SI DIVIDONO SULLE UNIONI CIVILI MA I PROBLEMI SON BEN ALTRI
di Giacomo Stucchi
E se al premier non interessasse più di tanto, in tutto o in parte, del
destino del provvedimento sulle unioni civili? L’iter legislativo con il quale
si sta procedendo e il fatto che Renzi non abbia mai messo la faccia sulle
norme in questione, che tanto dibattito stanno suscitando in una maggioranza di
governo sempre più divisa sulle cose da fare, la dicono lunga sulle sue reali
intenzioni di difendere il disegno di legge . L’impressione è che i pensieri di
Palazzo Chigi siano rivolti a ben altre cose; e in particolare al concreto
rischio che le previsioni economiche governative, a cominciare da quella molto
ottimistica sulla crescita del Pil, siano del tutto sballate. Un ipotesi di
questo tipo nell’immediato, due o tre mesi, forse non avrebbe effetti, ma se
l’altalena delle Borse di questo inizio anno dovesse diventare qualcosa di più
preoccupante, e la politica monetaria della Bce non fosse più sufficiente a
garantire un ombrello di protezione ai nostri Titoli di stato, allora Renzi
dovrebbe cominciare a preoccuparsi veramente. Perché può ancora giocare coi
numeri nell’anno in corso ma nel 2017, con le clausole di salvaguardia in
agguato, non sarà più possibile cambiare le carte in tavola. Già oggi, lo
sosteniamo da tempo, i numeri della politica economica portata avanti dal
governo sono fallimentari: dall’occupazione alla crescita, nonostante i tanti
soldi messi sul piatto, i risultati sono ancora da “zero virgola” o giù di lì.
Troppo poco, davvero troppo poco per parlare della tanto agognata ripresa. E se
Renzi non è stato in grado di risollevare l’economia con una congiuntura
favorevole figuriamoci cosa accadrebbe se queste condizioni dovessero mutare.
La verità è che il futuro, purtroppo, presenta più incognite che certezze; il
presente, invece, ci dice che due anni al governo del Pd e del suo
segretario-presidente non hanno risolto un bel
nulla.
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