i
tedeschi e i francesi hanno salvaguardato concretamente i loro interessi,
Renzi ha sempre cincischiato utilizzando male (con bonus e quant’altro) il
margine di discrezionalità che l’Ue gli aveva concesso per opportunità
politiche. Una strategia rivelatasi del tutto fallimentare, come certificano
tutti i dati economici, perchè non ha guardato alla soluzione dei problemi, né
di quelli strutturali né di quelli emergenziali, ma solo al tornaconto
elettorale. Nei giorni scorsi l’ex premier ha detto di voler stare “lontano da
flash e polemiche ma vicino alle difficoltà della quotidianità”. Viene da
chiedersi, però, di quale quotidianità parli; perché per affrontare e risolvere
i problemi della gente ha avuto tre anni di tempo ma non ha fatto granché.
Basti pensare al dramma delle popolazioni del Centro Italia colpite dal mostro
del terremoto sin dallo scorso agosto. Per la vita di queste persone, ancorché
alleviata dallo spirito di abnegazione dei singoli, dalle forze dell’ordine ai
volontari, non si può certo dire che i governi Renzi-Gentiloni abbiano fatto il
massimo. Soprattutto per snellire e velocizzare le procedure burocratiche che
hanno impedito, sino ad oggi, una rapida ricostruzione di strutture minime ed
essenziali. Se la nuova scossa di terremoto non era prevedibile, la neve invece,
soprattutto in quelle zone, lo era senz’altro. Eppure abbiamo visto tutti nei
servizi televisivi la disperazione dei sindaci di alcuni Comuni con frazioni
completamente isolate, irraggiungibili per mancanza di mezzi in grado di
liberare le strade dalla neve, o senza i servizi essenziali a causa del distacco
della luce e del gas; ma anche l’angoscia degli allevatori, costretti a vedere
morire gli animali sotto i loro occhi.
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