TRA STATO E REGIONI PREVALE IL PD
di Giacomo Stucchi
Il confronto tra governo e Regioni, con in primo piano i tagli pluriennali
previsti nella Legge di Stabilità, è finito a tarallucci e vino. Il
dimissionario presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, che
aveva inizialmente tenuto il punto su un principio giusto, ovvero che non può
essere chiesto alle Regioni di farsi carico di buona parte dei sacrifici
richiesti dalla spending review, a fronte peraltro di un aumento dei servizi da
offrire ai cittadini, ha infatti cambiato registro definendo “positivo”
l’ultimo incontro con il governo. In realtà è difficile ritenere positivo il
“no” del governo su tutto il fronte: dalla richiesta delle Regioni di aumentare
il fondo, che è stato ridotto, all’attuazione dei costi standard, su cui è
stato annunciato l’ennesimo tavolo che, forse, nel 2016 porterà a qualche
risultato. Troppo poco, davvero troppo poco per essere credibili. La sensazione
è che alla fine sia Chiamparino che Renzi, entrambi esponenti del Pd, siano più
interessati a trovare un modus vivendi, per non mettere ulteriormente in
difficoltà il maggior partito di governo, che non a venire a capo della
questione. Il punto è che il governo Renzi dice di voler cambiare metodo nella
gestione dei soldi pubblici ma poi, nei fatti concreti, si comporta peggio degli
esecutivi che lo hanno preceduto. E’ vero che dei risparmi possono essere fatti
ma non tagliando le risorse in modo lineare, a scapito di chi amministra bene. Sono lustri che chiediamo la totale
applicazione dei costi standard, nella sanità così come in tutti i settori
della pubblica amministrazione, affinché non ci siano i soliti furbi che
sprecano e i soliti fessi che con la loro oculata amministrazione tengono in
piedi tutto il sistema; e questi ci vengono a parlare ancora di tavoli sui costi
standard!
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