Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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giovedì, novembre 03, 2016

COME IL REFERENDUM PUO' AFFOSSARE RENZI

di Giacomo Stucchi
Da sempre Renzi sostiene che la riforma costituzionale è la panacea di tutti i mali del Paese; e per questo motivo più la vittoria del Sì al referendum si allontana nei sondaggi più il premier sente scivolare il terreno del consenso da sotto i piedi. E' possibile perciò che la fase costituente, tanto decantata da Palazzo Chigi e già cominciata male, finisca nel peggiore die modi. Cominciata male perché non è mai esistito da parte del governo un riconoscimento del ruolo costituente al Parlamento. Anzi, pur di approvare le riforme con la forza dei numeri, l'esecutivo non ha esitato a farsi sostenere da una maggioranza raccogliticcia, tenuta insieme solo dal comune intento di occupare quanto più a lungo possibile le poltrone. Nel peggiore dei modi perchè, nonostante il diuturno impegno del premier a caccia di voti e di consensi a favore del Sì, nonostante una manovra economica tutta improntata alla ricerca del consenso elettorale, nonostante le reiterate promesse a questa e a quell'altra categoria sociale, tutti questi sforzi non sembrano sortire gli effetti sperati. Sicché oggi, con la scusa delle difficoltà connesse al terremoto, che pure esistono ma che non hanno niente a che fare con il regolare svolgimento della consultazione referendaria, al governo Renzi non resta altro che appigliarsi a un rinvio della consultazione referendaria pur di non affogare. Ufficialmente il presidente del Consiglio ha smentito di volere posticipare il referendum, ma è una dato di fatto che con il concretizzarsi della vittoria del No la strada dell’esecutivo si fa sempre più stretta e tortuosa. Terremoto e referendum, peraltro, non sono di certo gli unici elementi di scenari molto complessi che potrebbero riguardare, direttamente o indirettamente, il nostro Paese nell'immediato futuro. Dalle turbolenze mai sopite dei mercati finanziari al futuro dell'Unione europea, da ridisegnare anche alla luce degli effetti della Brexit, ce n’è abbastanza per augurarsi di avere un governo forte e capace alla guida del Paese. Ma l’impressione è che quello in carica non sia né l’uno né l’altro.