HA VINTO IL SOGNO AMERICANO
di Giacomo Stucchi
Capita di sbagliarsi ma l’abbaglio che l’establishment a stelle e strisce,
in primis il mondo dell’informazione, ha preso sull’esito delle elezioni
presidenziali è davvero sorprendente. Oggi sono in molti a chiedersi come sia
stato possibile che ai principali media, ai gruppi di potere, e a tutto ciò che
è in grado di mettere in moto una campagna elettorale come quella per la
conquista della Casa Bianca, sia sfuggito del tutto cosa covasse davvero sotto
la cenere del voto americano. L’impressione, comunque, è che Donald Trump abbia
vinto perché in grado di interpretare meglio di chiunque altro, sia all'interno
del suo partito sia naturalmente in quello democratico, il sentimento di un
popolo che evidentemente nei grandi numeri non è rimasto per niente contento
degli otto anni di presidenza Obama. Un lungo periodo durante il quale di certo
si sono avvantaggiate alcune categorie sociali ma che ha visto concentrare la
ricchezza in quel Paese nelle mani di un numero sempre più ristretto di
persone, lasciandone indietro molte altre che non hanno più avuto modo di
riprendersi dopo la grande crisi economica. La promessa di Trump, quindi, di non
voler lasciare indietro nessuno, ribadita nel suo discorso di ringraziamento
agli elettori subito dopo la conferma del risultato elettorale, potrebbe essere
forse la pietra miliare della futura amministrazione. Se davvero il neo
presidente americano farà le cose che ha detto per tutelare la classe media, per
dare agli americani ciò che è degli americani, e per rinnovare il sogno di
questo grande Paese, allora avrà vinto due volte. Sul piano squisitamente
interno, può questa vicenda insegnare qualcosa anche nel nostro Paese? Noi
crediamo di sì. Così come la Clinton ha parlato agli americani per diciotto mesi
di questioni che non hanno appassionato il grande pubblico, tanto da averla
punita con una sonora batosta elettorale, allo stesso modo nel nostro Paese
governo e premier hanno impegnato Parlamento e opinione pubblica per più di due
anni e mezzo su un tema, quello della riforma costituzionale, che non è mai
stato in cima ai pensieri dall’opinione pubblica. Si tratta di una circostanza
che né i sorrisi ipocriti di Renzi né le sue promesse elettorali potranno
cambiare.
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