IL GOVERNO RENZI MAI DALLA PARTE DEI PIU' DEBOLI
di Giacomo Stucchi
Da un partito di governo, il PD, diviso su tutto, che il prossimo fine
settimana ha in programma una miriade di riunioni, manifestazioni e dibattiti,
di tutte le correnti possibili, non ci si può certo aspettare la soluzione ai
tanti problemi del Paese. A cominciare da una politica di riforma del rapporto
tra sistema bancario e risparmiatori, che avrebbe dovuto avere una priorità
nell’agenda di governo. Altro che nuovo Senato! Com’è possibile che un governo,
che si vanta tanto di aver portato avanti le riforme che servono ai cittadini,
non abbia pensato alla necessità di una maggiore trasparenza tra le banche che
propongono un investimento e un piccolo risparmiatore che lo sottoscrive? Che i
titoli azionari e obbligazionari siano investimenti finanziari che comportano un
rischio per chi li sottoscrive è evidente ma nella vicenda delle quattro banche
salvate nei giorni scorsi dal governo, sulla quale peraltro sarà il caso di
indagare a fondo, per capire come sono andate le cose e per evitare in futuro
di commettere gli stessi errori, ci sta tutta l’imperizia del governo in
carica. Per mesi la propaganda di Palazzo Chigi ha continuato a dire che
l'Europa cambiava verso e, invece, ci troviamo a dover constatare che mentre
l’Ue ha autorizzato salvataggi di Stato in Germania e in tanti altri Paesi per
le banche, con i soldi pubblici, oggi nel nostro Paese si fanno pagare a
migliaia di piccoli risparmiatori le conseguenze di una gestione a dir poco
discutibile di alcuni istituti bancari. Il governo avrebbe almeno potuto
inserire nel decreto salva banche una norma per condizionare l’aiuto al
divieto assoluto di elargire ai dirigenti e ai manager, di quelle banche,
stipendi e liquidazioni milionarie, ma nemmeno questo è stato fatto. Si tratta
di una situazione intollerabile rispetto alla quale Renzi e i suoi ministri, con
l’alibi delle norme stringenti di Bruxelles, se ne fregano della sorte della
povera gente e invece di affilare le armi per usarle contro l’Ue risanano i
conti disastrati delle banche decotte coi risparmi dei più deboli.
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