Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

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mercoledì, gennaio 27, 2016

IL GOVERNO SI APPOGGIA SU DRAGHI E SUI RISPARMI DEI CITTADINI PER NON AFFONDARE

di Giacomo Stucchi
Nei giorni scorsi avevamo manifestato le nostre preoccupazioni per l’incapacità del governo Renzi nell’affrontare le “tempeste finanziarie”; e i fatti ci hanno dato ragione. Se da una lato, infatti, è vero che i mercati finanziari si muovono autonomamente, dall’altro lato, è altrettanto vero che le misure economiche adottate da un governo possono incidere sulle decisioni che gli investitori prendono in Borsa. D'altra parte, se tutte le volte che cominciano le turbolenze sui mercati finanziari necessita una dichiarazione del presidente della Bce, Mario Draghi, per calmare le acque ed evitare spiacevolissime conseguenze di carattere economico e finanziario al nostro Paese, vuol dire che il governo Renzi e le sue politiche economiche hanno pochissima credibilità. Mercati o meno, però, qui bisogna prendere atto di un duplice fallimento: quello della politica economica dell’Unione europea, che con le sue rigide regole ha messo in difficoltà le economie degli Stati membri ed impedito la crescita, ma anche quello dei governi a guida Pd che negli ultimi quattro anni hanno messo il Paese in braghe di tela. Basti pensare al crollo della produzione industriale attraverso i governi Monti-Letta-Renzi e all’incapacità, soprattutto dell’attuale premier, di saper cogliere le opportunità offerte da condizioni internazionali al momento favorevoli, come quelle del basso prezzo del petrolio e dal Quantitative easing della Bce che tiene basso lo spread. Si è andato avanti, invece, con mancette elettorali che non hanno fatto ripartire realmente né i consumi né l’economia; ma anche con una spesa pubblica improduttiva fuori controllo e con un’eccessiva tassazione (che diminuisce da una parte, per esempio con il taglio della Tasi sulla prima casa, e aumenta dall’altra con le tasse sullo smaltimento dei rifiuti e sui servizi in generale degli enti locali).  Poi si spera che non vada in porto il progetto che Palazzo Chigi avrebbe di utilizzare la Cassa Depositi e Prestiti quale garanzia pubblica per la bad bank che dovrebbe comprare dalle banche i crediti deteriorati. Per i titolari di libretti e buoni fruttiferi postali, ovvero la gran parte dei risparmiatori del nostro Paese, sarebbe infatti un pessimo affare.