L'ANNUNCITE DI RENZI HA COLPITO ANCHE NELL'UE
di Giacomo Stucchi
Il semestre di presidenza italiana dell’Ue volge al termine e gli annunci (i
soliti!) del premier Renzi di far cambiare verso all’Europa si sono infranti e i soliti burocrati di Bruxelles. Insomma,
cambia lo scenario ma non il risultato e allora, così come a livello nazionale,
anche nella politica europea il governo in carica non passerà certo alla storia
per essere stato l’artefice di chissà quale rivoluzione. Ebbene quindi sfatare
alcuni miti che l’ex sindaco di Firenze ha creato in questi mesi. In primo luogo
sul piano Juncker, che prevedrebbe circa 300 miliardi di investimenti per
rilanciare la crescita nell’Ue. Ammesso che questi denari siano davvero a
disposizione nel breve periodo c'è da chiedersi quanto possano incidere sulle
diverse economie degli Stati membri dell’Ue, per le quali è verosimile
ritenere tali cifre certamente insufficienti a invertire, presto e bene, la
tendenza negativa degli ultimi tempi. Ma c’è un altro mito da sfatare ed è
quello secondo il quale il nostro sistema economico avrebbe retto grazie alla
presunta credibilità guadagnata dal premier, e dal suo esecutivo, nei consessi
internazionali. Anche qui bisogna dire le cose come stanno e riconoscere che senza l’effetto calmieratore della politica monetaria del
presidente della Bce sui tassi d’interesse, chissà oggi quali
altre conseguenze avremmo patito. Tutte le volte che lo spread ha minacciato di
risalire il semplice annuncio di Mario Draghi di acquistare titoli sovrani
dell’eurozona ha tranquillizzato gli investitori e li ha convinti a tenere nel
portafoglio anche i nostri titoli di Stato. Come è facile dedurne si tratta
quindi di risultati troppo modesti per un presidente del Consiglio che aveva
promesso di cambiare la politica economica dell’Ue indirizzandola, dopo gli anni
del rigore, a favore della crescita. Del resto, se si pensa che non una delle
riforme volute da Renzi, annunciate o tuttora in cantiere, ha ancora sortito
effetti positivi di natura economica o di altro tipo, era difficile aspettarsi
altro.
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