Giacomo Stucchi - Senatore Lega Nord Padania -

PENSIERI E IMMAGINI: vi presento il mio blog. Un modo per tenermi in contatto con gli elettori, con gli amici e con tutti coloro che, anche con opinioni diverse dalle mie, desiderano lasciare un loro commento. Grazie.

giovedì, gennaio 21, 2016

NELLE RIFORME UNA FOGLIA DI FICO

di Giacomo Stucchi
Mentre i governi di mezzo pianeta sono giustamente preoccupati per il clima finanziario da “tempesta perfetta” Renzi definisce la crisi di queste ore una semplice “turbolenza” che addirittura potrebbe "costituire una grande opportunità per l'Italia”. Staremo a vedere. Al momento l’impressione è che il governo più che controllare la situazione sia semplicemente in balia degli eventi, atteso che non è stato in grado né di contenere per tempo le difficoltà del nostro sistema bancario né di far ripartire davvero l’economia. Ponendo in primo piano temi come quello delle adozioni gay, o delle misure come quelle annunciate contro i "furbetti del cartellino", che certo non sono prioritari rispetto alle esigenze del momento, l'impressione è che più che affrontare i problemi li si voglia scansare. Del resto anche l’opera di demolizione dell'assetto costituzionale risponderebbe a questo disegno. Che trasforma, peraltro, il bicameralismo perfetto in uno pasticciato. Si definiscono costituenti ma agiscono da prepotenti e in realtà la forza dei numeri, insieme a quello dell’attaccamento alle poltrone, è l’unico collante di una maggioranza parlamentare che al Senato ha potuto contare sul voto determinante di alcuni transfughi. Senza l’apporto di questi parlamentari Renzi non avrebbe potuto né governare né approvare la riforma costituzionale. Ma poco importa, perché al presidente del Consiglio la riforma serve e ancor di più gli serve la celebrazione del referendum, la foglia di fico alle inefficienze e incapacità del suo governo. Nel frattempo si millantano risultati che non esistono. Come quelli sul Jobs act che, nella maggioranza dei casi, più che agevolare la creazione di nuovi posti di lavoro ha favorito la trasformazione di quelli esistenti. La verità è che Palazzo Chigi negli ultimi venti mesi, vanificando gli effetti di una congiuntura economica favorevole, quale quella offerta dal combinato disposto di vari fattori (politica monetaria della Bce, crollo del prezzo del petrolio, euro debole), ha perso occasioni importanti per favorire una reale crescita economica del Paese. Perciò il premier, confidando nella giusta e legittima aspettativa che i cittadini hanno nel vedere riformate le istituzioni, spera di trasformare in un plebiscito sul suo governo il referendum confermativo. Ma perderà la scommessa perché la gente è stanca dei soliti giochetti di palazzo e non ha più né voglia né tempo di ascoltare alle chiacchiere renziane.