DOPO L'EXPLOIT DI BOLOGNA RENZI TREMA
di Giacomo Stucchi
Il fatto che il premier abbia precisato di volersi giocare il suo futuro
politico al referendum sulla riforma costituzionale, e non alle amministrative,
la dice lunga su quali speranze egli nutra di vincere nelle grandi città che
andranno al voto la prossima primavera. Tanta prudenza si spiega solo con la
paura di perdere e, quindi, Renzi mette le mani avanti per cercare di tenere al
riparo il suo governo da possibili contraccolpi. Ma si tratta di una mossa che
niente può dinanzi all’incalzare degli eventi. A cominciare dal raduno di
Bologna della Lega Nord che ha visto compattato un ritrovato centrodestra, ma
soprattutto tutti coloro che non credono alla propaganda governativa e guardano
invece ai fatti concreti. Eppure il presidente del Consiglio, in vista della
tornata elettorale delle amministrative, ha provato ad ammaliare gli elettori.
I suoi annunci per anticipare a mezzo stampa, in sfregio al ruolo del
Parlamento, alcune delle misure contenute nella Legge di Stabilità altro non
erano che tentativi di ammiccare all’elettorato; nella speranza che questa
strategia, come già successo con il bonus degli ottanta euro, servisse a farlo
risalire nei sondaggi. Ma così non è stato. Anche perché, adesso che le carte
sono scoperte, è evidente a tutti che questa è una manovra in deficit; che non
taglia gli sprechi (quelli veri!) nella spesa pubblica , al punto da costringere
alle dimissioni l’ennesimo commissario alla spending review nominato da Renzi,
Perotti, che alza le mani dinanzi all’inerzia del Governo. Il disastro Marino a
Roma ha poi dimostrato l’incapacità della classe dirigente del Pd e, adesso,
con la raffica di nomine e di misure governative che il premier si appresta a
varare per recuperare ai danni dell’ex primo cittadino, rischia di costare assai
caro ai contribuenti. Insomma, sono i fatti ad aver portato il presidente del
Consiglio a navigare in acque sempre più agitate. In questo contesto, quindi,
la ripartenza del centrodestra nella piazza di Bologna, voluta dalla Lega Nord,
dimostra che una coalizione alternativa a quella che tiene Renzi a Palazzo
Chigi c’è e può essere competitiva in qualsiasi confronto elettorale. Una
circostanza, per niente scontata, destinata a lasciare il segno.
0 Comments:
Posta un commento
<< Home